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DITEMI VOI


Va di moda dire attribuire a Grillo e ai grillini il merito di aver fatto pulizia, affermazione che attende conferma. Per il momento non si direbbe, più che altro questi turisti delle istituzioni hanno fatto casino, hanno aggiunto bordello a bordello. Dicono: se non era per noi, il cambiamento... E intanto si abbuffano alla buvette, che come gesto rivoluzionario lascia un po' a desiderare. L'intendenza seguirà, diceva Napoleone, e allora aspettiamo. Ma è facile prevedere che la rivoluzione non seguirà, l'intendenza neppure, i grillini si bruceranno, come stanno già facendo, al loro fuoco di paglia e presto si tornerà a votare. Coi cittadini già stufi delle pagliacciate di questi disgraziati e pronti a tornare nelle braccia dei famigerati partiti “normali”. Perché se c'è un effetto da aspettarsi dal grillismo, è proprio questo: la catarsi del vaffanculo, quello che potevamo fare l'abbiamo fatto, la nostra protesta l'abbiamo esplicitata a suon di voti, che ci possiamo fare se poi in Italia non cambia niente?
E invece è il più mascalzone degli alibi, perché votare Grillo non era protesta, era goliardia. Era votare per allegria, ma sconcia, una masnada di squilibrati che, totalmente eccitati, deresponsabilizzati da Beppe, grande Beppe, pensano che fare la rivoluzione etica sia non stringere la mano alla Bindi o dare del vecchio addormentato al capo dello Stato o sbagliare le uscite di qualche sala istituzionale. Prendendosela coi giornalisti, rifiutando le loro domande, cosa che pare deliziare i fanatici del Fatto, fautori della radicaldemocrazia e del no-bav, niente bavaglio,
Ciò constatato, i cittadini elettori avranno un altro alibi: quello che li risospinge, come una risacca elettorale, a rivotare quelli di prima. La politica infame se ne gioverà, tutto tornerà esattamente come era, niente sarà mai cambiato, si sarà perso un altro anno che vale per dieci. La rivoluzione delle idee, si fa delegandola a chi le idee ce le ha e le competenze pure: non a dei dementi in libera uscita. E se mancano i depositari delle idee, o li si inventano, li si scovano, perché ci sono, ma seriamente, non con le pagliacciate; oppure si aspetta un giro, ci si astiene, non si vota, che sarebbe meglio di tutto per mandare a casa i ruderi. La verità è che il popolo italiano oscilla tra voto clientelare e voto “di protesta”, ma di quella delirante. Ditemi voi a cosa è servito sprecare il “sacro dovere” del voto in questo modo irresponsabile. Conclamando l'impotenza grillina, si è conclamata l'idea dell'impossibilità italiana a cambiare davvero; e non è detto che non lo si sia fatto apposta, da gattopardi più che da giaguari.

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