Non so come dire. Ma io
queste cose le ho già sentite. Non personalmente, non c'ero, ma le
ho sentite nei documentari, nelle pagine lette. La gente, che è
vile, rinnega ogni responsabilità, si lava le mani di tutto nel
lavacro della furia, manda chi urla di più a ripulire le proprie
nefandezze e quelli che urlano, il giorno dopo, non sbraitano più.
Non ne hanno più bisogno. Ti dicono che se la prenderanno con
“loro”, e solo con “loro”, perché loro sono diversi da noi,
diversi da te e quindi non hai niente da temere. Loro sono la
politica che si è rinnegata e quindi meritano una punizione
esemplare. E ti dicono che no, questi nuovi loro, che poi siamo noi,
che poi sei anche tu, perché uno vale uno, perché tutti siamo lo
stesso, no, non saranno, non sarete come quelli di prima. Che
l'antipolitica non sono loro, erano “loro”, quegli altri. E
verranno puniti. E verrano spazzati via, con la scopa di Dio. Poi
vanno avanti dicendoti che, beh, qualche limitazione, qualche
piccola, leggerissima limitazione ci vuole, anche per te, perché
loro, questi nuovi loro, si preoccupano per te, non come i “loro”
di prima, e la libertà chiede anche qualche piccola rinuncia,
qualche lieve antilibertà, la democrazia non ha tempo da perdere,
uno vale uno ma qualcuno vale di più perché è stato prescelto,
perché adesso gli uno sono tutti, gli uno sono anche te. E poi, di
rinuncia in rinuncia, ti spiegano, ti ordinano come non vestirti,
come non giocare, come non scopare, come non pensare. E ti mandano a
spaccare sempre le solite pietre, che non servono a niente e
spaccarle non serve a niente ma lo fai, perchè questa è la
democrazia, lo fai, nella tua bella divisa, perchè tu sei uno, un
numero, un nessuno. Qualcuno è già scomparso, e tu senti intorno
solo il rumore del ferro che cozza contro la pietra. Poi ti dicono di
smettere e ti portano in una grande sala dove confessi i tuoi crimini
e sconti le tue colpe. Reimpari le leggi della scienza, che sono
state riscritte. Fai abiura di ogni altro dio. Ti fanno vedere nel
computer gli spettacoli di Uno, e tu devi ridere, ridere, ridere e
pugnalare il vicino. Guarda: attorno a lui, tutti quelli che ne
divulgavano il verbo, sui giornali (sciolti), sulle televisioni
(nazionalizzata, unica), quelli che dicevano di non volere cariche,
di sacrificarsi per la democrazia. Hanno altre divise, più colorate,
e lo sguardo senza luce. A sera, ecco tutti gli uno che non valgono
niente, nelle loro belle divise tutte uguali, color piombo, che
lappano da una ciotola. Quello vicino a te abbassa la testa e mangia
le sue lacrime. Domani troverai un altro seduto vicino a te.
A meno che, ed è il
risveglio più probabile, i candidi e gli onesti non si mettano sul
mercato fin dal primo giorno di scuola, lasciando Uno ai suoi sogni
foschi, alla sua battaglia e agli odiati pacchi di milioni in
rimborsi elettorali.
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