Le
elezioni le han perse tutti, ma più di tutti le ha perse Grillo. No,
non sono pazzo, come qualcuno già sospetterà, e non sono neanche
tanto meschino da rifiutare la realtà. Grillo perde perché ha
troppo vinto, perché si è allargato al punto da non poter più
controllare il suo successo. Non è solo la quota fisiologica, ma
sospetto molto alta, di ladri e di puttane pronti subito a svendersi.
Quelli che lo mangeranno sono i fanatici, i fedeli alla linea. C'era
pochi minuti fa dalla Gruber una testolina sventata, una esaltata che
già aveva in bocca il politichese più triste, più squallido: non
saremo noi ad andare dagli altri ma gli altri a venire da noi, ogni
volta che qualcuno farà una proposta in linea con le nostre, sia
Bersani o Berlusconi, noi la voteremo. La signorina era
(politicamente) oscena per due ragioni. Una, loro non hanno mai
proposto niente a parte la bava degli insulti quindi qualsiasi
proposta in potenza va bene; due, non saranno loro a decidere, a
proporre, loro potranno solo essere o non essere d'accordo e a quel
punto, ogni volta che puntelleranno la decisione di chi decide,
chiunque sia, noi ci ricorderemo che i grillini hanno sempre definito
tutti gli altri, senza eccezioni: cancri, merde, zombi, ladri,
luridi, catarro, schifo, spazzatura, morti, finiti, parassiti,
delinquenti, criminali, assassini, farabutti, vermi. Li ritroveremo
in Parlamento, e sarà un piacere constatare come si alleeranno, di
volta in volta, con tutto questo. Ammettendo implicitamente di
esserne parte. E serve a poco che il Guru rifiuti tuttora le
interviste, che si faccia interpellare solo da qualche servitore
della sua setta. A patti debbono scendere. E non
come un ago della bilancia, ma come una bilancia, il che rende tutto
maledettamente eclatante e devastante.
E non mi si venga a dire
che non era nei programmi, perché davvero mi incazzo. I grillini
volevano – dicevano - spazzare via tutto e tutti, volevano “farli
uscire con le mani alzate”, parola del guru; oggi già parlano di
accordarsi, sintonizzarsi, allearsi, di volta in volta. Nessuno esce,
e loro entrano. Verranno infiltrati fino a disperdersi, e non ci vorrà molto. Mi sento autorizzato - da loro stessi - a definirli
cialtroni, peracottari, ladri, puttane, miserabili.
Bersani
ha vinto ai punti, ma ha perso male; e datemi atto che lo scrissi
subito, che aveva perso, due mesi fa, appena dopo averlo sentito
concionare in piazza. Bersani non vale niente. Con lui, Vendola: chiacchiere, molte chiacchiere, e distintivo.
Berlusconi ha fatto una rimonta clamorosa, personalmente ha smentito quasi tutti, ma non vince neppure lui.
Monti viene ridimensionato alla cifra che gli compete, il nulla, dopo averci inflitto un anno
inutile, da pazzo ubriaco. Con lui i suoi sodali, Casini e Fini,
robaccia inutile, davvero da gettare via. Di Ingroia si conferma il
fallimento, l'inettitudine, prima da giudice, ora da politico. Lui,
da quel patetico pallonaro che è, ha già rinnegato il suo ritorno in Guatemala (sorpresi?). Ma è una bugia nella bugia: non è che lui non ci torna, è
che in Guatemala son gente seria, mica come noi, e non ce lo vogliono
neanche pitturato. Sarebbe il caso di interrogarsi, una buona volta,
sulla fame di potere delle toghe, ma pare siano già pronti i
rincalzi: Scarpinato e Woodcock. Sempre appoggiati da quel finto
giornale indipendente, in realtà una entità di fiancheggiatori e di
intriganti degni del più rotto professionismo politico, che è il Fatto.
Infine, Giannino. Questo mitomane, nel quale avevamo creduto, ha
fatto più sfracelli di quanto non si pensi. Ha distrutto l'unica
proposta davvero nuova e plausibile. Ha regalato i suoi voti a
Grillo. Serve altro? Sì: Fermare il Declino, dopo la catastrofe,
l'han lasciata rappresentare ad una sperduta avvocatina della
provincia ligure. Scelta rosa, finalmente una donna! I risultati si
sono visti. A volte occorre anche il coraggio di pensare, non solo di
Fare. Comunque allegri, meno di un anno e si rivota, chi lo regge un
Paese in queste condizioni, dopo elezioni come queste? Se penso
all'utilità di queste elezioni, mi prende una irrefrenabile
allegria.
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