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SONO REAZIONARIO


Cancellato misteriosamente il Frecciabianca che mi attende, anzi che attendo, mi dirottano su un Intercity di merda che fa tutte le stazioni. C'è da aspettare un'ora e mi faccio un giro per Bologna di domenica mattina. Marcio furioso e non batto ciglio ma dentro sclero, do di matto. Silenziosamente urlo che sì, sono reazionario, mi sono rotto ma proprio rotto i coglioni, non sopporto più il tarato che mi travolge con lo skateboard e poi ride chiedendo scusa con faccia da tarato, i 4 disperati sotto i portici che suonano il Bolero di Ravel, i falliti in felpa e cappuccio, i padri vestiti in stile andino che spingono il passeggino, i graffiti dei drogati, le città sporche e maltenute, le moltitudini del mondo che sono turpi e le abbruttiscono con le botteghe dei kebab, gli stronzi in bicicletta ecologica, gli ubriaconi col cane e la lattina di birra alle 10 di mattina, i noglobal e i treni che non arrivano, manco in ritardo, i pm che fanno politica coi rottami della lotta armata, le logiche del conflitto sociale, i sindacalisti Fiom che non hanno mai stretto un bullone e non hanno un cazzo da dire, i collettivi di scrittori “in officina”, le scarpette pseudoproletarie, le barbette pseudoconsapevoli, i commessi frocioni, quelli che parlano da soli, quelli che parlano al'auricolare e pare che parlano da soli, quelle che ti danno i volantini, quelli che ti chiedono soldi, quelli che attaccano briga, le zingare coi mocciosi appesi al collo, le sudamericane culone che vogliono essere tutte Belen, i cinesi coi capelli unti, le cinesi che sembrano tutte idiote, gl'imbecilli che sorridono contenti d'essere al mondo, le teste di cazzo che vanno a votare perché è loro dovere e poi stavolta si cambia davvero, questa Italia fottuta senza più personalità, carisma e dignità. E adesso che l'ho scritto, su un quaderno rosa dalla copertina “Heart of Princess” con Biancaneve e altre tre troie, come un demente in via Indipendenza davanti all'ex Monte di Bologna oggi una banca, cioè lo stesso, sono più disperato di prima. Perdo il treno.

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