Quelli che sul web
esaltano Corona, e non c'erano dubbi che sgorgassero, lo fanno con
argomenti degni di Corona: “Ma come, Schettino sta fuori e tu 5
anni solo per aver chiesto soldi a un calciatore?”. Ora, queste
sono faccende da analfabeti, cioè da stipendiati di Corona o da
gente che sotto il suo balcone annusa le sue mutande smesse, quindi
non meritano neppure disprezzo. Senonché l'argomento è capace di
far proseliti, in Italia. E allora, a parte che i calciatori venduti
e gli Schettino godono dello stesso sostegno, andrà pur detto che il
diritto non è, anche se spesso lo sembra, una faccenda mammifera,
televisiva o calcistica. Corona ha un carico di quasi 10 anni di
galera per plurime sentenze che corrispondono a plurimi reati. Si è
sottratto, dunque è un latitante, laddove Schettino ha scelto la
strategia opposta, far parlare di sé in attesa di una sentenza
ancora da venire. Non è fuggito come un guerriero braccato, è stato
lasciato fuggire perchè evidentemente doveva regolare i conti con
gente più importante e tuttora coperta, magari coinvolta
nell'attuale campagna elettorale. Corona è un volgare magnaccia e
uno squallido ricattatore, finora trattato coi guanti bianchi da sistema repressivo che schiaccia i poveri cristi
ma per i cialtrioni mediatici ha più di un occhio di
riguardo, dalla fuga dal retro di una palestra, roba da commedia all'italiana, fino al tappeto rosso per il Brasile o, chissà, per Porto San Giorgio. Non c'è
dubbio che, quando tornerà, lo farà da eroe. Perché maledetto il
paese che ha bisogno di eroi, e oggi gli eroi si chiamano appunto
Corona, Moggi, Schettino. Ma una cosa alla volta: per adesso questa
nullità è un latitante, uno che se solo lo si fosse voluto, sarebbe
già da tempo un cold case, un fascicolo chiuso. Per sempre.
Corona, Moggi, Schettino, lo Zio Miché... Quasi quasi conviene fare del male a qualcuno.
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