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AUGURI

Di passaggio, Natale è passato, ma forse sono ancora in tempo e i miei auguri vanno, naturalmente, a chi ha la pazienza di leggere Babysnakes e il Faro; ma, in questo particolare caso, un augurio speciale voglio rivolgerlo a chi si è scomodato, venerdì scorso, per condividere con me e Benvegnù una notte da buttare. Sapete com'è andata, e ho raccolto tutta la vostra amarezza per non avere potuto assistere al reading ma anche la frustrazione per un contesto che, a prescindere dall'accaduto, tutti, senza eccezioni, avete considerato come inadeguato, non confortevole, addirittura “respingente”. Posso solo dirvi che, evidentemente, questa è la regola, se non sussiste neppure la dignità di pagare i propri debiti; io, in seguito, ho ricevuto solo una letterina melliflua da un tramite, il quale, forte di una invidiabile esperienza alle feste in famiglia, non è evidentemente uscito da una bolla di locale paranoia per cui quello che succede a casa mia va accettato e sei tu a doverti adeguare. E dove starebbe scritto? Quando un autore - che è stato invitato, sia chiaro - propone qualcosa, il minimo è silenzio e attenzione, o almeno rispetto, dopodiché se ne può parlare. Chi non sa garantire questo, è meglio che sbaracchi la taverna anziché venirti a cercare. Ma è lo stesso approccio distonico che ho tante volte riscontrato da queste parti, in mille occasioni, e che mi sono sentito rivolgere anche da chi gestiva quel posto, consentendo che tutto vi accadesse: “Non dovevi guardare negli occhi gli ubriachi che ti provocavano”. Che stavamo allo zoo, nì?

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