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ALLA FINE DEL MARE


Non sono fottuto, la testa è solo spenta. Non va avanti. Non trova niente da scrivere. Tutto già detto. Ripetuto. Sbagliato. Tutto inutile. Io ho capito. Nessun entusiasmo, nessun interesse, nessun divertimento nell'affidare i sentimenti. Forse nessun sentimento ormai. Perché, poi? Dove mi hanno portato questi grumi impalpabili, nebulose in attesa di una forma di parole? Io credevo fosse importante raccontarmi, raccontare e per questa ingenua presunzione sono stato punito. Sono stato pulito: non resta più niente. Ma come ho potuto pensare che a qualcuno importasse, che avesse un valore il mio mare di dentro? Il mio mare di male, agitato sempre, impossibile da domare. Mare che era lo specchio dell'anima mia, delle mie parole. Navigando su quello ho creduto di esistere, mi sono illuso di vivere per gli altri. Negli altri. E adesso mi perdo. Mi cancello di attese, mi stendo, mi arrendo. Arenato sulla sabbia di una realtà che non c'è, è fatta di niente, e a volte mi manca, e a volte mi stanca e a volte non la voglio, quale che sia. Non la cerco più. La penombra del viale è lunga un infinito, sembra a me che gli alberi si torcano al mio passaggio. Sono abituato ai silenzi, al fruscio che lasciano. In questo regno mi muovo senza trovarmi, senza aver dove andare, prigioniero di un deserto dall'immensità sempre uguale. Come può essere vuoto l'immenso, vuoto e stretto, stretto e inutile. Come può assomigliarti nella tua apatia. La ricevi, la rendi. E il tempo ti consuma proprio mentre non c'è, lo guardi passare e non fa rumore. Anche il mondo che ti esplode contro non lo senti neppure, è un enorme acquario e tu non sai quando, come sei rotolato fuori. O se ci hai mai nuotato. O se sapevi nuotare. Ma tanto è tardi, non hai più voglia di mettere in ordine le onde. Non c'è più niente che io possa fare. Perduta la tenerezza di quando ci si arrende. Perduto l'odio, l'orgoglio, la paura. La mortificazione è andata via, non m'importa chi riderà di me. L'anima asciugata di ogni sentimento, e, in fondo, un suono di campane, la fioca scia d'un faro. Non ci sono parole, non ho parole, non più, il mio mare finisce qui. 

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