AVVICINANDOCI
La
data di luglio ci serviva anche, se non soprattutto, a capire se
aveva ancora un senso stare insieme su un palco, se c'era ancora la
magia dopo quattro anni complicati per tutti e due. E la magia c'è
ancora, a detta di tutti e anche nostra. Anche più di prima, perché
siamo cresciuti. Così, ci siamo subito trovati d'accordo nel fare un
giro in autunno, in modo spontaneo, senza complicarci troppo la vita.
L'unica cosa che volevamo, dopo tanti reading-concerto slegati, era
un concetto, un'idea complessiva che tenesse unite le proposte, un
progetto organico. E il progetto l'abbiamo trovato. Adesso sappiamo,
più o meno, quello che dobbiamo fare. Si tratta solo di definire i
dettagli e nei prossimi giorni dovremmo trovarci di nuovo per
lavorare sodo, confrontare il rispettivo nuovo materiale, che abbiamo
in grande quantità per questo giro, e vedere come amalgamarlo. Ma
questo non è un problema. Dopodiché saremo pronti per partire e
succederà credo molto presto. Mi rendo conto che, messa così, pare
più difficile di quanto non sia, ma il fatto è che quando si fa
tutto da soli, paradossalmente ci sono più cose da risolvere e se ne
va più tempo. In un certo modo, è sempre una marcia di
avvicinamento. Inoltre, arrivati tutti e due all'orizzonte dei 50,
che non sarà l'età della ragione ma le somiglia molto, ci
ritroviamo entrambi a un punto di svolta, quel momento in cui uno
dice “da domani sarà tutto diverso, non so come, forse peggio
ancora di ieri, forse più difficile ancora, ma a modo mio”. Sfrondare
il superfluo e privilegiare quello che riconosciamo come urgente e
importante, ecco cosa facciamo. Una
doppia resa dei conti, in un certo senso. E sarà interessante
constatare come tutto questo si riverbererà sugli spettacoli. Senza
ansia, vedendoci un po' e sentendoci di continuo, abbiamo definito
per bene la nostra idea e ormai siamo a buon punto. Vogliamo fare
qualcosa di davvero bello, con un senso oltre le parole e le musiche,
qualcosa che resti anche dopo che ce ne siamo andati e il teatro si
spegne.
spero davvero di incrociarvi.
RispondiEliminaroberto
Penso ogni giorno a quante cose si perdono nel nostro passaggio e forse, non le si è mai raggiunte per eccesso di raziocinio o di buona educazione. Non sono sentieri persi. Semplicemente, non ci appartenevano e la giovane età ci ha fatto credere che fosse sempre per colpa degli altri, che avessimo perso delle occasioni. Occasioni per farci vedere o riconoscere, certo, ma non per riconoscerci. Ribadisco qui. Crescendo, ci si scrolla di sosso le fronde, se mai le si è avute. Le rughe risaltano ai lati degli occhi e della bocca, di più di un rossetto rosso, per noi donne. Gli occhi si sfumano e divengono opachi. Ma è la vita dei nostri geni che ci scorre sugli occhi e nelle vene. Io divengo sempre più mia madre. E lotto ogni giorno per mantenere la purezza della gioia di mio padre. Quando assisto alla bellezza che scorre tra voi, ho ancora meno paura di essere "me". Perchè io sono parte delle mie radici. E vi attendo con la sicurezza che non avrò mai nelle gambe, ma delle mie rughe, eccome! Abbraccio doppio.
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