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STRONZI


Più funebre, no?

STRONZI
Il Signore nella sua infinita bontà ha creato le sciagure perché i cantanti sensibili potessero compiacersene. Da grandi poteri derivano grandi possibilità, soprattutto adesso che si vendono meno dischi, e allora eccoli i supereroi del cuore non perdersi una catastrofe: terremoti, frane, inondazioni, loro ci sono sempre, Renato Zero, uno passato dal bazzicare le suburre ai conventi del fraticelli, l'ha detto: “Quando una città chiama, Renato risponde”. Nessuno è bravo come lui a parlare in terza persona, neanche Napoleone. La chiamano beneficenza, e la è: per gli sponsor, le televisioni, le compagnie telefoniche, tutto il business collegato del cuore e un po' anche per loro, gli apostoli canterini che si rifanno la faccia con il portafoglio altrui: perché il gettito, al netto di spese, rimborsi, provvigioni e note a piè di lista, esce tutto dall'adorante pubblico che ormai è avvezzo a questi tour riparatori. Concertoni che servono a niente, in Emilia Romagna il conto dei danni è stratosferico, 4 miliardi di euro, questi santi griffati tolte le spese raggranellano cinquanta, centomila euro, ma sono contenti così. Anche perché i proventi Siae per i loro successi versione umanitaria, quelli se li tengono, è una partita di giro e alla fine loro vincono sempre, vincono su tutta la linea. Poi spesso anche gli spiccioli si perdono nei rivoli delle promesse, della burocrazia, dei misteri gaudiosi, ma quello che conta è il gesto, l'immagine. E infatti questa è beneficenza d'immagine, di facciata, ed è proprio la faccia che ne esce tonificata, meglio di qualsiasi lifting. Non si ha notizia di uno solo, fra questi cantanti milionari, ipocriti, viziatissimi e regolarmente stronzi, che metta mano di suo al portafoglio. A quello ci pensa il popolo bue con lacrima incorporata, com'è umano Renato, com'è generosa la Pausini. Se solo li vedeste, quando la “beneficenza” finisce, che capricci, che pretese, e che avidità. E che invidie, protagonismi, guai a non esserci, si passa per insensibili e anche un po' sfigati. Ma al popolo piace così, piace mettersi in pace la coscienza con la coscienza altrui, piace che i supereroi ci mettano non il culo ma l'ugola. Da grandi poteri derivano grandi responsabilità, e anche, ogni tanto, grandi opportunità. E allora eccoli, i nostri cantanti sensibili, tutti in marcia come il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo. Il Quarto Stato dei milionari, con un parco macchine che da solo vale più dell'incasso dei loro concertoni solidali (poi ci sarebbe il capitolo coca, ma non sta bene parlarne in un'occasione nobile come questa). Ma se li meritano, loro hanno il cuore grande, anche la beneficenza è un lusso, che la si faccia con la faccia oppure staccando il biglietto.

Commenti

  1. Un vero schifo. A pensar male certe volte li immagino mentre accendono ceri pregando per una nuova catastrofe.

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