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CAERANO DI S. MARCO (TV), VILLA BENZI ZECCHINI



CAERANO DI S. MARCO (TV), VILLA BENZI ZECCHINI
Un posto magnifico, che sarà un peccato se verrà ucciso. Un palco così profondo da consentire cinque file di poltrone. Non molta gente, poca gente, ma almeno la possibilità di entrarle dentro, a tutti i livelli. Penso di avere letto bene, di avere liberato un'atmosfera, un momento di teatro insieme a Lorenzo Tomio che magnificamente ha sorretto le mie parole. Ormai so cosa faccio, so cosa debbo fare. So anche perché lo faccio, finalmente. Un'altra occasione per spremere tutto, un po' più di quello che avevo. Per entrare ed uscire dai miei incubi, arrivando sfinito alla fine. Che cosa sono io? Un cantastorie, di quelli che non usano più, che si aggiravano per i villaggi nel Medioevo raccontando d'incantesimi, bambole, cimiteri, gattini, foulard come sudari, tragitti nel nulla di un lungomare, fotografie che restano, querce, cieli, piccoli fuochi, gente di gesso, stazioni, vagoni, incubi, cose che mancano, cose che non tornano ed altro ancora. Ed è sempre bello sentire alla fine che qualcuno si è turbato, smosso, commosso. Ed è sempre bello sentirsi dire “nessuno propone queste cose”. Io propongo il dolore. Non filtrato, senza i diaframmi delle costruzioni ideologiche, politiche, sociali. Io propongo il dolore, il mio che è quello degli altri. Se riesco a strappare una lacrima, sono contento perché una lacrima che esce fa bene. Fa bene a tradimento. Ieri è successo, ancora. 

NOI

QUANDO

LA BISNONNA ZELINDA FATTA A PEZZI

SEI FOTOGRAFIA

SOTTO LA QUERCIA

LE BAMBOLE MORTE

UN FUTURO TROPPO CORTO

E' GIA' SERA

A COSA SERVE UN FOULARD

IL CIELO

NON CI SEI

GESSO

TUTTO SCORRE

UN PICCOLO FUOCO

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