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ALL'ILVA LA RIVOLUZIONE PUO' ATTENDERE


Meglio il veleno oggi

ALL'ILVA LA RIVOLUZIONE PUO' ATTENDERE
Il mondo alla rovescia, il mondo che non ti aspetti. A Taranto i magistrati sequestrano la Ilva, da cui ipotizzano disastri ambientali e morti sul lavoro, quasi 400 in 13 anni, per emissioni tossiche e gli operai anziché con i giudici stanno coi padroni, fanno le barricate perché il drago gigantesco si rimetta subito a sputare il suo fuoco venefico, arrivano a dire che sversi e scarichi criminali sarebbero quelli, trentennali e mai bonificati, della vecchia Italsider. Tanto può la fame di lavoro in tempi di spread, la rivoluzione abolita in luogo della restaurazione, non il sol dell'avvenire ma il sole malato degli altoforni che sputano polvere, non la giustizia sociale e il diritto di vivere ma quello di morire, almeno secondo i giudici, meglio i suicidi lenti che quelli improvvisi dal balcone o appesi a una corda in cantina.
Il mondo al contrario, figlio della paura e della disperazione, se ci chiudono anche l'Ilva allora chiude anche il porto e dopo cosa ci rimane? Non ci stanno gli operai, che chiedono, si capisce, un ambiente più salubre sul posto di lavoro ma intanto quello che c'è, il possibile invece dell'impossibile, le maestranze che tornano all'antica diffidenza verso la magistratura con un salto indietro del tempo di quarant'anni, mezzo secolo e minacciano una rivoluzione alla rovescia, fateci tenere le nostre catene, i nostri lavori precari e pericolosi, tutto ma non l'anticamera di una disoccupazione da cui non si torna, che è peggio del limbo, peggio di tutto. E alla fine, incredibile a scriversi, le ragioni di chi lavora coincidono con quelle di chi comanda, i padroni che annunciano “Non ce ne andremo da qui, non scaricheremo le famiglie degli operai”, gli operai che esultano, si calmano, si convincono a sospendere i blocchi stradali ma sono pronti a riprenderli dovesse venire confermato il sequestro di 6 impianti. Addirittura polemizzano: la tecnologia per salvare ambiente e polmoni ce l'abbiamo, i buchi sono antichi, perché intervenite adesso e come un mammuth in fonderia? E chiedono, pretendono misure sì, ma graduali, mentre la fabbrica non si ferma, mentre il grande drago continua a sputare il suo fiato micidiale.
Marx nel suo ottimismo rivoluzionario credeva che, a forza di star male, i proletari di tutto il mondo finalmente uniti avrebbero capovolto i rapporti impadronendosi del potere. Invece a Taranto è successo il contrario, non più potere e contropotere ma una saldatura siderurgica in favore del lavoro che resta, buono o cattivo che sia, meglio l'uovo oggi in un mondo che lo stato di necessità fa girare al contrario. Ma Marx non aveva previsto lo spread, la globalizzazione, la Borsa-bingo e tutte le altre diavolerie che tengono in vita il capitalismo oltre il capitalismo, e fanno girare questo stravolto mondo alla rovescia. Lenin era convinto che la coscienza proletaria andasse costruita, da chi operaio non era, dal partito dei borghesi, ma quale coscienza può esserci di più presente, di più urgente di quella che sa di dover lavorare, di dover sfamare la famigli anche domani, soprattutto domani?

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