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RICORDANDO LA FATICA



RICORDANDO LA FATICA
Questo è un discorso un po' come viene, senza pretese di particolare coerenza o lucidità, più che altro uno sfogo, rivolto a me stesso e, magari, a chi avrà la pazienza di scorrerlo. Il fatto è che, in questi tempi di sfrenata retorica antimafia, mi torna in mente la mia intevista al giudice Antonino Caponnetto. Perché è mia, maledizione, anche se col tempo ha finito per girare dappertutto. Pentirsi di qualcosa è sempre patetico, ma ho un rimpianto, averla data a chi non meritava niente e invece ci si è fatto bello, grande, insieme a parecchie altre cosette. Quando penso alla fatica. Tutta sotto la neve me l'ero fatta quella strada, su una Ka che non stava in piedi (...) Ho scritto tanto, ho intervistato tanti, e ora non ho più una certezza. Non mi pento, ma a volte avverto imbarazzo per quel mio entusiasmo. Quando penso alla fatica, all'assurdità di destinarla a giornali del tutto sbagliati, almeno per me. Ero io quello fuori posto, e proponevo cose fuori posto (...)
L'articolo completo sul Faro n. 25, spedito agli abbonati da sabato 23 giugno

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