UNA SENTENZA DA DISCUTERE
Ma non è vero che una sentenza va
accettata e basta, accettarla non implica la censura alla logica, al
cervello. Come è possibile che l'asilo degli orrori di Rignano
Flaminio non esistesse? Anni di accuse al limite del pazzesco,
sevizie sessuali a bambini di pochissimi anni, cancellati da una
pronuncia marmorea, “i fatti non sussistono”. E se non
sussistono, cosa hanno visto quei bambini, le loro famiglie, le
legioni di psicologi, di tecnici, di periti, i carabinieri e il pm
Marco Mansi, che tra l'altro ricordo perché ha esercitato a Fermo
nei miei primi anni di cronaca giudiziaria? Mansi aveva chiesto una
carriolata d'anni di galera. Glieli hanno scaricati sui piedi, a
porte chiuse, con le famiglie che prendevano a calci e pugni la porta
della camera caritatis. Una cronista del Corriere, Maria Volpe, ha
espresso la sua indignazione “di donna e di mamma”, della quale
non può fregarci di meno perché il diritto narcisistico, mammario,
mammellario, non dovrebbe trovare posto in un sistema laico. La
domanda da porsi invece è un'altra, ed è un'aporia: qui qualcuno
mente, e di brutto. O mentivano i bambinetti dell'asilo, che però
dovrebbero essersi inventati tutto come in un film dell'orrore, tutti
quanti ispirati o almeno scientificamente suggestionati; oppure
mentiva chi li smentiva, ed erano tanti, ed erano troppi. Ma questa
sentenza, a prescindere dai successivi sviluppi nei prossimi gradi di
giudizio, è una sentenza da non accettare a scatola chiusa.
O sono stati accusati degli operatori
scolastici innocenti, e del peggiore dei crimini, roba da rovinare
non una ma cento vite; oppure sono stati salvati degli orchi, la
schiuma della feccia subumana. Come se ne esce? Non è permessa
neppure la scappatoia del dubbio, dei fatti non adeguatamente
provati, perché la pronuncia della Corte la esclude come di più non
si potrebbe: “I fatti non sussistono”, non c'erano, erano peggio
che fantasie. Ma altri fatti, di conseguenza, sussistono e come. A
Rignano Flaminio, qualcuno resta vittima, qualcun altro resta
carnefice. Per lo stesso motivo, ed è la conseguenza più drammatica
e più urgente, in magistratura qualcuno dovrebbe venire cacciato, e
senza indugi, perché è un pericolo pubblico: o un pm che lavora
come un pazzo, e trasforma della brava gente in mostri; o un collegio
giudicante che trasforma in mostri della brava gente.
Caro Massimo, avevo letto a suo tempo, correggimi se sbaglio, che normalmente in questi casi gli interrogatori sui bambini vengono filmati (a loro insaputa) oltre che registrati. In questo frangente vennero solo registrati, del cui fatto si lamentò un avvocato dei bambini stessi. E adesso salta fuori questa sentenza.
RispondiEliminaC’è da pensare male per la solita questione “all’italiana” o secondo te, che provieni dalla cronaca, questo non è un fatto rilevante?
Ciao,
Danilo.
Non saprei, ma l'importante è che fossero stati comunque presi, con le garanzie del caso, e non semplicemente trascritti. Penso che non sia questo il problema.
EliminaSecondo me probabilmente c'è stato un vero e proprio business degli abusi inventati, cioè avvocati e pubblici ministeri, che costruiscono accuse sul nulla, inducendo i bambini a confessare fatti creati a tavolino, e genitori che magari sperano di fare quattrini con un mega risarcimento.Faccenda simile a quella che coinvolse Michael Jackson!
RispondiEliminaOvviamente la mia è solo un'ipotesi a caldo, potrei anche sbagliarmi, quindi non resta che aspettare l'evoluzione della faccenda
ma forse la faccenda in realtà è molto più semplice: tragica incapacità.
EliminaPiù che della vicenda in sé che non commento perché dovrei saperne molto di più ma quello che fa orrore è come stampa e televisioni ne abbiano parlato senza un minimo di ritegno. Un vero schifo. Ogni tanto sto in un paese, la Svizzera che ha miliardi e miliardi di lati oscuri ma che apprezzo per come i suoi organi organi di informazione (Rsi1 e Rsi2 sono su un altro livello rispetto alla televisione di stato italiana) siano costretti a trattare in punta di piedi argomenti di questo tipo e più in generale notizie di cronaca nera o giudiziaria.
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