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FORMIGLI, NON SERVILE MA DEFERENTE


Vagamente sull'attenti

FORMIGLI, NON SERVILE MA DEFERENTE
Onestamente, l'intervista non l'ho guardata e di più non saprei dire. In compenso ho colto qualche impressione su singoli momenti, singole sequenze. E allora, se il linguaggio del corpo conta qualcosa, si vedevano due posture a confronto: quella del potente, appoggiato su se stesso, la schiena bene contro lo schienale, forse appena sollevata, indice di un accenno di disagio ma non per la situazione quanto per il messaggio da emanare; e quella di uno vagamente sull'attenti, che stava bene attento a non irritare o altrimenti contrariare o perfino contrastare il potere, malgrado le maniche di camicia orgogliosamente fatte su. Una sequenza poi l'ho anche ascoltata: Monti che parla con voce metallica, da bancomat, dice niente ma insiste su un concetto: io vi ho salvato, io vi sto salvando, facevate la fine della Grecia. Formigli che, cogliendo immediatamente lo zeitung, batte e ribatte, in modo apparentemente ottuso, in realtà concordato, proprio su quell'unico tasto: la Grecia, fortissimamente la Grecia, e poi manda un filmato di greci incazzati, cariche di polizia, bulldog umani con voglie di colonnelli. Ad uno che bene o male ci sta dentro, il gioco appare chiarissimo, lampante: insistere sul pericolo per legittimare le scelte del potere che ci trae fuori dal pericolo. Davvero? Qualcuno sostiene che, da tempo, siamo già fin oltre la Grecia, e che solo l'ipocrisia delle istituzioni internazionali, dipendenti dai mercati, non lo dice. Qualcuno è convinto che i conti siano dopati, che i nostri suicidi, umani, di aziende, di negozi, di città, di borghi, non temano confronti, né con la Grecia, né con la Spagna, né con nessuno. Ma il bancomat Monti insiste, anche un po' sprezzante: ve la siete meritata la Grecia, ed io ve la scampo, ingrati che altri non siete. Intanto l'Ocse ha appena detto, id est ordinato, che sarà necessaria (quantomeno) una manovra supplementare non minore di quella appena imposta, cioè raddoppio di tutte le tasse, imposte, accise, perché finora le misure di Monti sono servite a niente, zero, nisba. Si capisce anche perché: avevano ipotizzato un tasso recessivo di 0,5%, eravamo già circa allo 0,8% trimestrale il che su sfondo annuale andava oltre il 3% col segno negativo. Cosa che nei sancta sanctorum si sapeva, si diceva, ma sui giornali e telegiornali no. Oggi, per tacere dei mercati e delle agenzie di rating, non c'è singolo esperto economico-finanziario internazionale che non consideri avventata, se non sventata, la politica economica del nostro attuale premier. Ne avrà chiesto conto, il buon Formigli, ad un Monti di gelida tracotanza? Non potrei dire, ma sono pronto a scommettere di no, che oltre la Grecia e i suoi fantasmi l'intervista non servile ma deferente non è andata. Che ne sarà di noi? Lo scopriremo solo suicidandoci, però una certezza, almeno una, ce l'abbiamo già. Quanto miagolano dolci, i giornalisti in maniche fatte su, che non guardano in faccia nessuno, quando si trovano in faccia il potere.

Commenti

  1. Io ti stimo, ma sinceramente come vivi il fatto che un tuo " collega " non andando contro non mettendosi di traverso abbia comunque un suo spazio, seguito da molta gente, invece di essere lui al tuo posto perche' magari indegno del titolo di giornalista e tu a spandere sapere liberamente e con un seguito corposo? Questo me lo chiedo in relazione al fatto che molte tue riflessioni mi intrigano mi affascinano, ma vedendo una persona capace, intelligente non avere riconosciute le propie capacità mi spavento di questo mondo e di come stiamo messi?! Michele La Spezia

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    1. Se mi stai chiedendo se sono invidioso di Formigli, la risposta è: no.

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  2. Esiste una soluzione per uscire da tutto questo schifo che non sia la violenza?
    Sono delusa,amareggiata ed ora anche arrabbiata perché mi sento presa in giro,perché non vedo rispettati i miei diritti e,soprattutto perché non ho più fiducia nello Stato e nelle istituzioni.
    La voglia di andare a vivere altrove è sempre più forte ma poi mi chiedo..."è questo il mio Paese,possibile che non si possa fare qualcosa per poter tornare a viverci e non a sopravviverci? Di solito si dice che l'unione faccia la forza ed io mi chiedo a che livello di disperazione sia necessario che la popolazione(me compresa)arrivi prima che decida di riprendere in mano la sua vita ed il suo Paese!Grazie.Diana

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    1. a me pare che il livello sia oltre ogni reattività. l'italiano è violento ma servile, e animale familista, non sociale. quando si salva, lo fa subendo, resistendo passivamente. comunque il peggio deve ancora venire.

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