DOVERI NATURALI
L'uomo si vuole sia un
animale sociale e l'italiano è un animale asociale di sicuro,
portato al familismo amorale, al fatalismo ora ripiegato ora
aggressivo. Se non gli va di fare qualcosa, l'aggira. Se non può
aggirarla vi si sottomette covando odio e vendetta. Ma in nessun caso
si sente dentro l'istinto alla cooperazione, alla comune convivenza e
non gli serve professarsi di sinistra, solidale, ecologista, quelle
sono solo maschere di coscienza. La prendo alla larga per dire che
siamo un popolo nucleare e violento, però portato a sottomettersi a
un padrone, in attesa di ribaltarlo (per subito cercarsene un altro).
Ci fu un dittatore che l'aveva capito: “Come si può non opprimere
un popolo di servi?”. Adesso la nostra servitù si chiama Monti
e non perché sia stato inastato senza investitura popolare, neanche
i partiti ce l'hanno l'investitura popolare e sono stati loro a
metterlo dove sta lasciandogli in mano tutti i cerini accesi. Lo
stesso Berlusconi non è stato ribaltato, quella dello spread
punitivo era una balla che gli faceva comodo, Berlusconi, travolto da
se stesso, dai propri baccanalia, aveva realizzato di non poter più
recitare, nemmeno indecentemente, la parte del padre nobile
preoccupato per i patri destini, mentre si preoccupava solo dei
casini di Arcore. Gli ha fatto comodo togliersi d'impiccio con gesto
da statista, per di più incalzato dall'ultima randellata
giudiziaria, quella del risarcimento a De Benedetti, continuando
grossomodo a fare i suoi comodi come prima. Insomma, la casta dei
politici inetti si è (temporaneamente) affidata a quella dei
banchieri e professori inetti. La situazione, per quanto incredibile
potesse sembrare, è addirittura peggiorata.
Con Monti lo spread non è
sceso, si è temporaneamente placato per la manovra di Draghi che ha
pompato solo in Italia 200 miliardi di prestiti nelle banche,
prestiti che andranno restituiti, mentre Monti inanellava un rosario
infinito di vaccate, gaffes, topiche. I partiti (e i giornali
annessi), figurarsi, lo sostenevano imperterriti: faceva quello che
loro non avevano più la forza e l'autorità di fare, imporre un
regime di polizia fiscale, con moltiplicazione di tasse ogni giorno
una più demenziale o illegale dell'altra. Tasse destinate a restare
anche a Monti morto, perché il bello delle tasse di questo Paese è
che, una volta partorite, vivono per sempre: abbiamo ancora le accise
sulla guerra di Libia.
Solo che Monti alle sue
cazzate ci ha preso gusto, se ne è dopato, non si ferma più,
pretende di cambiare il servaggio degli italiani annientandoli, è un
vecchio fuori controllo a capo di una coalizione d'imbecilli fuori
controllo. Mi spiace essere volgarmente esplicito, lo so che non è
affatto professionale, ma lascio questi miei eccessi a futura
memoria: i fatti mi daranno ancor più ragione di oggi. Il cosiddetto
governo ormai è una Concordia alla deriva, ogni giorno dichiarazioni
improvvide, stupidaggini, figuracce, complicazioni burocratiche,
mentre ci spiano e ci strangolano come nemmeno la mafia osa
fare nel sud del sud. E lo spread torna a ruggire a livelli
berlusconiani. Un giorno, quando la
storia si sarà incaricata di ridimensionare questo governo al ruolo
che gli compete, quello dell'operetta, bisognerà pure aprire una
riflessione sulla sconfitta della casta tecnica, che addirittura
induce tentazioni di rimpianto di quella che ha sostituito. A parte
che anche i politici erano farciti di tecnici ugualmente
sciagurati, vedi alla voce Tremonti, si ha qui la conferma,
allarmante, di uno stato disastroso della docenza superiore. Questi
professori, tolti dalle loro bolle, dai loro atenei a conduzione
baronale, mostrano tutta la loro incompetenza, una incapacità da
autistici, una insipienza da disadattati. Il comportamento di una
Fornero è esemplare, in modo lugubre. Se la trasmissione delle
competenze scientifiche al massimo grado è al loro livello, allora
siamo conciati anche peggio di quanto sospettavamo.
E qui casca invece la riflessione più urgente, da buttare via appena maturata: come abbiamo potuto
ridurci così in basso? Non dico di prendere il fucile, per carità,
mi chiedo come abbiamo fatto, come facciamo a mandar giù ogni giorno
dieci bocconi acidi, ma di un acido tossico, psichedelico, senza
fiatare. Prendiamo solo l'ultima cosa, la più infima, la più
incredibile. Fra due anni, nuovo parco decoder, quelli che ci hanno
appena imposto non vanno più bene, ricomprare tutto. E così faremo,
disciplinati come cani ammaestrati. Se ci arriveremo, fra due anni. E che dire dell'impune
rincaro dei taxi a Roma, neppure più obbligati a emettere ricevuta,
e meno male che il governo dei tecnici sembrava intenzionato a
mettergli la mordacchia? Questo popolo di contestatori caciaroni, esibizionisti, sembra
arreso, disponibile a tutto. Se ci dicessero di applicarci una
telecamera ai coglioni e all'utero, lo faremmo immediatamente (magari
trovando il modo di sabotarla: ma ce la infileremmo). Niente ci pare
più strano, ingiusto, men che meno oltraggioso. Niente ci pare
impossibile, benché sulla nostra pelle. Siamo come deportati in
lager, non ci chiediamo neppure più quando tutto questo finirà e se
serve a qualcosa. E mi chiedo ancora: ma dove sta scritto, alla fine,
che io cittadino spremuto debbo assoggettarmi a tutto questo? Perchè
dovrei io riparare, contribuire a tamponare le voragini lasciate da
un sistema politico criminale, tutto diamanti, appartamenti,
fuoriserie, dobloni, senza ricevere nulla in cambio? Io, che le tasse
da pagare le ho sempre pagate. Io, che non ho mai avuto una garanzia
o un contratto. Io, che non ho più niente. Qui non si tratta di non
poter scappare all'occhio lungo di Equitalia. Qui si tratta di
nutrire in noi l'ineluttabilità, quasi la giustezza di questo
stillicidio che ci sta uccidendo. Ho ormai rinunciato a prendere la
macchina. Il riscaldamento domestico non so che sia. Ho rinunciato a
qualsiasi minuscolo piacere. Vivo probabilmente peggio dei miei
genitori, ed è la prima volta che succede dal dopoguerra, e presumo
che le mie condizioni di vita regrediranno, perché a lungo andare il freddo nelle ossa, i vestiti
scadenti, il vino cartonato, gli alimenti di seconda scelta, e tutte
le rinunce annesse e connesse, pesano. Minano. In nome di cosa?
Perché tocca a me? Dov'è che sta scritto che i poveri più poveri
debbono ancora mantenere i ricchi più ricchi? Nella sacra
Costituzione? Ma questa Costituzione è scesa dal Verbo, o l'hanno
fatta un pugno di uomini preoccupati anche loro delle rispettive
convenienze?
Ci sono, abbiamo
imparato, i diritti personalissimi, inalienabili, naturali, connessi
col nostro stesso esistere. Ci sono anche i doveri naturali, come
farsi torturare, derubare, umiliare, in nome non si sa più di che
cosa?
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RispondiEliminaMi sa che il fondo lo abbiamo toccato ma mi sa che abbiamo iniziato a scavare cosi' almeno andiamo piu' in basso di quanto ammissibile.
RispondiEliminaLeggo ora dall'ANSA che Ravetto propone un fondo anti-suici. Adesso, che diavolo di senso ha e come funziona?
1) Se risarcisce la famiglia del suicida allora c'e' la tacita ammissione di colpevolezza del governo e parlamento nel suicidio cosa che oggi negano. Tra l'altro che si identificherebbe un nuovo reato di concorso in suicidio?
2) Ti risarcisce prima che ti suicidi? allora e' una nuova forma di finanziamento a fondo perduto dove tu chiami, dichiari che stai per suicidarti e loro ti danno i soldi...e scommetto che i soldi non andrebbero a nessuno che veramente ne ha bisogno come di buona prassi italiana
Io si, sarei per un fondo, il fondo che serve per cacciare questi cialtroni: quanto volete per levarvi dai c.......? Sicuramente ci costerebbe molto meno che mantenerli e i suicidi, come per magia, scomparirebbero
Povera Italia
sospetto che il fondo preluda a una tassa.
EliminaCaro Massimo,
RispondiEliminaqua il discorso non è della pensione a 70 anni (con la cagata dell’aspettativa di vita cresciuta, mentre tutti sanno che i nostri soldi servono per pagare le mega-pensioni). Il fatto è che se a 70 anni ci arrivi, in quali condizioni ci arrivi? Nessuno dice che la qualità della nostra vita è notevolmente peggiorata altro che palle. E purtroppo ho paura che sarà sempre peggio.
Un abbraccio.
Ciao,
Danilo.