METTETECI UNA PEZZA
Allora, l'ultima, per il
momento, è che, dopo Travaglio alle prese con qualche insospettata
talpa mafiosa, e in qualche inaspettato albergo mafioso (pagato,
pagato, per carità...), un altro giornalista ottimista e di
sinistra, di quelli che la sanno lunga e la insegnano, Baffone
Ruotolo, se la spassava in vacanza a Panarea, pesce, sole e libertà
con Massimino Ciancimino, il figlio di Vito, il sindaco mafioso, ma
appena appena, del sacco di Palermo. Massimimo, ipse dixit alla
Zanzara, ha qualche piccolo guaio con la giustizia attualmente,
qualche esplosivo interrato in giardino, qualche riciclaggio, qualche
patacca da Servizi maldestri, qualche carta compromettente, che vuoi
che sia? Gli amichetti vanno al mare e si ricreano. E il piccolo
Ciancimino è diventato una star, figuratevi, dell'onestà, della
legalità ad Annozero grazie ai giornalisti con cui piglia il sole,
quelli che poi fanno i legalitari antimafia in tivù e sui giornali.
Ma da questa gente dobbiamo farci fare la morale o la lezione di
giornalismo, di schiena dritta? Dai fogli giudiziari d'assalto che
lustrano i neomelodici lasciandogli dire che cantavano ai matrimoni,
roba che anche un cronista di paese si offenderebbe? E che ne è
dell'inchiesta (archiviata, archiviata...) che nel 2001 ipotizzava
d'Alessio presunto finanziato dal boss di Forcella Ciro Russo detto
Pummarola? Mistero, silenzio, se ci vogliono le palle rivolgetevi
altrove, qui ci beviamo un vinello in villa, sai che onore. Eh, dai
vari Gaber a d'Alessio il passo è breve (e indotto da chi?), come
dalla legalità a Ciancimino jr, quello con “le pezze d'appoggio”,
che poi, secondo la procura di Caltanissetta, erano pezze al culo.
Della serie: Minzolini sono sempre gli altri, adesso sullo stesso
foglio aspettiamo l'impegno antimafia di Belen, le drammatiche
confessioni di Fabrizio Corona, il momento-verità di Paris Hilton.
Sempre nel segno dell'indignazione, un brand, giornalismo duro,
depilato ma appena appena. Indignazione de che? A Bocca la cronaca da
cancelleria giudiziaria stava sui coglioni ma l'andazzo dei quattro
mici al bar o al mare, degli antimafia con le gole profonde in odor
di mafia pare peggio che insopportabile, pare allarmante, un andare
oltre i necessari compromessi dell'informazione, un confondere le
acque, un gossip moralistico da cassetta gravido di conseguenze
rischiose. Peraltro, neanche il vezzo del telo da bagno in condominio
coi giudici-vedette che ti passano i verbali sembra troppo
raccomandabile: a ciascuno il suo mestiere e un minimo di senso della
misura, o no? Invece qui si vedono giornalisti che fanno i giudici,
giudici che fanno i giornalisti, comiche che non fanno più ridere
sprecate come croniste e cronisti che fanno ridere solo quando non
vogliono. E star della legalità antimafia in odor di mafia per parte
di padre che votano per Di Pietro, per il retino Orlando, quello che
non perdonava neanche Falcone.
Fremevano i baffoni di
Ruotolo, avendo io scritto che quella loro era faziosità zdanoviana.
Ma la sua indignazione fremente la meritavo, non erano faziosi, erano
solo vacanzieri.
Non sono mai stato un amante di Santoro e non l'ho nemmeno mai seguito però capitai una sera che c'era questo figuro e ne uscii disgustato. Volete fargli un'intervista? Fategliela e chiudetela lì ma portarlo in trasmissione trattandolo come l'oracolo de La storia infinita era sinceramente un'offesa vera e propria, una presa per il culo in cui sono caduti in molti. E adesso vuole pure tornare a fare cosa dopo aver chiesto l'offerta per fargli fare il programma? Il direttore della Rai? Zero dignità.
RispondiEliminaMa quella (di Santoro) penso fosse più che altro una boutade, un segnale mandato a chi poteva decifrarlo.
EliminaDel tipo "Ricordati degli amici"?
RispondiEliminae anche dei nemici.
Eliminamalafede allo stato puro
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