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ALLUCINAZIONE CELENTANO


ALLUCINAZIONE CELENTANO
Ce l'ho fatta: al netto dei telegiornali che non parlavano d'altro, neanche un minuto del Sanremo degli Amici, questa truffa palese che ricorda il campionato di calcio, con Maria de Filippi nel ruolo di Moggi (chissà se al Fatto, solo il Fatto quotidiano, dove Costanzo è molto rispettato, avranno il coraggio d'accorgersene). Più complicato evitare le stronzate di Celentano, moltiplicate per tutti i canali e per tutti i siti. Ma quelle, in fondo, erano fini a se stesse, qualcosa di autodemenziale, prive di controllo e di senso. Tuttavia, qualche riflessione quegli sproloqui la sospingono. Dopo il primo intervento, che aveva suscitato polemiche infuocate mentre di disturbante c'era forse solo l'intimazione a credere, e credere nel Dio a immagine e somiglianza di Celentano (il che sarebbe già una bestemmia di per sé), il ritorno è stato alla camomilla: hai voglia ad ostentare distacco dalle umane faccende, quando la prospettiva è di lasciare sul palco il compenso preteso. Lo spauracchio di una penale, agitato dai vertici Rai, ha indotto questo anziano assai poco coerente ad assai più miti consigli. Ne è uscita una pantomima ancor più penosa della precedente. Io ho visto un paio di minuti, rilanciati dalle homepage dei giornali, e mi sono bastati, anche se c'era da non credere alle proprie orecchie: difficile riuscire a scovare qualcosa di più inconcludente, strampalato, patetico e, in definitiva, penoso. Roba da far rimpiangere il peggiore dei dibattiti parlamentari. Questa volta Celentano, visibilmente preoccupato, dava davvero l'impressione di un vecchio confuso, spaesato, con la sola voglia di sparire. Avrebbero dovuto fornirgli una panchina. Con le sue due uscite ha coperto di vergogna se stesso, la Rai e offerto la conferma che chi tocca il clero, o i suoi media, muore. Per forza: ad attaccarlo in modo talmente maldestro, non si può che fare il gioco del bersaglio (oltre che spararsi sui cosiddetti da soli).
Acclamato come un messia, Celentano ha fatto talmente pietà da farsi abbandonare da tutti, a cominciare dai più ingrati come Travaglio (e questa non è certo una novità). Adesso si sprecano le ipotesi, le dietrologie: avrà voluto far silurare il direttore generale Lorenza Lei, tenuta a riferire alle gerarchie cattoliche che l'avevano imposta? Ha voluto fare gioco di sponda per qualcuno? La sensazione è che Celentano, in un marasma senile ormai irreversibile, non sapesse neanche lui bene dove andava a parare. Lui argomenta sempre tutto a quel modo, si tratti di teologia, di etica, di risorse rinnovabili, di economia o di calciobalilla: è il classico improvvisatore all'italiana, convinto di avere capito tutto di tutto solo perché in tempi remoti ha azzeccato qualche canzoncina (o filmetto, o gollazzo, o quello che sia).
Questo però non risolve il problema dei problemi. Ci si scandalizza sempre dei soldi buttati, della mancanza di merito in qualsiasi contesto, della gerontocrazia, del clientelismo, insomma delle solite ataviche tare nazionali. E poi si assiste a qualcosa che è difficile perfino definire, tanto è inconsistente. Per due tiritere da bar, ma nel ruolo dell'alticcio, questo artista che ormai ha fatto il suo tempo ha percepito l'inezia di 750.000 euro, pari a 1,5 miliardi di lire. Chiunque avesse osato proporre qualcosa di simile, anche gratis, sarebbe stato linciato. Quello di Celentano somigliava ai deliri di Cavallo Pazzo, tanto per restare a Sanremo. I suoi sono soldi rubati, a prescindere dall'eventuale destinazione. Soldi senza presupposto, senza causa, senza ragione. Il canone Rai costa 112 euro, e hanno deciso di farlo pagare anche agli uffici con dentro un computer, il che è una rapina del tutto anticostituzionale. Ma mentre c'è chi si ammazza sommerso dalla povertà, gettano 750mila euro per la confusione di un fantasma balbettante frasi sconnesse, quasi altrettante ad un barba-Gianni suo coetaneo, che non sa condurre neanche uno spettacolo parrocchiale, e – per tacere della pletora di incapaci sedicenti comici e di vallette col torcicollo - non si sa quanti soldi ad una cosiddetta soubrette per aver mostrato l'ombra della fica scendendo le scale.
Contenti i disperati del sabato sera, che a tanto hanno assistito. Ma questo non è stato neanche uno scandalo. È stata un'allucinazione.

Commenti

  1. Adriano Celentano è un altro Robot. Programmato da softweristi pazzi, come tutti quelli che comandano i network. Gente che si parla solo tra loro, con un linguaggio deformato, credendosi una elite. Ci fanno vedere che loro sono diversi, sono altro.... da noi. Roby.

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  2. Caro Massimo, uscendo un pò fuori tema, sono io che penso male o c'è qualcosa sotto sul fatto che, a parte l'anno scorso che vinse Vecchioni, anche quest'anno ha vinto una della scuderia della De Filippi? Oltretutto un'altra che tra una settimana non ricorderemo nemmeno la faccia che ha.
    Ciao,
    Danilo.

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  3. oggi nei tg dicevano che sanremo ha fatto il record di ascolti: pare non capitasse da tempo... come si commenta?
    posso solo dire che sono anch'io orgogliosa di non averne visto nemmeno un'immagine (se non nei tg, appunto) e di non aver ascoltato nemmeno una nota (ma le banalità di Emma sulle donne che lavorano, purtroppo, sì)

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