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MANOVRE INTORNO A UNO SFACELO


MANOVRE INTORNO A UNO SFACELO
Non è così strano quanto sta coagulandosi attorno al governo: i partiti, le coalizioni, semplicemente guardano alle elezioni, quando saranno. Forse prestissimo, ma se anche arrivassero alla fine della legislatura, politicamente è un giorno (e, di norma, il risultato di una consultazione matura, e si conosce, in anticipo nelle segrete stanze). La sinistra PD appoggia Monti per calcolo e per convinzione: conta di inglobarlo, riuscendo finalmente a prescindere dalla compromissione con la sterile sinistra radicale di Vendola e di Di Pietro (che è, in realtà, un neofascismo di sinistra). D'altra parte, non le pare vero di avere una banca, anzi più banche: l'intero sistema che conta. La sinistra PD, ricordiamolo, è fortemente indebitata ma è anche quella che stravede per i predicatori milionari, i Jovanotti, i Fazio, i Saviano, col contorno di cantanti d'ordinanza (addirittura Celentano) e comici organici, tutti ben facoltosi. Le masse, i precari, le piacciono, ma come pretesto, li digerisce solo filtrati, depurati e, appunto, predicati. Da lontano. Ma sull'elitismo di censo questa sinistra non transige, anche perché ce l'ha già e non è disposta a sacrificarlo: Monti le appare come l'uomo ideale per mantenerlo, oltre a conferirle aplomb e, così ritiene, una certa agilità di manovra tattica. Da destra, una destra non c'è più. C'è una Lega che si riscopre oltranzista, nonché spaccata al suo interno. Poi ci sono cascami dell'ex alleanza, come Fini, confluiti nella neodestra cattolico-opportunista con Casini e Rutelli. Infine c'è Berlusconi. Il quale aspetta. Non boicotta apertamente Monti, anche perchè in questo momento è franato nei sondaggi e non ha alleati: dovrà svenarsi finanziariamente, per recuperarne, e non potrà neppure imbarcare la consueta carovana di puttane e papponi o faccendieri. D'altra parte, anche i vecchioni hanno stufato, e un Alfano non fa primavera. Gli conviene attendere, per svariati motivi. Il primo, è che deve lasciar calmare le acque dopo le prolungate intemperanze di un passato tuttora recente; una mano gliela dà la magistratura, che davvero non è intenzionata a praticargli sconti; un'altra gliela dà la Nemesi, che offre ogni giorno esempi di troiaio reclutato, ultimo dei quali il virtuoso Grillo, ormai scaricato perfino dal Fatto, che lo bolla come “soltanto un comico”. Ma nessuno se li ricorda gli spot, durati anni, dello stesso Fatto, di AnnoZero, le liaison su internet di Travaglio nel blog grillesco, le immancabili comparsate dello stesso alle farse di Grillo, che lo annunciava come “il mio ministro della Giustizia”? Passi che i giornalisti-politicanti abbiano memoria corta, questo si capisce. Ma che i lettori siano ancor più volonterosi nella rimozione servile, deprime. Torniamo al Cavaliere.
Che, considerata la sua impasse, ha peraltro bisogno di continuare a palesarsi come lo statista che, con senso di responsabilità, si è fatto da parte in un momento critico per il Paese, e adesso sostiene lealmente il suo successore. Non c'è niente di autentico, naturalmente. Berlusconi semplicemente aspetta – il cinismo non gli manca, i mezzi personali men che meno – che Monti finisca di devastare e scontentare il Paese. E ci sta riuscendo, a dispetto della sudditanza di gran parte dei media che contano. Il risultato che spera di conseguire, è duplice: non solo farsi rimpiangere, ma farsi invocare. Solo io, è il suo calcolo, posso alla fine liberare il Paese da un ottuso burocrate che non si ferma nella sua irresponsabile politica dei numeri, dei controlli sempre più oppressivi, dei prelievi sempre più traumatici e controproducenti, quando non iniqui. Ma non è ancora tempo. Berlusconi si muoverà solo quando, avvertendo che l'esasperazione generale è matura, darà incarico ai suoi giornali di reclamarne il ritorno. Quello sarà il segnale.
Se poi mi chiedete un pronostico, io dico che questa strategia, fin troppo prevedibile, potrebbe anche riuscire, proprio perché elementare. Berlusconi è sempre riuscito a prevalere, in modo irrisorio, sugli errori di valutazione demenziali dei suoi avversari. Di sicuro, il Paese andrà incontro ad una consultazione ancora più tragica, col corpo elettorale sfinito e incattivito, e purtroppo obbligato a rivotare gli stessi, da una parte e dall'altra, divisi in apparenza, granitici nella conservazione e spartizione del potere. Gli stessi che hanno sapientemente orchestrato lo sfacelo. Monti compreso, probabilmente.

Commenti

  1. Niente da eccepire, tutto vero, purtroppo...rimuoviamo tutto come i computer quando si spengono...gli italiani non hanno la memoria corta, hanno la RAM poco capiente visto che dimenticano tutto, sempre e troppo in fretta.

    E' un piacere leggerti Massimo

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