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LIBERALIZZAZIONI DELLE TRE CARTE

LIBERALIZZAZIONI DELLE TRE CARTE
Francamente non riesco a capire come e perché dalla separazione di Snam ed Eni dovrebbero arrivare risparmi energetici “pari a 400 euro l'anno a famiglia”. Per favore spiegatemelo, perché i giornali non lo fanno ovvero lo fanno così: La novità più consistente del decreto è la separazione tra Eni e Snam: gasdotti, impianti di stoccaggio, rete di vendita di Italgas e il rigassificatore Gnl Italia. La separazione sarà definita entro sei mesi con un apposito decreto della presidenza del Consiglio dei ministri. Dal primo trimestre successivo all'entrata in vigore del decreto l'Autorità per l'energia, con l'obiettivo di adeguare i prezzi di riferimento del gas naturale ai valori europei per i clienti vulnerabili, introdurrà progressivamente, tra i parametri in base ai quali è disposto l'aggiornamento, anche il riferimento di una quota gradualmente crescente ai prezzi del gas rilevati sul mercato. Nel decreto non è prevista la norma sulle trivellazioni petrolifere che abbassava il limite delle trivellazioni in mare da 12 a 5 milgia dalle aree protette. Per quel che concerne le bollette elettriche, viene dato il via libera all'introduzione di un nuovo metodo di calcolo, che sarà agganciato non più ai vecchi contratti di lungo termine, ma a quelli spot, più vantaggioso.
Questa non è una delucidazione. È la ricopiatura di un comunicato istituzionale. Si intuisce che scorporare la rete del gas è decisivo, ma non si traduce la consistenza dell'utilità, il meccanismo per cui si risolverebbe in un risparmio per chi usa l'acqua calda. Qualcuno può gentilmente provvedere, facendosi largo tra le nebbie dei risvolti tecnici? Qualcuno potrebbe degnarsi di chiarire se tali e tanti benefici cominceranno a farsi sentire, come pare di cogliere, non prima del prossimo anno, cioè campa cavallo, ammesso che nel frattempo Monti non l'abbia ammazzato?
Inoltre, non si riesce a capire – per favore, spiegatemelo – perché mai uno potrebbe (e già il condizionale della vaghezza la dice lunga) risparmiare “fino a 350 euro l'anno” in carburante poiché il governo introduce lo stop ai contratti di esclusiva tra gestori-proprietari degli impianti di carburante e compagnie. Inoltre viene introdotta la possibilità per i distributori di vendere anche prodotti non-oil. I self service saranno senza limiti fuori dai centri abitati. I gestori, inoltre, potranno aggregare gli impianti di distribuzione, anche in deroga ad eventuali clausole negoziali che lo vietino: obiettivo è quello di sviluppare la capacità di acquisto all'ingrosso dei carburanti, dei servizi di stoccaggio e del trasporto dello stesso carburante. Verranno introdotte entro sei mesi dalla entrata in vigore della legge di conversione del decreto le nuove modalità della cartellonistica dei distributori per assicurare che i prezzi in modalità "non servito" siano forniti senza indicazioni sotto forma di sconti. Dal pacchetto di provvedimenti è stato stralciato quello che prevedeva che le compagnie petrolifere fossero costrette a cedere fino a un terzo delle pompe di benzina direttamente possedute a gestori autonomi. Per quel che riguarda il punto che prevede che i gestori degli impianti che siano anche titolari della relativa autorizzazione petrolifera possono liberamente rifornirsi da qualsiasi produttore o rivenditore, bisogna sottolineare che si tratta soltanto di 500 rivenditori su 25mila.
Io sarò anche stupido, ma ho capito questo. Che dovrei risparmiare se i benzinai si mettono a vendere profilattici o macchine da caffè (che già adesso “regalano” coi punti), e se scovo quell'unico distributore su 500, magari nel raggio di 300 chilometri, che compra benzina da chi gli pare (sai le code). Dicono che Monti ha fatto qualcosa di epocale. Dove, quando? Epocale sarebbe stato, tanto per cominciare, eliminare gli ordini professionali, come la tanto decantata Europa invita a fare. Quella sì che sarebbe stata una misura: neanche per sbaglio. Si potrebbe anche parlare dei farmaci di fascia C “però non nelle parafarmacie”, dell'aumento di ben 5000 farmacie dalle Alpi a Capo Passero, della licenza regalata al tassista che già ne possiede una, e che si venderà al mercato nero, dell'aria fritta sui notai o sulle parcelle degli avvocati... certo, tutti protestano adesso: fa parte della cultura nazionale, tutti pavlovianamente in piazza se appena fingono di spostare un mozzicone di sigaretta, salvo poi lamentarsi in un solo coro perché “qui da noi non cambia mai niente”. Ma se le liberalizzazioni sono questo gioco delle tre carte, ammesso e non concesso che riescano a passare le forche caudine del Parlamento, temo che per tutti noi cambierà poco. E, probabilmente, in peggio.

Commenti

  1. Nel gioco delle tre carte ha almeno il 33% di azzeccarci e vincere.
    Ormai si parla di liberalizzazioni, e le si confondono con piu' licenze. Avere ulteriori 5000 notai non significa aver liberalizzato, ma dare altre 5000 licenze. Stessa cosa per i tassisti. Gli ordini come sottolineavi non toccati per niente.

    Insomma, se ti vuoi svegliare e vuoi fare il contadino basta che ti compri la terra, mentre se vuoi fare il tassista non basta che ti sei comperato la macchina.

    Se studi economia (giurusprudenza) e vuoi fare il commercialista (avvocato) devi lavorare gratis per 3 anni poi fare un esame e ammesso che lo passi puoi aprire lo studio e passare da sfruttato a sfruttatore del lavoro altrui, facendo cosi' in modo che la specie si perpetui

    Alla prossima voglia di riforme che assalira' il paese ci ritroveremo con caste piu' nomerose di prima (quindi piu' gente in piazza) a difendere i loro privilegi (5000 notai in piu' potranno protestare)...e allora ecco che hai ragione, cambia tutto poco, e in peggio

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  2. Oscar Giannino, nelle sua rubrica radiofonica quotidiana, ha sostenuto che il governo compie solo un'operazione mediatica quando dice che dalle liberalizzazioni deriverà un incremento del reddito nazionale (PIL) del 12,2% a regime...è falso, tale dato è basato su stime presenti in studi Bankitalia fondate sull'assunzione ben altri provvedimenti rispetto a quelli presi, di ben più ampia portata...il punto è che non c'è un solo giornalista preparato che sappia mettere all'angolo Monti & C, quando va in televisione a sbandierare dati fasulli...basterebbe dirgli che vende fumo e citare i provvedimenti che quello studio auspicava, ben diversi da quelli del decreto crescitalia....insomma tutto aplomb, loden e....bugie, secondo Giannino, il Monti, come dicono a Milan.....

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    1. Mio il commento precedente, Davide Nardi, Milano

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    2. Ciao Davide, per vedere che i dati sono fasulli, basta darne un'occhiata a due: liberalizzazioni taxi fa crescere il PIL dell'1.5% quello della banda larga del 3%. Se ci metti le altre o ce le metti tutte, e le sommi assieme arrivi a cifre a dir poco da allucinogeni. Se fossero vere e se liberalizziamo tutto, allora secondo i geni, l'economia crescerebbe del 100% o piu'...insomma la Cina sembrerebbe in recessione.
      Pero' come dici tu, ci fosse uno che gliele dice queste cose: siamo solo in pochi a dirle, a pensarle e a scriverle, e guardacaso tutti quelli che lo fanno hanno un'anima con su stampato Einaudi, di cui i politici tanto si riempiono la bocca, ma neanche sanno cosa veramente diceva quell'uomo

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    3. Il vero scopo delle liberalizzazioni ovviamente non sarebbe la crescita, ma la sistemazione dei disoccupati in aumento!

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  3. E per una farsa così hanno paralizzato un Paese. Non so, mi pare tutto un incubo della follia.

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