Passa ai contenuti principali
La trovata celentanesca di devolvere in beneficenza i 750mila euro percepiti per la comparsata a Sanremo chiarisce definitivamente il senso che la beneficenza ha per i ricchi. Qualcosa da dirottare, di cui vagamente ci si vergogna. Celentano sa benissimo che la pagliacciata prima di accettare non è stata seria, non è degna di un artista serio, anche perché si ripete immutabile ad ogni epifania. E sa che un simile prezzo per presentare due canzoncine e un sermone sgangherato è un insulto alla miseria. Sa pure che va, di fatto, a fare da foglia di fico, da specchietto per le allodole di una Rai che lui per primo definisce lottizzata e censoria. Non c'è alcuna coerenza, né dignità. E allora la soluzione qual è? Sbarazzarsi di soldi e polemiche con la beneficenza, a riprova che i poveri, se non ci fossero, bisognerebbe inventarli. Altrimenti, i divi dello sport e dello spettacolo fanno carità differita, ci mettono la faccia e invitano la gente comune a provvedere. C'è un episodio in cui don Camillo, ricevendo soldi non di bucato per beneficenza, li brucia: “Questi soldi non sono buoni neanche per i poveri”. Un centesimo di un misero a un altro misero, vale più di 750mila euro di Celentano a chissà chi.

Commenti

  1. p.s. "a chissà chi": a Emergency, mi si fa notare, il che di per sè sanerebbe ogni comportamento. Ma neanche per sogno. Qui, tacendo che emergency è una delle associazioni più ricche (si veda la sola sede di milano), c'è un giudizio di opportunità, di preferenza ideologica, che non può in alcun modo diventare sostanza etica. Non può essere la scelta del beneficiario a legittimare, ex post, un comportamento così discutibile e disinvolto. Se i soldi fossero stati promessi a San patrignano, per esempio, ho i miei dubbi che chi difende l'opzione Strada sarebbe stato ugualmente comprensivo. Ma è appunto la doppia morale (cioè: nessuna morale) ad non reggere: questo vale per qualsiasi associazione, di qualsiasi tendenza politica, qualsiasi attività svolga. Detto questo, perché i soldi della "carità", finiscono sempre agli stessi e mai a chi davvero non ne ha? Perché anche questi enti sono testimonial, devolvere a loro accresce il prestigio del donatore. il che è doppiamente criticabile.

    RispondiElimina

Posta un commento