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DUBBI MARINARESCHI


DUBBI MARINARESCHI
Anche i lettori di questo blog hanno sollevato i loro bravi dubbi: possibile che un bestione come la Concordia possa andar giù abbandonata a se stessa? In effetti, a parte la mol-dava in plancia col comandante nella pancia (chiedo venia, mi è scappata, ma ti pareva che una tragedia nata come cinepanettone non finiva in pecoreccio), di cose da chiarire ne restano parecchie e certe mitizzazioni, che poi sono catartiche, suonano un po' troppo precoci: specie se si celebrano in tivù. La Costa crociere, per cominciare, sapeva tutto degli inchini e del resto. Non è pensabile il contrario, non è possibile che un cialtrone di comandante prendesse da solo e regolarmente l'inziativa di dirottare la nave fino a sfiorare gli scogli, e peraltro la compagnia certe ammissioni già se le è strappate. La domanda è: quanto si riverberava, il potere della Costa? Fino a quali livelli di controllo? Con quali mezzi, metodi e coperture?
Mi sembra fondato riportare qui i dubbi espressi da una che spesso supera le righe, Maria Giovanna Maglie (Libero), ma che in questo caso riporta questioni raccolte – è abbastanza onesta da riferirlo – da uno del mestiere, che vuol restare nell'ombra. Insomma, è stata imboccata. Niente di male: lei le ha prese da un tecnico, io le prendo da lei. Se l'inchiesta dovesse addentrarsi in questi dubbi marinareschi, ne vedremo delle belle, perché ne sgorgherebbe facilmente un andazzo criminale con molti responsabili a catena, fino in alto loco. Quanto a dire l'ennesima storiaccia italiana. Se invece se ne terrà a distanza (come l'inusuale e sospetto silenzio delle massime autorità sembrerebbe invitarla a fare, nel solco di una realpolitik che tenga conto del momento particolarmente critico per l'immagine nazionale), concentrandosi sull'unica figura di un cialtrone, allora prepariamoci all'ennesimo naufragio annunciato. Quello della verità.
“(...) Se un comandante impazzisce e porta quattromila passeggeri verso il disastro, non c’è nessuno che controlla o interviene? Alla capitaneria di Livorno perché nessuno monitorava il sistema di controllo Ais, così da notare per tempo il cambio di rotta del bestione che si dirigeva a fare l’”inchino”? C’è voluta una chiamata dei carabinieri di Orbetello, avvisati dalla figlia di un passeggero, per svegliare la guardia costiera: a che servono i radar? La Concordia ha fatto 52 “inchini” in un anno, sempre tollerati dalle capitanerie, figuriamoci se sommiamo le altre navi da crociera. Il super-radar Vtmis dovrebbe controllare tutto il traffico marittimo e avrebbe potuto prevenire il disastro, ma è fermo dal 2009. Sono stati stanziati 320 milioni di euro per un mega-appalto Selex-Finmeccanica, ma gli impianti non sono attivi. Come mai le pinne stabilizzatrici erano aperte se non vi era mare agitato? Come mai la nave era in rotta di collisione con l’isola alle ore 20.24 ad una velocità di 15.5 nodi, possibile che nessuno in plancia se ne sia accorto? Di solito in plancia c’è un ufficiale e due marinai per ogni guardia, se aggiungiamo anche il comandante sono quattro persone. Non è forse successo qualcosa in apparato motore ? Non ho detto ai motori, ma in apparato motore. Alla capitaneria di Porto come mai non si sono accorti prima - ovvero un’ora prima - che la nave era in rotta di collisione con l’isola, in modo da obbligare il comandante Schettino a cambiare rotta? Cosa facevano in Capitaneria? Dormivano? Se con una barca da diporto vai in zona non consentita la capitaneria ti prende subito, come possibile che una nave così grande non sia stata avvistata prima? Il monitoraggio della posizione della nave sulla base dei dati Ais mostra posizione della nave e porti di arrivo e partenza in tempo reale. Si chiama guardia costiera, no?”.

Commenti

  1. Le responsabilità non sono solo di Schettino, comandante criminale, codardo e cialtrone, che pensava più a trombare e ad apparire che a fare il suo lavoro con scrupolo, dedizione e spirito di sacrificio (cose normali per un comandante di una nave, per lui no), ma anche:
    1. della Costa Crociere per avere tollerato, se non incoraggiato, la pratica pericolosa degli "inchini" utilizzati da tempo come spot pubblicitari, come operazioni di puro marketing, mettendo a repentaglio ogni volta la vita di migliaia di passeggeri/clienti (la cosa è palese e inequivoca, a dirlo sono sono le registrazioni satellitari, le foto dei turisti, i filmati sul sito della compagnia, le lettere di ringraziamento delle autorità alla compagnia....)
    2. della Costa Crociere per avere selezionato e prescelto come comandante di una nave di quelle proporzioni un capo intrattenitore da villaggio vacanze e non un vero ufficiale di marina:è notorio che gli ufficiali di marina, di tutte le marinerie, da quella militare a quella mercantile/commerciale, devono essere professionisti dalla caratura cristallina, caratterizzati da lunga esperienza di navigazione, competenze indiscutibili, doti di fermezza di carattere fuori del comune, altissimo senso del dovere, indubbio spirito di abnegazione e di sacrificio, che deve arrivare fino al punto da mettere in secondo piano la propria vita a fronte della salvezza dei passeggeri e della nave (cosa che Schettino, ma anche molti altri ufficiali della Consordia, non tutti, ma molti sì, non hanno fatto)
    3.dei vertici della Guardia Costiera (un tempo capitaneria di porto) che non poteva non sapere (al di là della sorveglianza di quella sera) che le grandi navi da crociera delle maggiori compagnie praticano da sempre l'usanza dell'inchino in punti ben precisi delle nostre coste, quale autospot pubblicitario, non limitandosi a navigare a distanza di sicurezza nel trasferirsi da un porto all'altro: tutto in quelle crociere è intrattenimento e divertimento, anche il passaggio a fil di scoglio di fronte a rinomate località turistiche o paesaggistiche,in modo da elettrizzare passeggeri e spettatori.

    Vediamo se la magistratura avrà il coraggio di affondare la lama nel ventre molle delle responsabilità.

    In ultimo, ci vuole un decreto legge per vietare quello che chiunque sia al comando di una nave dovrebbe evitare di fare, ossia mettere volontariamente in pericolo la nave e i passeggeri andando in maniera azzardata a sfiorare gli scogli per autopromozione pubblicitaria ?

    Davide Nardi, Milano

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