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BUONI SPROPOSITI


BUONI SPROPOSITI
Ho letto cose che mi riguardano. Evidentemente, c'è chi su di me ha più certezze di quante non ne nutra io stesso. Su certe rese dei conti, poi, ogni commento rischia la ridondanza: sta sgorgando un contesto che parla da sè, nel quale tutti si rinfacciano le stesse cose, ovvero di tutto. Troppo tardi, e chi assiste non ne aveva bisogno. Non sui titoli di coda.
Molti lettori, forse ingenui, sono delusi: io più di loro, sia pure niente affatto sorpreso. Capiamoci: i giornali non sono opere di carità. Solo i fanatici possono pensarlo. E' anche normale che i giornali servano a chi li fa, piuttosto che il contrario. Ma è leggere nero su bianco la profondità delle nuove verità, che fa un altro effetto. Specie se la retorica è quella della resistenza contro il sistema. Sentire che non c'era mai un soldo e vederseli, adesso, rinfacciare buste paga e benefici degni del Corriere della Sera (il primo problema sta qui: nelle gratifiche esagerate, nei benefit da manager; Monti, Berlusconi e i tagli alla “cultura” c'entrano fino a un certo punto. Oltretutto, i finanziamenti sono pur sempre tasse, lo Stato non regala niente). Constatare le accuse incrociate di assunzioni casualmente coincidenti coi legami personali. Avere conferma che “siamo tutti nella stessa barca” era un modo di dire. Adesso imbarca acqua, e dovrebbero salire a bordo i lettori: si accomodino, posto ce n'è.
Io so soltanto che sono saturo di tempo perso (quanto, in 22 anni!), e quello che da domani riuscirò a combinare sta scritto nelle stelle, se ancora ne restano. Ma qualche progetto residuo ce l'ho. Vorrei continuare col Faro, sperando di avervi ancora con me e magari di catturare qualche lettore nuovo. Se potete, fate pubblicità a questa piccola ma orgogliosa rivista digitale: credo che lo meriti. Ed ho una serie di libri pronti per uscire, che probabilmente realizzerò in formato elettronico distribuendoli tramite piattaforma su internet. Anche l'esperienza con le case editrici minori si è rivelata grottesca, le piccole etichette sono tutte in crisi e, diciamolo pure, gestite quasi sempre da presuntuosi senza il minimo senso del mestiere. Tutta fuffa. Se non riuscirò ad intercettare editori davvero solidi, organizzati, importanti, il che è improbabile perché anche lì si entra per cooptazione o per intercessione di qualche agente, allora preferisco fare da solo: come minimo, evito il fastidio di dover sempre riaggiustare in extremis ciò che il fatale editing va a compromettere (l'editing va bene per i somari, come Saviano. Oppure per quelli che da un libro vogliono solo che sia comperato anche dagli analfabeti, che poi è la stessa identica cosa).
Il primo lavoro, prestissimo, già entro questo mese, dovrebbe essere un saggio sul terrorismo al quale lavoro da anni, molto corposo, che affronta svariate questioni, mette insieme il meglio degli studi recenti in materia, traccia scenari che nessuno ha ancora ipotizzato, forte di testimonianze dirette e di diverse informazioni inedite, e infine contiene una cronaca aggiornatissima del sovversivismo a prato basso nell'ultimo decennio; poi c'è una raccolta di racconti noir, forse la cosa migliore che io abbia mai scritto (alcuni li ho già proposti in qualche reading); due nuovi volumi musicali, uno su un grandissimo, forse il più grande in assoluto, l'altro ancora su Renato Zero - ma questa volta molto critico, perché di certe sconcertanti giravolte non se ne può più; altri lavori ancora sono in fase avanzata; ulteriori volumetti probabilmente li riserverò, come in passato, ai lettori del Faro. Questo è il risultato di un anno di quieta frenesia, nel quale ho scritto tanto, accumulando materiale che mi sembra molto buono in tutte le sue sfaccettature. Spero che questi libri incontreranno il vostro favore.
Spero anche di poter continuare con i reading, e chi vorrà affiancarmi sarà il benvenuto. Anche di poesie nuove ne ho tante, aspettano solo di liberarsi su un palco qualsiasi. Andrò dove mi chiamano, come sempre, con l'immutata gioia di poterci essere. Il primo appuntamento è per il 4 febbraio a Novafeltria.
Come vedete, non sono mai stato così solo. Conto di avere voi. Dopo tanto ossido di carbonio, un po' d'ossigeno non mi farebbe male.

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