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MONTY PYTON

MONTY PYTON
Cronaca di una conferenza illuminante 
Sono stato ieri ad una conferenza, alla libreria Rinascita di Ascoli, dove il mio caro amico Emidio Giovannozzi, tramite un altro comune amico, Dino Pulcini, aveva invitato un giovane economista, originario dell'Ascolano, attualmente impegnato a Londra, dove lavora nel settore finanziario.
L'ho ascoltato con piacere e con sollievo: è un liberale, un einaudiano, come me, e quelli come noi ormai non sono neanche più roba da museo: ma da serraglio, o, meglio, da riformatorio: le ricette oscillano tra lo statalismo privato di Berlusconi e lo statalismo onirico di un Vendola. Quindi abbiamo torto noi. Eppure Fabio Agostini ha sviluppato una disamina, semplice nella forma quanto approfondita nella sostanza, che ha confermato tutto il mio pessimismo: Monti le sta sbagliando tutte, non fa che ripetere la mazzata di Amato una ventina d'anni fa, a maggior gloria di un sistema corroso, corrotto, marcio, ma che va mantenuto tal quale.
Siamo d'accordo sulla totale inutilità di un simile salasso, i cui presunti effetti, fra tre mesi, saranno evaporati, il che imporrà, ottusamente, un ulteriore prelievo di sangue: e così via, fino ad esaurimento del cadavere. Fabio Agostini ha un blog (cercatelo, trovatelo), dal quale spedisce ai nostri governanti (tecnici o politici) lettere puntualmente senza risposta. Io aggiungo solo che, a parte qualche sfumatura (il ruolo della scorreggiona Merkel, fondamentale nella crisi greca e poi continentale; l'integrazione europea, che lui auspica mentre io non ne posso più), l'unica cosa che mi divide dall'impostazione di Agostini, sta nell'approccio: lui si dispera, vedendo dall'Inghilterra il perseverare negli errori; io non li considero errori, ma ordini, e li prendo a conferma del fatto che l'Italia, uscita da una sudditanza politica durata per l'intera guerra fredda, è entrata in una sudditanza economica; il risultato è il medesimo: il Paese non deve cambiare. Non deve imparare a cambiare. Deve continuare a reggersi su dinamiche stagnanti, che favoriscono le solite rendite di posizione. Più il Paese è allo stremo, più si rafforza il ruolo della politica come bene-rifugio: i partiti sono come aziende, anzi come banche private: meno lavoro si trova, più tutti vi ricorreranno per sistemare se stessi e i loro parenti. Alimentando i noti circoli viziosi sui quali la politica si regge: nepotismo, clientelismo, raccomandazione sistemica, ritardo strutturale, immobilismo, confluenza con la criminalità organizzata, eccetera.
Aggiungo che, piaccia o no a chi legge, è già stabilito un piano per portare la benzina a 2 euro entro primavera, e a 4 euro entro, se non prima, il 2013 (è più probabile a 5 euro). Che altre invenzioni più o meno di fantasia indecente per tartassarci, sono pronte; che la disperazione sociale, i suicidi di massa, le psicosi collettive non sono dietro l'angolo: sono già dentro di noi, come la recessione che Fabio andava spiegando e illustrando ieri. Concludo osservando che ai partiti medesimi questo stato di cose va benone: più Monti infierisce, più la gente li rimpiangerà. Berlusconi aveva annunciato la sua uscita definitiva. Ci ha ripensato. Si coagula una setta neodemocristiana attorno al santone di sant'Egidio, Riccardi (oggi ministro), e nella quale dovrebbe rientrare Monti, da politico, a fine mandato; l'altra setta è quella dei neomarxisti (cattoconfessionali) guidati da Vendola, con l'altro santone Gino Strada di Emergency; a destra insiste Berlusconi; a sinistra è la solita galassia; l'unica vincitrice certa sarà la Chiesa, che nessuno, fateci caso, invita più a pagare l'Ici o Imu. Insomma è un periodo di losca effervescenza, e per la cosiddetta politica nostrana, scomodando Mao, grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente. Grazie a Monti (e Draghi), uomini della Goldman Sachs, motore immobile della crisi finanziaria, mandati a farci proposte che non possiamo rifiutare.

Commenti

  1. Ieri all'ora di pranzo ho visto e sentito MM in conferenza stampa. Mio padre, alla mia sinistra, borbottando, ha detto "Mi sembra di sentir parlare Moro...anzi di non capire il senso del discorso proprio come quando parlava Moro". Non c'è da dormire sonni tranquilli, ne per chi lavorava, ne per chi lavora ne per chi avrà bisogno di lavorare come me un domani (abbastanza prossimo). Una sensazione di horror vacui di tanto in tanto mi assale, ma non voglio rinunciare alla possibilità di provare e rischiare in prima persona. Non ho intenzione di partire già sconfitto.

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