TROPPO TARDI, COGLIONI!
Ridiamo amaro. Avevamo sempre distinto, in farabutta solitudine, tra il Berlusconi politicamente impresentabile e il Berlusconi puttana di tutti i mali. E giù tutti, demagoghi e travestiti, invasati e lunatici, cialtroni e rebecche, pifferai e pifferati, grilletti e sgrullati, frustrati e falliti, ludici e strafatti, a vedere Saddam, Gheddafi, Lucifero dietro il cerone anche per i terremoti, per le inondazioni, per le corna che si portano, per il sasso dove inciampano. Voilà, leggiadri stronzi dai due pesi e due misure. Una settimana di incura Monti e, bella forza e bel coraggio, i suoi parassiti più acerrimi già lo rimpiangono e lui non è mai stato così potente in anni: aspetterà che gli chiedano in ginocchio di tornare, lo farà per la quarta volta e per la quarta vincerà. Grazie all'esercito di coglioni sparsi in Italia e fuori d'Italia, all'estero e fuori dell'estero. Quanto al sostituto, che gli copia tutte le “misure”, ci correggiamo: se continua così Monti non dura tre mesi, dura tre ore. E speriamolo, perché c'è il rischio fondato che sia lui a darci il colpo di disgrazia.
Sì, piuttosto che assistere al nostro scempio annunciato, conviene che il migliore amico del banchiere continui così, cioè a non fare proprio un cazzo, in patria e in trasferta (ci associamo al Foglio, il primo ad aver scritto che il nonno è addormentato). Ad occuparsi di isole Cook e di salvare il culo ai Bertinotti di tutto il mondo, uniti nel non rinunciare al vitalizio. A contentare tutti ma proprio tutti i partiti che sennò lo rottamano subito. A mandare invano d'accordo Sarkozy con la Merkel, la nostra scorreggiona preferita (che, a quanto si orecchia fuori onda nei vertici, vorrebbe spedirci tutti, noi cani italiani, nei campi di concentramento. Gratta la scorreggiona e troverai sempre il baffetto). Ad escogitare 28 miliardi con le magie di un rialzo dell'iva, della benzina, delle bollette e di un recupero dell'ici, plus altre alchimie per spremere i soliti, che anche un ambulante di chiodi saprebbe inventarsi. Soprattutto a prendere tempo, tempo, tempo. Fermo come i Monti, proprio: “E voi, montagne, che mi guardate e non siete mai cadute”. Elias Canetti cantava l'immutabilità della natura, noi quella del governo. Dio, non che Berlusconi combinasse di più, festicciole a parte. Però il finto attivismo era una lenta agonia, meno forsennata dell'immobilismo da pianta carnivora di Mister Sobrietà, e inoltre riscattato da una irresponsabilità spumeggiante di tutto l'esecutivo, a cominciare dal boss. Qui di spumeggiante c'è solo la noia, il grigiore efferato e spacciato per saggezza dall'inverecondo leccaculaggio praticato da tutti i giornali di peso, dal Corriere a Repubblica, da la Stampa al Messaggero, dal Sole 24 Ore (bella forza) a Topolino.
In Transatlantico si son viste scene da cagnolini da lunotto, starring grandi piccole firme un po' butterate, direttori parcheggiati da piccoli in risarcimento danni, ometti di paglia e di bulloni di qualche multinazionale, insomma tutta gente con la schiena dritta, forse per il mal di terga, che trova la sua collocazione naturale da Fazio o, ultimamente, a La7. E stanno in Transatlantico a far le scivolate sulla loro stessa saliva. Plus Roberto Lickassaviano, uno che non ha paura di niente e di certo della piaggeria, finito a Zukkoni Park, dove non lo defeca nessuno, a oracolare che bisogna dare tempo a 'o professore. Vai, Monti, che sei solo! Anzi: non andare, da nessuna parte, non muoverti proprio, chè se chi va piano va sano e va lontano, chi non si sposta non corre rischi e dura. Al massimo, piglia la bici e va' a Messa, la domenica, con tua moglie: così dopo i giornalisti schienadritta ti fanno il panegirico da Statista. Pensate, è andato a messa. Col loden! Era domenica e è andato dal barbiere, che ha aperto solo per lui. Cazzo che sobrietà! Fa' il bravo, nonno Monopoli, lascia tutto come sta, al massimo sposta un quadro a palazzo Chigi ma il resto lascialo come l'hai trovato, tanto sei in transito e poi non c'è nessuna fretta. Non agitarti, lascia ai ribolliti del Fatto, come Massimo Fini e Travaglio, che già cerca un pretesto per restare a galla, la libidine del rimpianto (troppo facile, troppo comodo e troppo tardi, manica di coglioni!). Mi raccomando soprattutto prudenza, calma, saggezza e, of course, sobrietà. Non strafare. Non esagerare. Tanto i bancomat funzionano lo stesso, per chi può ancora raggiungerli. A proposito: quella del megaprestito di 600 miliardi dal Fondo Monetario Internazionale, se vera, è una notizia pessima, addirittura esiziale: siamo ridotti ai Paesi africani che crepano di finte elemosine. Qualcuno è così pirla da credere che ne vedremmo passare anche solo una briciola, che questi piranhas merdosi non li spolperebbero subito, tutti insieme, per sgodazzarsela ancora un po'?
Commenti
Posta un commento