Se c'è un caso in cui dire “io l'avevo detto” è odioso e insieme necessario, è questo. Forse qualcuno ricorderà l'intervista che qualche anno fa mi concesse Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, per un giornale musicale gestito, allora come in passato, da gente che non meritava certi exploit. Era l'inizio di una vicenda processuale disperata, condotta con disperata speranza, ma per la quale arrivai a ipotizzare, anche con l'interessata, l'esito che oggi si è confermato. Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, ci credeva, aveva l'obbligo di credere in una giustizia comunque. Io però ne avevo già viste troppe, come cronista, e da tempo non avevo più alcuna residua fiducia in questo Stato, in questa Giustizia, in questo Paese. E non avere speranze è l'unica cosa da fare: la verità, unica, vera, brutale, è che lo Stato assolve sempre se stesso, subito o alla lunga che sia. La verità, unica, amara come il fiele, è che per lo Stato un tossico, un perdente, un deb...