Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2011

IO COMPRENDO LUCIO MAGRI

IO COMPRENDO LUCIO MAGRI Lucio Magri, intellettuale e maggiorente comunista dalla vita politica tormentata, è andato a uccidersi in Svizzera, dove c'è una opzione non saprei se più di civiltà o di cinismo, che chiamano suicidio assistito per dire che c'è chi provvede alla tua voglia di farla finita, basta pagare. Non si discute qui l'etica dell'eutanasia e del diritto di decidere su se stessi (che personalmente mi trovano favorevole), quanto del cortocircuito psicologico che può travolgere ciascuno di noi in qualsiasi momento. Magri era malato di noia, di stanchezza, di fine del futuro. Predisposto, sicuramente, come siamo in tanti (e sappiamo riconoscere quei sintomi, e tra noi ci sentiamo solidali oltre ogni steccato mentale), ma condannato al vortice dalla scomparsa della sua compagna, che andandosene gli ha portato via l'unico motivo per alzarsi ancora al mattino. E in questa umanissima resa, il rivoluzionario imbevuto di ideologia lascia il posto ad un uomo so

AL CAPOLINEA (CAFFE')

AL CAPOLINEA (CAFFE') Ogni tanto inciampi a tradimento in una cosa bella. Noi passavamo davanti a questo posto, ma era un po' la storia del cane che si morde la coda, la piazza di Fermo è sempre vuota e allora cosa ci andiamo a fare, ci andremo, succederà, capiterà, e ci passavamo sempre davanti e passavano le lune. E una volta pure c'eravamo stati, ultimo giovedì estivo del Mercatino, ed eravamo stati pure bene, e poi succedono i soliti casini e ti ritrovi nella camicia di gelo dell'autunno. Ma domenica c'era un evento, una cena di pesce abbinata a una degustazione di vini, e fortuna mia cognata Alessandra che ha prenotato. Siamo entrati alle otto, siamo usciti alle undici e in mezzo tanti calici, e piatti squisiti, e poi è spuntata una chitarra, e poi sono affiorate fotografie, e sono fioriti ricordi. E in questa grotta ricca di calore, di atmosfera, in un attimo eravamo tutti amici. Questo è il posto che cercavo, che mi mancava. Dove tornerò. Per sentirmi rifugi

FEDE, CAPRICCI A STILE LIBERO

FEDE, CAPRICCI A STILE LIBERO ( da Lettera 43 )

POLVERE

POLVERE Il problema dell'Italia è che è noiosa. È diventata un posto cupo, tetro, triste. Altro che il Paese dove fioriscono i limoni, il Paese del dolce sì ed altre amenità da letterati da grand tour. Le nostre piazze sono spente. I centri storici narcotizzati. Le periferie assassine. Si ascolta dappertutto come un ronzio, ed è il ronzio della rassegnazione e della rabbia sorda, pronta a scattare. I nostri giovani sono noiosi, sono già vecchi, nati in un tempo vecchio. Sono rinunciatari, i primi a darsi per vinti. Il loro sangue è carente di globuli vitali. Mi ha appena scritto un bellimbusto, voleva da me, come da altri, un'idea, in non più di 3000 battute, per un libro che sta componendo su come cambiare l'Italia, nientemeno. Vado a vedere se esiste, questo nome, e trovo uno con la vocazione precoce del portaborse e dell'imbonitore. E insisteva, anche. La disperazione genera cialtroni, e siamo pieni di disperazione, la respiriamo come ossigeno e la restituiamo come

TROPPO TARDI, COGLIONI!

TROPPO TARDI, COGLIONI! Ridiamo amaro. Avevamo sempre distinto, in farabutta solitudine, tra il Berlusconi politicamente impresentabile e il Berlusconi puttana di tutti i mali. E giù tutti, demagoghi e travestiti, invasati e lunatici, cialtroni e rebecche, pifferai e pifferati, grilletti e sgrullati, frustrati e falliti, ludici e strafatti, a vedere Saddam, Gheddafi, Lucifero dietro il cerone anche per i terremoti, per le inondazioni, per le corna che si portano, per il sasso dove inciampano. Voilà, leggiadri stronzi dai due pesi e due misure. Una settimana di incura Monti e, bella forza e bel coraggio, i suoi parassiti più acerrimi già lo rimpiangono e lui non è mai stato così potente in anni: aspetterà che gli chiedano in ginocchio di tornare, lo farà per la quarta volta e per la quarta vincerà. Grazie all'esercito di coglioni sparsi in Italia e fuori d'Italia, all'estero e fuori dell'estero. Quanto al sostituto, che gli copia tutte le “misure”, ci correggiamo: se co

LA DIVINA PROVVIDENZA

LA DIVINA PROVVIDENZA Vorrei capire cosa dovrebbe fare un bastardo che dopo avere sempre rigato dritto, essersi laureato su libri fotocopiati o rubati, essersi rotto il culo in una comunità di disabili, lavora da 22 anni e a dispetto della messe di elogi, complimenti, congratulazioni, nessuno l'ha mai assunto (cioè tutti l'hanno quasi regolarmente sfruttato), testate grandi o piccole, indipendenti o di regime, di destra o di sinistra, in compenso ha visto assumere amanti, fidanzati, fidanzate, figli, nipoti, pronipoti e portaborse e reggipalle, e malgrado questo, reinventandosi sempre, ricominciando sempre da capo, escogitando sempre qualcosa di nuovo, è riuscito a restare vivo e anche senza doversi prostituire, ma che adesso scopre che chi gli deve soldi non glieli dà, che il lavoro s'è ulteriormente assottigliato, che nessuno paga più, che nessuno rischia più, che le scadenze avanzano, che tasse e bollette si moltiplicano, e che, per sovrannumero, i due miserabili spicci

IL VOLTO VIOLENTO DELL'ITALIA

  IL VOLTO VIOLENTO DELL'ITALIA ( da Lettera 43 )

CACCIATE LA SCORREGGIONA

CACCIATE LA SCORREGGIONA La finanza (virtuale) di oggi è tutta intersecata, frenetica, arcana e truffaldina e quindi è assurdo cercare una sola causa ad un dissesto; né ci è lecito sorvolare sulle nostre tare nazionali, che viceversa sono antiche, incrostate, inscalfibili e vergognose. Detto questo, se davvero si vuole uscire da una impasse europea che ci manderà a fondo, come si è lasciato sfuggire il Rompicoglioni Monti, la soluzione è una sola, ed è da rasoio di Occam: cacciate la scorreggiona. È lei, ad avere dato la stura a una crisi greca che poi s'è avvitata. Lei, ad averla peggiorata ritardando gli aiuti. Ed è lei oggi ad incarnare una politica europea criminale, tranne che per la Germania. Perché la BCE non sostiene gli altri Stati. Perché i membri della cosiddetta Europa Unita sono esposti alle tempeste perfette di una finanza incomprensibile. Perché fu la Germania a spingere per l'unificazione, imponendoci un demenziale tasso di cambio a quasi duemila lire, quando

MIKAELA TVTB

MIKAELA TVTB Non e vero ke la onorevole Mikaela Biankofiore e un alfabeta. Sono tute mallevolenze dei giornalisti maskilisti e fasisti, ommofobi ke non voglono piu donne nelle istituzzioni Mikaella e una di noi, skrive kol korretorre automatiko che fa quì quò quà e non ci a kolpa lei se il korretore fa i sbaggli. La onorevole si e sudata il suo posto kon molte akkonciature e oggi la voggliono distruta ammazzata e skanzonata. E una manovra dei tecnocratti ke non tolerano più cuote rosa in Parlamento. La'ttaccano per altrorilevo di Musolino a kavallo, non anno capito niente! Kuello e solo un prettesto per una manovra che parte dalla bund es bang! Per colpire il primo minestro perlukoni inseddiando un guverno di tennici che ci porteranno a la rovina Mikaela paga per tutti. Tutta invidia perkè leu e un'amantide religiosa e viene dal nord produtivo e operoso e dietro cè la manovra del sud fanulone (anke se giann antonio stela e veneto, ma sisa pagato da demagistri). E poi koosa vuo

LA FAVOLA DI ZIO MICHE'

LA FAVOLA DI ZIO MICHE' Che carriera, zio Michè. Da contadino con le mani callose e lerce, con voglie callose e lerce, con una famiglia callosa e lercia, è diventato un intellettuale, cioè un ricco. Si concede in esclusive dorate ai talk show. Lo intervistano selve di microfoni, sorta di anchor man in pectore, un Michele Who's Who, e lui per tutti ha una parola, una illuminazione, forse lo candideranno in politica, forse gli daranno qualche Ambrogino, forse entrerà in qualche Isola, forse diverrà conduttore (di coscienze democratiche), forse andrà a scrivere per qualche Marianna o Rebecca con la fiaccola della verità tra le chiappe. Gli hanno messo un paio di occhialini tondi, alla Gramsci, quindi non gli manca niente. Sentenzia prima dei giudici. Valuta le prove (del suo stesso misfatto) e le stronca. Regala le sue mille verità. Anche l'occhietto s'è fatto più furbetto, come se, mentre compiange quelle povere meschine di moglie e figlia (minchia, cugina Sabri!), in re

QUESTO MIO PAESE

QUESTO MIO PAESE Sono così stanco di vedere il mio Paese disfarsi, franare da Genova a Messina, ogni giorno un pezzo perso, ogni giorno un disastro. Sono così stanco di vedere la mia Italia pagare il prezzo delle devastazioni che ha inflitto a se stessa, prezzi fatali, inevitabili ma troppo alti, prezzi immani perché li pagano sempre gli ultimi, i deboli. Spesso irresponsabili, a volte incolpevoli, ma sempre puniti all'estremo. Sono stanco e mi si stringe il cuore a sentire quelle urla, a vedere quei ponti crollati, quelle macchine piantate nella terra, quei treni in bilico su un burrone, quei deserti d'acqua, quelle rovine, quegli occhi vuoti, colmi solo di passato, di cose che non ci sono più, di assenze. E di lacrime. Sono stanco di vivere in un posto bellissimo e devastato, tormentato, che patisce una continua violenza, che ogni giorno si guarda indietro e non trova più un borgo, un villaggio, un arenile, una montagna. Tutto crolla, tutto finisce quaggiù e si porta via la

ROMPICOGLIONI

ROMPICOGLIONI Per me Monti dura 3 mesi, dopodiché tutti si accorgeranno che non è in grado di cambiare un Paese che non vuole cambiare e passerà anche lui nell'oblio delle delusioni. Per quanto di parte ha ragione Ferrara, non è un banchiere che può mettere mano ad un casino chiamato Italia, i giornali, ridicoli come non mai, servili come mai prima, lo divinizzano, si legge solo che è andato in Chiesa (che naturalmente non viene tassata) con la sua signora. Che mi frega a me se questo settantenne dai denti gialli è andato a confessarsi i peccati che farà? Intanto alza l'iva al 23, quando l'ha fatto Berlusconi al 21 era un boia, lo fa il vecchio Monti ed è un santo. Ma così son buoni tutti, Perdio, intanto andate a verificare le bollette. Tirar su l'iva serve a pelare i povericristi, e a irrobustire i padroni del vento: è un costo che paga sempre il cosiddetto consumatore finale. Mentre il Paese frana, letteralmente, da nord a sud, Monti ha anche riesumato l'idea me

L'ETERNO RITORNO

L'ETERNO RITORNO Un'influenza, o qualcosa che le assomiglia molto, la prima della stagione (e vorrei sperare l'ultima) serve ad ascoltare i tuoi vuoti, il silenzio che ti mangia dentro dopo giorni di corse convulse, di incontri, di appuntamenti e impegni e promesse... La sera del teatro l'ho preparata così a lungo, le situazioni prima e dopo non hanno richiesto meno attenzione, a me piace vivere così. Certo per quel narcisismo che, potendolo liberare, tutti scopriamo di nutrire, perché ci strappa alla nostra disperazione. Ma, più di quello, molto prima di quello, per la possibilità che questo vivere mi offre di intercettare persone, di stringere legami, o di andare a rispolverare quelli che si erano un po' allentati. Per me ogni serata, ogni spettacolo è conoscere chi mi scrive, o ritrovarlo, sono abbracci, sono intimità riscoperte e non c'è davvero niente di retorico in questo: vorrei solo che sentiste i miei fedelissimi di domenica, a Pescara: succede semp

PIRATA TOUR

PIRATA TOUR IL PALAZZO DEL PAPA PESCARA, CIRCOLO ATERNINO, FESTIVAL DELLE LETTERATURE E non mi fate parlare di scena indie e altre amenità, che poi mi comprometto. Non c'è niente da fare: io, i pochissimi che davvero apprezzo, mi concedo il lusso di regalarmeli su un palco (ce n'è un altro paio, che “mi mancano”: Umberto Giardini e Giancarlo Onorato). Ieri con me c'era Umberto Palazzo ed è stata una invenzione, una sorpresa nella certezza, un incontro bello, non programmato, non preparato. Non avevamo mai fatto niente insieme, anche se erano anni che ci pensavamo (e spero, conto che non resti un'occasione isolata). Umberto, che ha inframmezzato le mie letture con alcuni brani dal suo nuovo, e stupendo, “Canzoni della notte e della controra”, è stato così sensibile nello stendere un tappeto di suoni felpati eppure aspri, crudi sibili, echi di prospettive che io ho perduto, che custodisco nell'assenza dentro di me. Quei suoni e quei rumori, erano le atmosfere della m