Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da luglio, 2012

LAMPIONI ROTTI

C'è sempre uno strazio in ogni fine LAMPIONI ROTTI Crescono buganville sottoterra E in cielo si scontrano maiali Non si capisce più chi suona il piano E tutti guidano senza mani Le parole sono solo suoni Scrivono più che altro i cretini Vivere un affare da fanatici Una lotteria di cani infami Dimmi se ci capisci qualcosa Se resta un posto che non si rovesci Femmine che ritte in piedi pisciano Uomini che asciugano lo smalto Angosciati per le costruzioni Le istituzioni, i templi di schiuma Tra gli umani i più deboli ridono Calpestati da chi li scavalca Ridono felici dell'ingiuria Ricevuta al suono di campane Gli altri, chi può si mette in fila Per salire su treni malati Dalla destinazione travestita In desolati pomeriggi di sole Cantano allegrissimi motivi Sperando qualcuno li riprenda Nei frantumi di specchi per le strade Ho sempre più la faccia di mio padre Il suo sguardo rassegnato e folle Di una luce di vita rinn

CAPAMONTI

Il tunnel del divertimento CAPAMONTI Pesco dalle agenzie, che mitragliano dati Istat: disoccupazione record, sfiora l'11% che a sua volta sfiora i 3 milioni di nullafacenti dichiarati (poi c'è il sommerso, il nero e le cinquanta sfumature di grigio), mentre stagnano quelli che qualcosa da fare, bene o male, più male che bene, ce l'hanno (23 milioni su una popolazione di 60). il tasso di chi non lavora, in proiezione annua, sale del 2,7%, per tutto il resto c'è lo spread, questa categoria dei mercati che balla sempre intorno a quota 500. Monti fa come Caparezza: “Siamo quasi fuori dal tunnel”. Pensa se eravamo quasi dentro. Certo, per questo mediocre grigiograte il tunnel è una faccenda teorica, numerale, bancaria, crucca, forse la delirante frase gliel'ha suggerita Merkulona ossigenata dall'Alto Adige, quando mai l'ha visto, questo, un tunnel, di qualsiasi specie, forma e fisiologia? Ma forse voleva dire che ormai non c'è rimasto niente, fine

GRIGIOGRATE

Dio, che strazio GRIGIOGRATE Abitiamo a un chilometro ma ci vediamo di rado e solo per caso: di preferenza incrociandoci a casa di mia madre, oppure, adesso che è estate, in mare. Non “al” mare, proprio dentro l'acqua io e mio fratello commentiamo quello che è successo, l'attualità di questo Paese di merda e ieri, col sole a picco, lui mi diceva, hai visto l'ultima di Monti, sta raddoppiando le tasse perfino sul trinciato da pipa, quant'è grigio, nato grigio proprio, uno sfigato che ha aspettato tutta la vita per far pagare a tutti ogni specchio nel quale è cascato. Ascolta una signora di passaggio, corpulenta, anziana e “Scusate se intervengo ma il signore ha proprio ragione, non se ne può più di quello là!” e fa il tipico gesto delle mani che scrollano un fastidio. Si unisce un signore milanese, “Io quando lo vedo cambio canale perché el me sta sui bal”. Un terzo, ragazzo giovane, sorride amaro, questo finisce che ci tassa pure quest'acqua qui, e, non so

ALL'ILVA LA RIVOLUZIONE PUO' ATTENDERE

Meglio il veleno oggi ALL'ILVA LA RIVOLUZIONE PUO' ATTENDERE Il mondo alla rovescia, il mondo che non ti aspetti. A Taranto i magistrati sequestrano la Ilva, da cui ipotizzano disastri ambientali e morti sul lavoro, quasi 400 in 13 anni, per emissioni tossiche e gli operai anziché con i giudici stanno coi padroni, fanno le barricate perché il drago gigantesco si rimetta subito a sputare il suo fuoco venefico, arrivano a dire che sversi e scarichi criminali sarebbero quelli, trentennali e mai bonificati, della vecchia Italsider. Tanto può la fame di lavoro in tempi di spread, la rivoluzione abolita in luogo della restaurazione, non il sol dell'avvenire ma il sole malato degli altoforni che sputano polvere, non la giustizia sociale e il diritto di vivere ma quello di morire, almeno secondo i giudici, meglio i suicidi lenti che quelli improvvisi dal balcone o appesi a una corda in cantina. Il mondo al contrario, figlio della paura e della disperazione, se ci chiud

UNA VOCE DA DENTRO

Quale coraggio? UNA VOCE DA DENTRO Complimenti per il coraggio Max.... il coraggio di denunciare la follia distruttiva delle "cricce mediatico-giudiziarie"  che travolgono tutto e tutti pur di perseguire  i loro deliranti disegni politico- ideologici... Complimenti per averlo fatto senza il paracadute dell'altra cricca "quella mediatico-affaristica" a cui interessa denunciare la cricca "mediatico-giudiziaria" solo nel contesto in cui attacca il loro "padrone"... Complimenti perchè certe cricche sanno essere maledettamente vendicative........ Complimenti per il coraggio di denunciare la mafia dell'anti-mafia militante alleata della cricca mediatico-giudiziaria.... Come pochi furono pronti a difendere Tortora (onore al grande Biagi) oggi pochi sono pronti a ricordare che per accusare qualcuno servono prove e non illazioni....che le intercettazioni (fondamentali contro i reati associativi) non possono essere utili

FLASHDANCE

What a feeling FLASHDANCE Non auguro a nessuno di trovarsi in un mare deserto e calmo alle sette di sera, mentre il sole spiove sugli scogli, e sentire d'improvviso levarsi da un casotto la musica di Flashdance. Trent'anni fa e una tempesta di ricordi maledetti, messi insieme mi fanno l'effetto di quest'estate che sgocciola tra le dita e non posso far niente per fermarla. Più in là alcuni ragazzi cantano. Provo a nuotar via ma non ce la faccio, braccia di cemento e vado a fondo. Risalgo a riva e sono più vecchio; interdetto, e non passa facilmente. Che non vi venga in mente un bagno da soli nell'ora del tramonto. Sarebbe questa la bontà d'Iddio che ci ha voluto impasti di dolore alla mercè del tempo nella magnificenza del suo creato.

POSSO FA' 'STA VITA?

... me scappa sempre la parolina! POSSO FA' 'STA VITA? Fermo blindata, militarizzata per accogliere degnamente i mercanti di legalità del Fatto Quotidiano che parlano, sai la novità, delle agende rosse e della trattativa cioè “dietro Portella della Ginestra c'era Berlusconi e io lo so”. Annunciati dallo striscione “Il Fatto non riceve alcun contributo pubblico”, però intanto lo chiede, fanno festa i cani bastonati del giornalino in crisi di copie con relativi fanatici che sciamano, facce da gente rancorosa, non molto sveglia e accuratamente stracciarola, come si conviene a un lettorato cui preme la democrazia qui ed ora, e a villa Vitali vigila la sbirraglia, come la intendono proprio quelli del Fatto con titolacci dalla Valsusa che paiono rubati ai poliziotteschi anni Settanta, e poi ci pensa Travaglio a fare l'editoriale cerchiobottista e paraculista, “quei pochi esagitati che turbano le proteste pacifiche”. E sa benissimo che il cosiddetto leader dei notav

OBLIO

E l'oblio sarà il mio solo dono OBLIO Vorrei sapeste La brina che ho nell'anima al mattino E la notte quando crollo a dormire Vorrei sapeste Quello che c'è da portare io lo porto Tutto nel cuore, ch'è un sacco distrutto E ogni parola che vivere vi fa Prima uccide me senza pietà Mi spacca la testa, mi fa piangere Vorrei capiste Il ghiaccio di un amico che va via E non lo sai perchè S'infrange come una poesia Sciolta nel nulla se non la catturi Vorrei sapeste, quali racconti oscuri M'ha proposto la vita e ho custodito Taciti rimorsi d'atti impuri Gesti isterici, squallide avventure E pallide illusioni. E distruzioni Di famiglie, di carriere, destini Come foglie sconvolte da rovine Che tante volte il vento m'ha portato Frammenti di vite sparse in terre Riarse che non so come fare A ricomporre. Eppure ci provo Qualcosa trovo, una rosa di carta Per dare torto ad una sorte storta Qualcuno ha ancor

BRAVI

Loris d'Ambrosio BRAVI Per dritto o di straforo, sto in questa merda chiamata informazione da ventidue anni: un pugile fa in tempo a ritirarsi. Ho avuto le mie illusioni e le mie disillusioni, ho conosciuto trascurabili minacce, ingaggiato inutili battaglie, sperimentato irrisori successi. Ho attraversato tanti ambienti. Ho sfiorato, nel piccolo, tutto e il suo contrario. Ho avuto, sempre restando nelle retrovie, una vita più avventurosa di quasi tutti quelli che conosco. Sono arrivato al punto di non appassionarmi e non indignarmi più di niente; ho visto molto orrore, molta meschinità, qualsiasi dolore. Ma questo gioco, o circo, o fogna, arrivato a questo punto, non mi appartiene più. Io non capisco più. Io credevo in tante cose, ingenuamente, e adesso arrivo a domandarmi quanti errori ho commesso, quando ci credevo e andavo giù duro come un treno. Io non so più: può darsi, può benissimo darsi che la democrazia sia una faccenda di intercettazioni ballerine, di sputtaname

IL DOLORE

Il dolore, magone sul treno IL DOLORE Il dolore lungo un marciapiede In un animale che si uccide Nelle tue parole sotto il sole Nei miei sforzi senza più ragione Il dolore, magone sul treno Nei respiri estranei, nell'andare Che dissimula i tuoi passi spenti Il dolore, vento nella mente Nelle vene, che ci nasci dentro E ci muori e non t'ha mai lasciato Senza spiegazioni, su dal mare Sulla cima delle tue rovine Il dolore che scava le facce Col rasoio di gocce di pioggia Lungo i viali, il tango disperato Di due labbra che si mordono Si perdonano e s'intrecciano Nell'abbraccio stretto dell'addio Nella breccia che sbuccia il ginocchio Dentro agli occhi costretti a vedere L'edera del male che risale Nel museo dei tuoi propositi Nella foto di te che sorridi E in ogni partenza e in ogni arrivo E nei sogni senza anima viva Il dolore che non si può dire Una macchia scura, un'alluvione Una crepa dentro il

UN PLATONICO RICATTO

Chi è la donna dello scherno? UN PLATONICO RICATTO Dunque, vediamo. Rosi Bindi annuncia urbi et orbi che lei al sesso ha rinunciato da tempo, e la cosa le pesa (ma al sesso non pesa rinunciare a lei). Parola di politica. Quindi, quando Rosi cala nelle Marche, regolarmente da una carissima amica, lei pure politica, stesso schieramento, non è vero che, come i maligni insinuano, va a trovare la fidanza. Si sa, i marchigiani sono linguacciuti, peggio uno di loro che un morto in casa. E molti, dopo le recenti esternazioni della Bindi, la giudicano più bella che sincera. Ma non è vero niente, è solo un platonico ricatto, come cantava Lucio Battisti, e passano il tempo ammazzandosi di novene. Bene, siamo tutti sollevati, il sesso pesa, chissà poi perché, chissà perché ci si deve rinunciare, sarà un fioretto. Il sesso pesa, è brutto sporco e cattivo e quello omo poi non ne parliamo, è peccato molto gra-a-a-aaaave, come bela monsignor Tonini, non va sancito, è “una posizione massimali

IL FARO - anteprime nn. 27 - 28

Numero incentrato sulle nefandezze dell'informazione Numero impostato sulle assurdità senza tregua di questa estate

I RICORDI DI DOMANI estratto 6

  3 luglio 2012 via Smashwords ... Anche allora c'erano le giostre e le bancarelle, certo diverse da quelle di oggi, più povere, più semplici, ma bellissime per i bambini di quel tempo, e anche per noi, che non la finivamo più di girarle. E c'era il circo piccolo ma così eccitante coi saltimbanchi e i trapezisti che facevano un po' paura con tutti quei salti e voli per aria, e poi c'era la donna cannone che non era altro che una donnona molto grassa, tutta addobbata da non credere, come nel far west, e tutto era così bello e naturale. Anche il sapore di morte che si respira sempre nella pazza allegria di una sagra. ...

UNA MAGIA

UNA MAGIA Alla fine eccomi qui per ringraziare per le bellissima serata di venerdì a castelfranco .in parole semplici, è stata molto intensa..una condivisione di emozioni, uno scambio di immagini vivissime! a volte era come se tutte quelle immagini entrassero in me e andassero a risvegliare ricordi e sensazioni dimenticate. Anche magie dimenticate, come nel racconto della quercia. Condividere emozioni..è questo che ci tiene vivi! E' stata una magia. Grazie!!!  Anna A me piace provarci...

QUEST'ESTATE, INFANTICIDI

QUEST'ESTATE, INFANTICIDI Prima la sciagurata che, a Ozzano Emilia, ha partorito due gemelli più che prematuri e uno l'ha buttato in un cassonetto chiuso in un sacco, roba che neanche un gatto, e l'altro l'ha scaricato in ospedale, dove quasi subito ha raggiunto il fratellino. Un duplice aborto, più che un duplice parto. Poi l'altro neonato, filippino, egualmente in anticipo, questo ucciso dai medici dell'ospedale Grassi di Ostia che gli hanno iniettato in corpo latte anziché soluzione fisiologica. Di solito in estate, coi furori del caldo, la gente si ammazza a vicenda, per le ragioni più assurde: quest'anno tocca ai più indifesi, ai nati troppo presto. Difficile, commentare roba del genere. Viene da odiare una ventunenne capace di un gesto simile, poi ti accorgi che in un gesto del genere non c'è umanità e nemmeno disumanità, c'è solo un gran vuoto, un buco sconfinato, un deserto. Adesso naturalmente la mancata madre piangerà, si dispererà,

NON M'IMPORTA

Non mi toglierò, non farò niente NON M'IMPORTA Come un cane sotto la pioggia Così m'hai lasciato al mio mondo Come un cane sotto la pioggia Così m'hai tolto dal tuo mondo Come un cane sotto la pioggia E' questo tutto il tuo coraggio Amore m'avevi giurato Fra i tuoi baci pazzi, ricordi? Appena la stagione è morta Due volte m'hai spezzato il cuore Eccomi qui, sotto la pioggia E il cielo non promette niente Che il ritorno all'incubo per me Io ricordo l'odore di pioggia Ora so che non se n'è mai andato Dal mio corpo, anche il fiato è bagnato Così sporco e non m'importa più Se è infetta la ferita al fianco La pioggia ci scava un pantano Di sangue bianco all'alluvione D'ogni traccia di te che manca Stanco di camminare invano Più stanco d'aspettarti invano Il fiume nella città scorre Indifferente alla mia agonia Forse qualcuno mi travolge Non mi toglierò, non farò niente Sputato

QUANDO L'ISLAM STA SULLE PALLE

Vi piacciono così? QUANDO L'ISLAM STA SULLE PALLE Un facchino musulmano di un hotel di Venezia si dimette non sopportando di prendere ordini da una donna: gli salvano il posto affiancandogli un maschio. Protagonista della vicenda un egiziano dipendente del Danieli che si era licenziato per non subire «l'onta» di ricevere disposizioni da una governante. L'uomo aveva quindi lasciato il celebre hotel ma non trovando un altro lavoro si è ripresentato alla direzione che tenendo in grande considerazione il lavoro dell'extracomunitario lo ha riassunto garantendogli che nei suoi turni si troverà a fianco, oltre alla donna, un collega maschio che gli comunicherà gli incarichi. La «mediazione», come indica Il Gazzettino, è andata a buon fine e l'uomo è tornato regolarmente al suo lavoro. (Ansa) Va di moda sdilinquirsi per la grande religione islamica, specie da laici progressisti, scettici, atei o anticristiani isterici alla Odifreddi. Sarà. A me la religione
IL PIZZETTO SENZA FONDO Ciao Max, ieri, trascinato da alcuni amici, sono stato al Testaccio (Roma) alla festa della Federazione della Sinistra. L'attrazione della serata era l'attore (comico?) Ascanio Celestini. In passato mi è capitato già di incrociare due volte Celestini ; una volta a teatro  (bello spettacolo che aveva come tema la pazzia) ed una volta per una presentazione di un film sulle BR (pessimo lui ed il film). Ero quindi molto dubbioso ma anche curioso di capire che animale fosse sto Celestini. Pessima Idea. A parte qualche battuta ben riuscita ho trovato il monologo noioso e banale. Una sorta di Grillo in salsa pseudomarxista condita di paccottiglia new-age e terzomondista. Ha citato Gramsci (citato non  letto!!!) dicendo che Gramsci avrebbe messo un contadino a fare il ministro dell'agricoltura, un pacifista a fare il Ministro della Difesa e la sorella di Cucchi a fare il Ministro della Giustizia.  Ha ironizzato sul nome del poliziotto c

CAERANO DI S. MARCO (TV), VILLA BENZI ZECCHINI

CAERANO DI S. MARCO (TV), VILLA BENZI ZECCHINI Un posto magnifico, che sarà un peccato se verrà ucciso. Un palco così profondo da consentire cinque file di poltrone. Non molta gente, poca gente, ma almeno la possibilità di entrarle dentro, a tutti i livelli. Penso di avere letto bene, di avere liberato un'atmosfera, un momento di teatro insieme a Lorenzo Tomio che magnificamente ha sorretto le mie parole. Ormai so cosa faccio, so cosa debbo fare. So anche perché lo faccio, finalmente. Un'altra occasione per spremere tutto, un po' più di quello che avevo. Per entrare ed uscire dai miei incubi, arrivando sfinito alla fine. Che cosa sono io? Un cantastorie, di quelli che non usano più, che si aggiravano per i villaggi nel Medioevo raccontando d'incantesimi, bambole, cimiteri, gattini, foulard come sudari, tragitti nel nulla di un lungomare, fotografie che restano, querce, cieli, piccoli fuochi, gente di gesso, stazioni, vagoni, incubi, cose che mancano, cose che n

CAERANO DI S. MARCO (TV), 20-07-12

Ancora un alibi per esistere Dopo il reading di sabato scorso con Paolo Benvegnù a Civitanova, che tanto affetto ed entusiasmo ha suscitato (ancora grazie a tutti quelli che hanno scritto, che hanno trovato così tante belle cose nel nostro sforzo), sarò venerdì 20 luglio a CAERANO DI S. MARCO (TV), in Villa Benzi Zecchini, a chiudere la rassegna "This is not a pop sound". Propongo un reading diverso, meno poesie e più brani in prosa e anche racconti, tratti dal nuovo ebook "I ricordi di domani". E' una gioia tornare a Castelfranco (dintorni), dove già ero stato proprio con Paolo, nel 2007, e poi da solo, e mi spiace solo di non poter raggiungere, per giunta per un soffio, un altro grande artista e amico, GianCarlo Onorato, che nella stessa sede mi precede di una sera. Questa è un'occasione nuova anche per me, perché leggerò frammenti più diretti e, in un certo modo, immediati. Sorreggerà le mie parole il musicista Lorenzo Tomio. Spero di riuscire ad a

Borsellino, il mistero compie 20 anni - CRONACA

Borsellino, il mistero compie 20 anni - CRONACA Come scogli contro un mare infame

STA SCHERZANDO

So' soldi, altro che cazzi STA SCHERZANDO La cosa più scandalosa della pulizia etnica di Berlusconi è la pulizia etnica. Dovendo tornare a “salvare il paese”, il Cavaliere fa piazza pulita di groupie, zoccole e calciatori esosi così come di galoppini imbarazzanti (non tutti). Ma chi aveva costruito una simile compagnia di giro? Chi aveva imbarcato l'igienista mentale Minetti che adesso, come scrive Aldo Grasso, tratta per la buonuscita (e la trattativa è forse il punto più sconcio di una svergogna senza imbarazzo)? Chi aveva imposto un modello talmente sconveniente da spingere il redivivo anfitrione di Arcore a sbarazzarsene? Cancellando gli epifenomeni, Berlusconi è come sbianchettasse se stesso per tramutarsi in qualcosa d'altro. Cosa, nessuno lo sa. In compenso, tutti sanno in cosa Berlusconi non potrà mai tramutarsi. In un uomo serio, sobrio, misurato. Già le sole dichiarazioni di queste ore ci tranquillizzano: “Col mio governo conti a posto”. Berlusconi è cos

SE MI CERCHI

Io qui fermo a intercettare attesa SE MI CERCHI Se mi cerchi sai che sono qua Anche adesso, anche se non mi va E' lo stesso, e la mia utilità Ammesso e non concesso che ci sia Sta in una realtà a forma di spia Credici, che costa la follia D'un amore che diventa addio Fa rumore tutto quell'oblio Ma è talmente poco il mio daffare Io mi sento a volte un cimitero Dal cancello nero sempre aperto Col lumino verde sempre acceso Se mi assento, non più d'un momento Vado tra gli alberi, imparo così Una volta di più l'umiltà Che mi servirà a tornare ascolto E non sarà molto, però è tutto Io qui fermo a intercettare attesa Trovami senza cercarmi se E' Natale e non sai dove andare Se non riesci più a dormire e se Vorrai litigare o ricordare Se hai bisogno di un sogno a metà Vieni pure, non ti preoccupare Che coperte di parole qua Quante ne vuoi. E porta i tuoi guai Metterò da parte i mali miei Se ci sei, se no f

I RICORDI DI DOMANI estratto 5

  3 luglio 2012 via Smashwords ... come si può vivere tutta la vita nel posto dei morti? Troppa gente vedi arrivare vestita di nero, la vedi piangere, mettere i fiori sulle tombe e poi andar via nel silenzio. Eppure loro ci stavano bene, perché, dicevano, in fondo è un lavoro come un altro. Il mestiere della morte la rendeva più normale, meno minacciosa. E bisognava vedere come curavano con amore le tombe, i fiori, i sentieri, c'era perfino qualche pianta di frutti. Ricordo quella, enorme, di prugne dolci e squisite che da bambine rubavamo. E quando nostra madre veniva a sapere che ne avevamo fatta una scorpacciata, ogni volta esclamava inorridita: “Ma con quale coraggio!” ...

CIVITANOVA, 14-07, CORTILE EX LICEO CLASSICO, POPSOUND

CIVITANOVA, 14-07, CORTILE EX LICEO CLASSICO Come sempre, ci pensi sei mesi e in un attimo è andata. Non racconterò da dentro questa serata con Paolo: se vi va, se ne è valsa la pena, pensateci voi, mandate i vostri commenti o le cronache: pubblicherò tutto. Io qui voglio solo aggiungere un paio di pensieri tangenziali. Ce l'abbiamo messa un po' più di tutta, il caldo era davvero micidiale ed eravamo lì dalle 5 del pomeriggio, abbiamo cominciato alle 11 e dopo quasi 2 ore non ne avevamo più. Comunque, a parte l'immensa gioia di ritrovarci insieme su un palco, penso che ci siano stati alcuni momenti davvero buoni. Quattro anni che non succedeva, ed è stato come esserci espressi insieme dalla sera prima. Non c'è niente da fare, tra noi succedono cose che io non riesco a spiegare, che non riusciamo proprio a comprendere: dopo, quando tutto è finito, ci limitiamo a prenderle come doni del cielo, sapendo che sono successi e quasi dandoli per scontati. Non per presun

READING!

Anime, avanzate READING! Mi hanno chiesto che significato do al mio reading. Domanda alla quale non voglio rispondere, perché definire è limitare ed io questo steccato invece vorrei risparmiarmelo. Se proprio debbo fornire una coordinata, trattandosi di un festival di filosofia, ecco, m'invento qui il concetto di inesistenza. Il mio è un reading sull'inesistenza. Che non vuol dire, attenzione, non esistere, ma esistere dentro. Al crocevia tra Carmelo Bene, che si considerava immortale perché mai nato, dunque mai esistito (e poi tutta la tematica della fonè, della voce che resta sola ad aleggiare come presente assenza che trascende il corpo eccetera), e Renato Zero quando era una persona seria cioè si truccava da Pierrot: “Ci vuole coraggio, dico, per esistere”. Per me in-esistere vuol dire essere, incastonato, in un contesto che per definizione non c'è, non è reale, è teatrale. Sono dove non si è. Ci sono nel non-essente. Fuor dai giochi capziosi, una concretezza

STRONZI

Più funebre, no? STRONZI Il Signore nella sua infinita bontà ha creato le sciagure perché i cantanti sensibili potessero compiacersene. Da grandi poteri derivano grandi possibilità, soprattutto adesso che si vendono meno dischi, e allora eccoli i supereroi del cuore non perdersi una catastrofe: terremoti, frane, inondazioni, loro ci sono sempre, Renato Zero, uno passato dal bazzicare le suburre ai conventi del fraticelli, l'ha detto: “Quando una città chiama, Renato risponde”. Nessuno è bravo come lui a parlare in terza persona, neanche Napoleone. La chiamano beneficenza, e la è: per gli sponsor, le televisioni, le compagnie telefoniche, tutto il business collegato del cuore e un po' anche per loro, gli apostoli canterini che si rifanno la faccia con il portafoglio altrui: perché il gettito, al netto di spese, rimborsi, provvigioni e note a piè di lista, esce tutto dall'adorante pubblico che ormai è avvezzo a questi tour riparatori. Concertoni che servono a niente

IL REALE E' RAZIONALE

Un Eroe, senza ironia IL REALE E' RAZIONALE Quindi se io sono disoccupato e disperato al limite del suicidio non debbo farmi fuori, posso provocare la morte di 32 persone tra cui una bambina, mettere a repentaglio un bastimento intero poi presentarmi in televisione e dire che l'intervista è un dovere morale. Uno scrupolo di coscienza da 60mila euro. A quel punto, per un anno ho risolto i miei problemi. Poi Dio provvede, al limite m'invento un'altra strage o sciagura o nefandezza. Insistono i puri di cuore, un po' sventati: queste cose bisogna dirle, bisogna denunciarle, non ci si può arrendere all'andazzo, al conformismo, allo schifo dilagante. Ma perché? Perché se ad alimentarle sono perfino i giornali indignati di mestiere? Perché se un peggio serve a giustificare un altro peggio, nella solita chiamata generale per cui più tutti sono sconci e più sono salvi? Perchè se hanno ragione loro, se scattano gli applausi, se i galoppini della cosiddetta infor