Io questo mio Paese non
lo capisco più, mi sembra sempre più sospeso tra artificio e
bestialità, lacerato in un futuro che non arriva, o arriva a stento,
e un passato che non si sa neppure più ricordare. Da una parte
quelli artefatti, costruiti, insopportabili nei loro atteggiamenti,
negli snobismi provinciali, dall'altra chi si compiace della propria
rozzezza, la maleducazione tronfia, sudicia. A volte, spesso, le due
facce di una medaglia senza valore finiscono per coincidere. Ed io
non riesco ad orientarmi, sospetto di farne parte, di appartenere
anch'io a una genia che mi fa orrore: nondimeno mi fa orrore, e vivo
non vivendo il Paese che anch'io sono, che condivido. Oggi mi veniva
in mente tutto questo, fermo al semaforo: passavano le auto, ho fatto
in tempo a vedere una giovane donna che guidava, sola, le gambe
scoperte da una vestina leggera, corta, il portachiavi che batteva
leggermente su un ginocchio, era la visione di una modernità eterna
e consumata, se si vuole…