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Visualizzazione dei post da gennaio, 2016

FONTANE DI DOLORE

Oramai mi manda in frantumi vedere un animale morto sul ciglio della strada. Sconvolge il mare dentro vedere passando in Vespa una piccola trattoria in attesa inutile, tovagliette candide di carta su ogni tavolo, e sono tutti vuoti e il padrone in grembiule ti tramortisce con le sue onde di sconsolata attesa. Ti ammala il sole che cade nel mare di un molo al tramonto, due ragazzini si abbracciano nel riflesso e tu vorresti chiedere ai pescherecci indifferenti e immoti i segreti di una vita bugiarda. Quante volte mi sono arreso alla sconfitta, atleta distrutto che s'accascia sul prato. L'ultima volta che mio padre abbassò la saracinesca di un'azienda che era tutta la sua vita. L'ultimo suo saluto, nel bar d'ospedale più squallido del mondo, dopo la sentenza: “Non ho paura di morire, solo di lasciare la mia bella famiglia”. E non aveva avuto un cazzo dalla vita, e io in silenzio bestemmiavo Iddio. Fuori era maggio e c'era un sole, un sole. Una madre che all&#

IL FARO 4/2016

Tutto quello che non si legge su Babysnakes Ma solo per chi si abbona Ogni fine settimana in email Il Faro

L'INDICIBILE

Ho incontrato trappole, tranelli, volentieri da gente che coltivava il gusto dell'indignazione, e che però non si indignava di sapermi a un passo dall'ombra del ponte, anzi pareva divertirsi parecchio, lo ha messo anche per iscritto, e non ha rinunciato al gusto di imbrogliare e di mentire anche dopo, a cose fatte, perché un gonzo è come un diamante, è per sempre. E ho visto autentiche rapine in casa mia, da banditi armi in pugno, che ci hanno distrutto i giorni, li hanno dirottati nei buchi più profondi dell'inferno. Non furono vizi oppure errori, non fu avidità e malizia: fu l'ingenuità dei poveri, che non hanno anticorpi, che non hanno rimedi, si fanno sempre commuovere e non possiedono la rabbia per vendicarsi, Ho vissuto situazioni di un tale sconforto che non bastano parole a raccontarle. Ho sperimentato il disprezzo della povertà, le occhiate colme di ironia, la solitudine che ti rende appestato, la voglia di farla finita ogni mattina alzato dal letto (anzi,

CORRUZIONE SENZA ECCEZIONE

Le classifiche militanti sulla legalità, come quella di Transparency, non sono una cosa seria – chiedetevi sempre chi le stila, dove va a parare, chi li finanzia, e non resterete mai delusi. Ma, ammettendo per un attimo che lo siano, viene fuori che i paesi più corrotti coincidono, vedi caso, con gli ex comunisti, quelli cioè dove la legalità, in forma di eguaglianza, veniva insufflata a mezzo di dittature; Bulgaria, Romania, eccetera. Il paese più corrotto al mondo è la Corea del Nord, solo per caso l'ultima macchia di comunismo integrale, con buona pace dei somari che equiparano mercato a “dio denaro” a corruzione, copiaincollando le fregnacce di Toni Negri di 40 anni fa. Fermo restando che non esiste sistema immune alle tentazioni degli uomini, è vero il contrario: dove non c'è mercato, concorrenza, libertà, dove lo Stato si estende a coprir tutto, la corruzione si allarga e discende ai livelli più bassi, come per ottenere una carta d'identità o un qualsiasi certi

LA SENTINELLA

Perché voi non capite il dolore Che rapito dalle mie parole Si contorce, vi viene a cercare Perché non lo vedete sanguinare Nella striscia rossa del mistero D'una croce fissa al cimitero Della vita, perché non capite Quello che sto cercando di dire Che sprofondo, che non resto al mondo Questo intrico di rami ammalati Che si tendono al cielo impotenti E blasfemi, perché non vedete La disperazione dappertutto E senza pudore la straziate D'ottimismo greve come un rutto Che rispetto avete dell'eterno Derelitto Cristo che v'inchioda Ad una lealtà che vi fa orrore Voi nel vostro inferno di preghiere Per salvarvi, lasciare ad un altro Il compito ingrato dietro al vetro Della sentinella che consuma Lo spettacolo degli occhi sviati Tra le macchie d'un vicolo cieco Perché mai v'immedesimerete Per un lampo, il tempo d'un pensiero Nell'esilio d'un volto lontano Perché non capite il mio dolore Ch'

ZIO PASQUALE RIDEVA

Sono stanco, trentatrè volte stanco di sentire ripetere che al nord c'è la mafia, che Milano pullula di mafia, come se fino a ieri fossero vissuti tutti nell'Empireo. Libri, premi, ovazioni per qualcosa che non è neppure la scoperta dell'acqua calda, è giusto uno dei tanti business ricorrenti nel mercato delle notizie nate decrepite. Posso raccontare un aneddoto personale? È talmente remoto nel tempo che non so più quando collocarlo, comunque una quarantina – dico 40 – d'anni fa. Mio padre, ve l'ho già raccontato era uno dei tanti minuscoli commercianti-trafficanti di una Milano che ne brulicava, tutto un formicolio di contatti, di affari, di occasioni anche pericolose in un vitalismo caotico ed effervescente oggi impossibile perfino da raccontare; oggi c'è la rassegnazione tecnologica, ci sono i suicidi e il terzo mondo che tracima. Intorno al '74, '75 Milano era una fogna dove si pescavano anche pepite d'oro; e nessuno si formalizzava granché

ALBERTO

Tutti ridevano. Mio padre parlava e sudava e fumava e beveva “tazze d'acqua”, non bicchieri, proprio delle tazze, “Massimo per favore portamene un'altra”, in casa alle prese con gli orientali, i giapponesi, i coreani, i cinesi che allora non erano vicini e rimanevano soggetti misteriosi di un mondo che s'andava rimpicciolendo, che ce li portava in casa, vicini ma non ancora abbastanza per renderceli simili. Lo accompagnavo all'aeroporto alle dieci di sera a prenderli, che luci, che presagi di futuro lungo la strada per Linate, fin dentro le aree “arrivi internazionali”, piene di gente indaffarata, che viaggiava, che sbarcava, mio padre in quei primi Ottanta era la globalizzazione, la praticava con anni d'anticipo armato del suo inglese stentato, alla Alberto Sordi. Ma i soggetti misteriosi, i cinesi e i giapponesi si arrendevano uno via l'altro alla sua travolgente simpatia, a quel modo che allora giudicavo naif, provinciale, imbarazzante di combinare aff

La boxe è come Rocky: un ricordo del passato

La boxe è come Rocky: un ricordo del passato

Bonolis, il re del trash si butta sull'omofobia

Bonolis, il re del trash si butta sull'omofobia

IL FARO 2 - 3 / 2016

il Faro. Sempre curioso. Sempre insofferente. Sempre presente. Tutto quello che non va su Babysnakes. Attualità, commenti, speciali, libri, film, musica... Ogni fine settimana in pdf nella tua casella di posta elettronica. Abbonarsi è facile. Il Faro. Sempre.

UNO COSI' LO AMMAZZEREI

A proposito di notizie che ti rendono peggiore. Leggo che ad Almenno San Bartolomeo, profondo nord bergamasco, un tale ha lasciato il padre di 91 anni sul balcone a -3°, la scorsa notte, “per punirlo”: litigavano spesso, si sa come sono i vecchi. Il poveretto si è salvato perché, a forza di lamentarsi, qualcuno lo ha sentito e ha chiamato la polizia. Che ha arrestato il figlio aguzzino “per maltrattamenti”. Maltrattamenti? Questo è tentato omicidio aggravato dai futili motivi, dalla crudeltà e dallo stato di totale sottomissione dell'anziano, che non poteva difendersi. Ripenso agli sforzi che ogni giorno facciamo per mia madre (83 primavere), mio fratello ed io, per non lasciarla mai sola con i suoi capricci e le sue piccole insormontabili difficoltà: appena chiama, partiamo come bombardieri in avanscoperta. E non c'è niente di favoloso, nessun merito, è così che deve andare, ogni volta che mi lamento con qualche amico per lo stato di perenne allerta, mi sento rispondere

DELLE DUE L'UNA

Viene sempre, basta aspettare, il redde rationem e a questo punto andrebbe chiesta ragione della farsa a 5 stelle che sempre più si palesa come tale: più gli “onesti”, i grilletti, spingono sulla loro diversità e più emergono come gli altri se non peggiori: faide interne, menzogne, ipocrisie, scivoloni mediatici, giustificazioni incredibili, “Siamo onesti ma più che altro dobbiamo sembrarlo”. Con la differenza, non da poco, che non ci troviamo qui di fronte a un fisiologico logorio di potere ma ad un movimento, o setta, che solo da pochissime stagioni ha cominciato a fare politica, si fa per dire. Da Quarto in poi, anzi a ritroso, andrebbe chiesta ragione. Ai grillini? Ai loro elettori? Ma no, questi si possono anche capire, ad impossibilia nemo tenetur. Andrebbe chiesta ragione a chi li ha gonfiati, pompati, esaltati in modo anche servile, con tutti gli “slurp” del caso, fino a cascare dal pero di Quarto. Insomma quelli come Travaglio, il quale per anni, da anni ci sfinisce col

DI LUNEDI' NON SI MUORE

Non chiamatela, vi prego, depressione. Anche se oggi è il lunedì nero, non fatene una sciocchezza alla moda. Depressione non è sentirsi giù, non è lo scazzo di chi non trova sbocchi. Questo è penoso, anche straziante, ma non è nemmeno l'anticamera. Ci convivi. Ci tiri avanti. No, quello di cui parlo è questo viale nero, nel quale torno ogni tanto, che mi succhia via la voglia di lottare, di pensare. Di parlare, di scrivere. È un posto, questo viale nero, dove nessuno può seguirmi. Ed è brutto svegliarmi ed essere contento, perché è un giorno in meno che rimane. Brutto è dibattermi nell'imbuto per l'inferno. Basta un gioco d'ombra a farmo allagare da una pozzanghera nera e a stento riesco a chiederti: l'angoscia che cos’è? L’angoscia è quando sento il dolore di una vita, di tutti i miei anni precipitarmi addosso in un momento, e da addosso dentro, nei polmoni, nel cuore e scoppiano e mi dilaniano con tonfi sordi che nessuno può sentire. L’angoscia è

TERAPIA ANTIBULLI

Ci sono fatti che ti fanno infuriare anche se non li conosci, anche se ne sai giusto il poco che leggi sui giornali. A Pordenone una ragazzina di 12 anni si butta dal settimo piano e, solo per miracolo, non rimane spiaccicata, anche se le lesioni alla spina dorsale restano tutte da stabilire. La spiegazione, se tale si può considerare, in un biglietto: “Adesso sarete contenti”, e si riferisce ai compagni, che a quanto si è capito l'avevano presa di mira. A dodici anni tutto è da interpretare perché tutto è apocalittico: può darsi benissimo che il bullismo (che termine pessimo) non fosse così grave, che la scolara esagerasse nel vittimismo; ma anche no, forse era davvero emarginata e la scuola le era diventata un incubo. Ma non è tanto questo che fa disperare, è che, come al solito, le indagini interne della scuola (che è sempre al corrente della situazione), della magistratura, del ministero, finiranno nella solita bolla di sapone: solidarietà alla vittima ma attenzione a no

Bowie e la Rai, quando la sciatteria va in tivù

Bowie e la Rai, quando la sciatteria va in tivù

QUELLO CHE POSSO

Faccio cosa posso e non è niente Ce la metto tutta e non fa niente La fatica evapora in errori Pure insiste; solo lei rimane Al suolo di giorni, di stagioni In attesa di fiori. Ma son aspri Rimasugli di scogli di rime Pure c'è, questo povero amore Che vorrebbe contagiare il mondo E si estenua e invece tocca il fondo E riparte con la morte nel cuore Ma riparte, sordo al suo sentire Tra silenzio, delusione e rabbia Che consolazione! Finché scoppia Tutto in pianto. Però ancora pronto Sarò qui a sbagliare un'altra volta Se di vita sa la mia rivolta Se sconfitta sia la mia ribalta Gatto strano, neanche tu ti fidi Di paura graffierai i miei lidi D'illusione di chi non impara Quanto amara è ogni verità Quanta vita muore in un addio Un tatuaggio d'ombre sopra il ghiaccio Che di pioggia ingombra il volto e intreccia Muti ascolti d'aurore di maggio

RADIKKI & CIKORIE

C'è una notiziola minima ma gigantesca, strepitosa, che imperdonabilmente sta sfuggendo a tutti: la cantante Ivana Spagna denuncia la sosia perché le porta via il lavoro. Avete letto bene, e quel gran genio di Achille Campanile (o di Pirandello) non c'entra: tutto vero (al netto dei lifting), con tanto di strascico giudiziario in corso. L'abusiva non è immigrata e non è clandestina, per cui Salvini una volta tanto non potrà scatenarsi: si chiama Wanda Radicchi, alias, comprensibilmente, Wanda Fisher e a peggiorare le cose sta il fatto che pure lei canta, è corista. Per cui le riesce facile contrabbandarsi per l'originale, anche in considerazione di ritocconi facciali pressoché identici. La faccenda diventa perfino più gustosa quando si scopre che va avanti da una quindicina d'anni: la vera ed unica Ivana aveva portato davanti al giudice la clona (si potrà dir così?) all'inizio del millennio e poi si era convinta a ritirare la denuncia dietro la fatidica pro

ANCHE MIO PADRE

La “cremazione diretta”, scelta da David Bowie per se stesso, è quella che non prevede anime vive: nessuno può assistere mentre qualcuno infila la bara nel grande forno che scioglie tutto; quindi la raccolta delle ceneri, la consegna ai familiari, il silenzio. Anche noi la abbiamo voluta per mio padre, otto anni fa e ancora non ci credo. Ricordo la strana sensazione, quel tepore che usciva dall'urna e spaventava pensare che così tanta vita, le tue stesse radici erano lì: ancora sembravano pulsare, chiamare, protestare. Tornavamo in macchina da San Benedetto, dove sta il crematorio, e ricevetti una telefonata dal mio amico più vecchio, Cesare, con cui ero cresciuto dall'età di 5 anni. Ebbe parole indimenticabili, e quel suo ricordo è una delle cose che mi hanno fatto più piacere. Anche mio padre scelse una vita convulsa, tre, quattro pacchetti di Marlboro al giorno, spesso senza mangiare, senza dormire: lui poteva funzionare solo così. E infatti se n'è andato all'et

STOP!

Per carità fermatevi. Ho buttato giù due righe, è valangato giù un referendum e non accenna a frenare. Consultazione non prevista e peraltro indicativa, in trascurabile misura, di una certa saturazione, a strabordante maggioranza, per alcune coscienze canterine usurate, oltre che della solita propensione all'intolleranza da parte di chi se la tira da pluralista, tollerante, aperto al confronto, Rino Gaetano dove sei. Ma non ho messo il compagno Guccini versus l'ambiguo Bowie e non ho espresso giudizi assoluti sul Francesco. Ho scritto che è deprimente la spocchia (sia pur mascherata da basso profilo) con cui si ostenta indifferenza, da musicista, verso un altro musicista così ingombrante. Ma è uscita una invocazione al de gustibus, che c'entrava come i famosi cavoli a merenda, e non poteva mancare la patetica chiamata a raccolta dei carbonari della rivoluzione proletaria . Amen, così funziona quello skateboard che è la rete: dirottando deragliando. Dopodiché, se a qual

TVIONFI LA POCHEZZA PVOLETAVIA

Leggo una dichiarazione del menestrello Guccini e sorrido, di tristezza: Bowie non gli è mai piaciuto, sostiene, senonché lui non si intende di musica contemporanea. Per carità, uno può avere mille sacrosanti motivi per non apprezzare David Bowie (non era abbastanza compagno, non girava in eskimo, non inneggiava alla “giustizia pvoletavia”, non è mai passato per Pavana), ma insomma quell'ostentare estraneità è patetico. E incurabile: sempre quella cara, vecchia spocchia mascherata da svagatezza di chi si sente investito del diritto-dovere di preoccuparsi di tutt'altro, dalla giustizia sociale ai destini della sinistra, che ha abbondantemente frantumato i coglioni. Sempre quella pesantezza appenninica, quel cipiglio ideologico, quella cupezza da osteria. Quello snobismo nato canuto, barboso, barbuto. Ma quale “musica contemporanea”, cittadino Guccini? Siete pressoché coetanei, possibile che tu non ti sia mai imbattuto, col mestiere che fai, in un collega così ingombrante e

DORECIAKBOWIE

Questo potrà sembrare un post fanatico da parte di un fanatico che si occupa di fanatismi musicali: pazienza, ma qui si parla in realtà di come dare una notizia, come fare informazione. Sulla morte della popstar David Bowie l'impatto, piaccia o meno, è stato planetario, dai grandi network come BBC e la CNN che hanno fornito una copertura degna di un leader politico o religioso (esagerando, se si vuole, ma tant'è), fino alla Santa Sede che, caso inedito, ha scomodato l'Osservatore Romano. Da noi, Mollica ha (de)rubricato la faccenda a notiziola da do-re-ciac-gulp, la sua cazzatella dove passano in rotazione sempre i soliti, Benigni, Fiorello, Mina, il fantasma di Fellini, eccetera, con contorno di superlativi, e limitandosi a un paio di aneddoti tra i quali quello con Celentano, il suo amicone (suo di Mollica). A questi livelli, meglio lasciar perdere del tutto, si fa una figura migliore o meno peggiore; questo è un modo di tirar via imbarazzante, o che almeno dovrebbe

Bowie, la sua morte ha chiuso il cerchio d'artista

Bowie, la sua morte ha chiuso il cerchio d'artista

David Bowie e quegli artisti che non hanno eredi

David Bowie e quegli artisti che non hanno eredi

UN'ALTRA HOLLYWOOD E' POSSIBILE

Il mondo deve ringraziare Sean Penn. Per i suoi film, il suo talento, ma soprattutto per il suo attivismo frenetico: lui lotta per le minoranze, per l'ambiente, per il pianeta, per la pace, per i più deboli, per i bisognosi, già groupie del diversamente democratico Chavez ha sempre una buona causa, come Sting e quelli che vanno da Fabio Fazio, insomma è di quelli che piacciono a papa Francesco. Nella sua lotta senza quartiere contro il capitalismo, pianta storta dai mali frutti, non ha risparmiato appelli, impegno, sostanze, pellicole, ed è per questo che lo ringraziamo. Ma il mondo deve ringraziarlo anche per un altro merito: si deve a lui la cattura del Chapo, il superboss messicano, quello che si vanta di “essere il più grande narcotrafficante mondiale di tutti i tempi”, e non c'è bisogno di aggiungere altro. L'FBI, infatti, lo ha rintracciato seguendo proprio Sean Penn, che con l'alto esponente internazionale si incontrava, ospite nel suo rifugio, per discutere

CHI E' SORDO ALL'ASSURDO

Non sembra essersene accorto nessuno, ma l'anno è cominciato all'insegna dell'assurdo. Delirante, ad esempio, è quello che è successo a Colonia, dove non è proprio come la raccontano e cioè che la polizia non si fosse accorta dei profughi o migrantes che molestavano le femmine, è, come molti mormorano, che le polizie dell'Europa socialdemocratica e riformista, non uscita dal comunismo asociale, hanno l'ordine sotterraneo di andarci piano, di chiudere un occhio e anche l'altro perché nessuno dei leader vuole passare per persecutore ovvero giocarsi la rielezione. Costi quel che costi, anche una strage, le stragi si dimenticano, il potere mai. Da cui le contorsioni di chi prova ad esprimere solidarietà alle donne assaltate “ma anche” agli assaltatori “ma anche” alla sicurezza “ma anche” alla solidarietà, perché “non bisogna generalizzare”. Discorsi a pera: come si possa essere solidali con tutto e il suo contrario, con vittime e carnefici insieme non si capisc

IL FARO 46/2015 - 01/2016

Un anno dopo l'altro. Sempre più i commenti, le analisi, le opinioni, l'attualità. Babysnakes è per tutti, il Faro solo per chi si abbona. ogni fine settimana in pdf via email. Il Faro. Tutto dentro.

La dannazione degli auguri alle feste di fine anno

La dannazione degli auguri alle feste di fine anno

Zalone, fustigatore degli etno-radical-solidal-chic

Zalone, fustigatore degli etno-radical-solidal-chic