“Profezia che si autoadempie” è qualcosa che deve succedere perché deve succedere, perché lo si è detto, perché qualcuno lo ha deciso. La più gettonata del momento è la grazia a Corona, roba che mette d'accordo vip e giornalisti di diversa estrazione, da Facci a Travaglio passando da Feltri. Tutti concordi nel puntare il dito sdegnato contro la “eccessiva severità” della giustizia, insomma sta pagando troppo, dicono i vip, inorriditi dal saperlo al gabbio anziché sulle barche, nelle saune, le disco, i ristoranti, i posti che tutti loro frequentano abitualmente. Ci sono errori giudiziari? Non si direbbe, Corona ha preso 9 anni per tre diverse sentenze, nessuna delle quali contestata; c'è solo un calciatore che, non in corso di processo ma molto dopo, ha raccontato di avergli sganciato trentamila euro non dietro ricatto ma così, per simpatia umana. Motivo per cui i vip sostengono che nove anni per un rapporto amicale con un calciatore siano uno sproposito. Quelli come Travaglio sono molto distratti quando si tratta dei loro pupilli e così trascurano che Corona è stato condannato in base ai seguenti reati: estorsione continuata e aggravata, bancarotta fraudolenta, frode fiscale, corruzione, diffamazione a mezzo stampa, violazione di domicilio, appropriazione indebita, oltraggio, falsa testimonianza, evasione fiscale, detenzione abusiva d'arma, ricettazione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni ed altro. Nove anni a questa stregua sono sì un errore giudiziario: ma per difetto.
Ma ai vip tutto questo non importa, non lo sentono, il fotografo dei vip lo percepiscono giustamente come uno dei loro, tradendo una considerazione classista (o gossippara) dell'etica: le leggi, le morali, valgono per i nessuno, mentre noi, che siamo su un pianeta diverso, dobbiamo avere altri diritti, altri trattamenti: “C'è di peggio, i delinquenti veri sono altri” dicono i vip "signora mia" dirottando lo sdegno civile sulla politica, il potere sporco. Col quale Corona notoriamente intrecciava rapporti e non solo se è vero che si vantava di avere entrature nella criminalità organizzata e la DDA di Milano lo attenzionava per questo, oltre che per ritenerlo coinvolto in 73 procedimenti. Insomma un delinquente abituale. Ma Corona era figlio di Vittorio, che faceva il grafico alla Voce di Montanelli dove il giovin Travaglio si formò, lo vide bambino, questa sì che è etica, queste sì che sono motivazioni stringenti. Quanto a Celentano, questo rottame nazionalpopolare che da anni pontifica su tutto con argomentazioni imbarazzanti, senza uno straccio di solidità culturale, ha detto mamma coraggio Corona: ah, Adriano, noi siamo tutti amici, lui e Fabrizio sono così. Così come? Quanto nutrito è l'archivio del “fotografo dei vip”?
Corona non è un perseguitato, è uno che l'ha fatta franca a lungo, uno col quale la magistratura ha portato pazienza oltre il lecito mentre lui la sfidava, sputava addosso a giudici e sbirri, si dava alla latitanza, guidava senza patente, pestava chi gli sbarrava la strada, continuava le sue mascalzonate appena uscito da galera. Ha rimediato una pena cumulativa tutto sommato lieve, che ovviamente non sconterà per intero e anche questo i tifosi vip evitano di farlo presente: ma le leggi sono quelle che sono, e dopo due anni già scontati al massimo gliene restano altrettanti prima di uscire col crisma della vittima, ricominciare, finire a scrivere sul Fatto e darsi alla politica. In Italia ci sono sessantacinquemila detenuti in condizioni indecenti, un terzo senza processo e una buona parte sicuramente innocenti. Ma la grazia viene invocata solo per questo pregiudicato che nessuno considera tale, questo fotografo-ricattatore dei vip, chissà come mai.
Celentano ha scritto: "Certo, lui ha sbagliato come ognuno di noi, chi più e chi meno sbaglia, probabilmente anche a Lei sarà capitato..."
RispondiEliminaMa che è, una confessione di reati impuniti? A me(come alla maggior parte delle persone) non m'è mai capitato di ricattare, corrompere, e spacciare banconote false "per sbaglio".
Il moralista grillino del Fatto è sempre lo stesso che, per difendere l'amico Tony Renis, disse: "Chi è che non ha amici mafiosi?". Si spiegano tante cose, anche familiari.
RispondiEliminaNon sapevo nulla degli appelli di Celentano e Travaglio, e sono andato a leggermi l' articolo di quest'ultimo ( in fretta, per la verità ). L' articolo si chiude sancendo che questo "ragazzo di quaranta anni non ha mai fatto male a nessuno", e forse ci sarebbe da eccepire. E neppure vorrei si toccasse l'argomento se la sentenza sia giusta o no: ma come, per vent'anni ci hanno insegnato che le sentenze si accettano e basta, e adesso il principio non vale per De Magistris e Corona ?
RispondiEliminaTuttavia, l' impressione che le consegueze che sta subendo Corona siano sproporzionate rispetto a quello che ha fatto e, soprattutto, a come vengono trattati in altri casi fior di delinquenti, che in galera ci stanno una settimana e poi escono, è forte. A me sembra quasi che a Corona si sia voluto far scontare una pena "esemplare", quasi con intenti "pedagogici". Se fosse così, sta subendo un'ingiustizia.
Francesco
Non è così. Basta scorrere i reati per i quali è stato condannato. E' che è ingenerata la convinzione, da sudditi, che i mascalzoni da rotocalco debbano godere di trattamenti privilegiati.
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