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UN'ALTRA HOLLYWOOD E' POSSIBILE


Il mondo deve ringraziare Sean Penn. Per i suoi film, il suo talento, ma soprattutto per il suo attivismo frenetico: lui lotta per le minoranze, per l'ambiente, per il pianeta, per la pace, per i più deboli, per i bisognosi, già groupie del diversamente democratico Chavez ha sempre una buona causa, come Sting e quelli che vanno da Fabio Fazio, insomma è di quelli che piacciono a papa Francesco. Nella sua lotta senza quartiere contro il capitalismo, pianta storta dai mali frutti, non ha risparmiato appelli, impegno, sostanze, pellicole, ed è per questo che lo ringraziamo. Ma il mondo deve ringraziarlo anche per un altro merito: si deve a lui la cattura del Chapo, il superboss messicano, quello che si vanta di “essere il più grande narcotrafficante mondiale di tutti i tempi”, e non c'è bisogno di aggiungere altro. L'FBI, infatti, lo ha rintracciato seguendo proprio Sean Penn, che con l'alto esponente internazionale si incontrava, ospite nel suo rifugio, per discutere di un film agiografico della sua vita. Sei bravo, sei, direbbe er sor Brega. E anche qui, non ci sarebbe bisogno di aggiungere altro. Come mai il compagno Penn s'intratteneva con un megacriminale dedito allo sfruttamento, al sangue e al narcotraffico globale? Anche lui per vanità? Per ambizione capitalistica? Per un gesto di ribellione estrema contro il liberismo, per la fascinazione verso il cattivo? Ma no, che andate a pensare. Lui, a prezzo di pericolosi sotterfugi affrontati per amore della giustizia sociale (praticamente un film nel film), trattava serenamente un ingaggio si presume milionario, e si presume anche da quali fonti, con el Chapo perché aveva la coscienza pulita, proprio così: candeggiata a forza di attivismo, di campagne, di denunce, di appelli, di sostegni, di mondi diversi possibili, di beau jest, di posizioni inappuntabili, e naturalmente di ospitate da Fazio ("Voglio ringraziare Bush e Cheney per aver creato l'Isis", con l'altro che ovviamente non fiata, non gli fa notare che l'Isis è di un decennio almeno posteriore, che queste sono sparacchiate da centro sociale). Insomma era al di là del bene e del male, poteva bene permettersi un ingaggio dal criminale numero uno, considerando poi che se non ci fosse il capitalismo non ci sarebbero sfruttati e sfruttatori, vittime e carnefici, criminali e brave persone. E basta con la storia della coerenza, è borghese la coerenza, lui, Sean, quando dice una cosa, ci crede davvero. E se si trovava col Chapo, era per una causa più grande, per un'altra Hollywood possibile, un impegno nobile, la vera storia di un figlio del popolo che ha dovuto lottare duramente per affermarsi, uno slancio sul quale, era scontato, gli sbirri corrotti dell'FBI hanno saputo come sempre giocare sporco: perché, come dice qualcuno da noi, siamo tutti controllati, tutti spiati, tutto quello che sai è falso, quello che non sai è vero e i voti della mafia sono irrilevanti. Per il buon Penn un Oscar, a quello che volete, al (bel) coraggio, alla tenuta ideologica, magari all'ipocrisia ovvero in rappresentanza degli attivisti planetari.

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