Oramai mi manda in frantumi vedere un animale morto sul ciglio della strada. Sconvolge il mare dentro vedere passando in Vespa una piccola trattoria in attesa inutile, tovagliette candide di carta su ogni tavolo, e sono tutti vuoti e il padrone in grembiule ti tramortisce con le sue onde di sconsolata attesa. Ti ammala il sole che cade nel mare di un molo al tramonto, due ragazzini si abbracciano nel riflesso e tu vorresti chiedere ai pescherecci indifferenti e immoti i segreti di una vita bugiarda. Quante volte mi sono arreso alla sconfitta, atleta distrutto che s'accascia sul prato. L'ultima volta che mio padre abbassò la saracinesca di un'azienda che era tutta la sua vita. L'ultimo suo saluto, nel bar d'ospedale più squallido del mondo, dopo la sentenza: “Non ho paura di morire, solo di lasciare la mia bella famiglia”. E non aveva avuto un cazzo dalla vita, e io in silenzio bestemmiavo Iddio. Fuori era maggio e c'era un sole, un sole. Una madre che all...