Ieri sera, come almeno
duemila persone sanno, abbiamo condotto a Porto San Giorgio la
undicesima edizione di “Moda e Motori”, cioè uno spettacolo a
tutto tondo con cui veniva riletto l'intero Novecento alla luce dei
mutamenti del design automobilistico e dell'alta moda italiana. Si
tratta di un evento piuttosto impegnativo, perché, con mia moglie,
lo abbiamo concepito in una dimensione apparentemente televisiva, in
realtà con un taglio teatrale: ad ogni momento succede qualcosa, le
situazioni cambiano, le sollecitazioni si incrociano. Per cui, mentre
l'auto si ferma in passerella, e ce n'erano 27 dal 1909 fino al 1982,
e la modella scende fasciata in un abito contemporaneo alla vettura,
rigorosamente originale, il pubblico può osservare la diretta sul
maxischermo con una radiocamera che s'insinua fin nell'abitacolo
della vettura (uno spettacolo nello spettacolo), poi d'improvviso
appare un quadro, o una diapositiva di costume, e così via. Non
mancava un video, di circa 9 minuti che condensava l'intero “secolo
breve”, e abbiamo offerto anche 4 momenti di danza con un intero
corpo di ballo. Che la manifestazione sia stata un successo non è in
discussione, lo ha decretato, dal primo istante fino alla passerella
finale delle modelle sulle note di “Life on Mars” di David Bowie,
il rapimento del pubblico, che mai, neppure per un momento, è
sfuggito a quelle atmosfere così evanescenti, cangianti, nostalgiche
eppure irresistibili. Il service è stato inappuntabile, sono ragazzi
con cui lavoro da anni e posso davvero chiedergli di tutto, e loro
sapranno realizzarlo. Alla conduzione ero affiancato da Beatrice
Silenzi e noi siamo stati bravi e lo sappiamo: siamo professionisti,
abbiamo esperienza, ci conosciamo, nessuna sorpresa. Tutto bene
allora? No: il Comune di Porto San Giorgio mi dovrebbe spiegare che
senso ha avuto lasciare installare nello spazio della manifestazione,
l'area Bambinopoli, un maxiscivolo gonfiabile con Bugs Bunny scalato
dai bambini che si catafottevano di sotto facendo un casino d'inferno
sotto gli occhi benevoli dei genitori che non sospettavano affatto di
rompere i coglioni, anzi se mai quelli infastiditi erano loro, eh
beh, per la Madonna: adulti bestie che allevano bestiole. Non fosse
bastato, dagli chalet sul mare arrivava un luna park di musicaccia da
discoteca o peggio e qui bisogna sapere che, tra le varie rifiniture
dello spettacolo, non mancavano le canzoni che accompagnavano lo
sfilare di auto e modelle: solo per citare qualche nome, avevamo con
noi King Oliver, Thelonius Monk, Duke Ellington, Glenn Miller,
Caruso, il Trio Lescano, Louis Armstrong, Frank Sinatra, Bing Crosby,
Miles Davis, Billie Holiday, Carosone, Buscaglione, Il Quartetto
Cetra, Mina, Modugno, Chet Baker (su tema di Piero Umiliani), the
Beatles, The Rolling Stones, Bob Dylan, The Isley Brothers, Jannacci,
Celentano, Aznavour... Tanto per dare l'idea dell'impegno. Tutto
inutile, tutto vanificato da quel gran casino da giostra sparato con
chiara intenzione intimidatoria, sabotatoria, quella sorta di stupida
invidia da ragazzini frustrati sui 56 anni che conoscono solo la
logica del “purcuddiu, a mò te faccio vedè chi è più forte”.
E che facevi, andavi a litigare a mezzo dell'evento? A Porto San
Giorgio non succede una emerita minchia per tre mesi d'estate, vuoto
totale, viali desolati, proprio sopra l'unico evento elegante
dovevano combinare tutto 'sto casino per il puro gusto di scassare la
minchia con tutti i permessi del caso e allora è chiaro che la
riuscita non mi basta e io m'incazzo.
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