IN PISCINA La piscina è un supplizio che cerco volentieri, prima che alla schiena dà sollievo alla mente. Mi è sempre piaciuto il suo microcosmo umido di vapore, che m'imbozzola, mi separa dal mondo. Poi, una volta dentro mi annoio, perché il soffitto di una piscina non è il cielo del mare, mi provoca nostalgia d'estate, di altra acqua. Eppure amo quel benefico torpore che mi resta addosso quando ho finito ed esco all'aria aperta. Ma c'è una sensazione che si stende sopra il relax, ed è pesante, ed è fatta di solitudine. Specialmente qui dentro. Io non parlo mai con nessuno, nessuno conosco, a volte qualche faccia, di sfuggita, ma è raro scambiare più di un saluto. Gli altri vanno e vengono e sono tutti amici, tra di loro discorrono in dialetto si raccontano posti, situazioni, terze persone comuni e non hanno tanto bisogno di spiegarsi. Li sento, che si ritemprano. Sono vissuti sempre qui, nel vernacolo ritrovano la loro intimità. Se qualcuno si rivolge a me, invece, ...