D'un tratto mia madre mi bacia, "caro il mio bambino". Credo mi voglia dire che qualcosa in me le ricorda la sua stagione migliore, quella di giovane mamma e moglie felice, che mi aiutava a fare i compiti. Ma quel qualcosa che lei rivede in me è precisamente quello che sento d'aver perso. Temporali nel mio cuore, da quanto tempo ormai? Ho visto tante cose, tanta morte, tanto squallore, ma non è questo ruolo da spettatore, da narratore della vita volentieri partecipe, ad avermi cambiato più di quanto possa cambiare un uomo; forse sono state le infami persone, tante o poche che fossero ad avere inciso nella mia anima. Sì, io ero un caro bambino, diverso dagli altri, più fragile, più disarmato ma più felice anche, di quella felicità che conosce solo chi prova i brividi nella schiena, chi ascolta un filo d'erba crescere. Privilegi di una vita sensibile, sensuale se vuoi, che ho sempre tentato di trasmettere agli altri: ne ho fatto un mestiere, e quel mestiere è...