Leggo che in una
illuminata scuola di Greve in Chianti hanno abolito la tradizionale
partita di calcio tra studenti di fine anno scolastico perché
gravemente lesiva delle donne: retrocesse al ruolo di tifose passive,
in un inaccettabile spirito politicamente scorretto. La faccenda pare
assai seria: è una rivoluzione copernicana che impone tutta una
ridefinizione del mondo così come lo abbiamo abitato finora. Perché,
anzitutto, limitarsi ad una irrilevante partitella tra scolari? Per
il principio della relatività, vanno a questo punto aboliti tornei,
campionati, coppe, europei e mondiali, roba pesante, di uno schifoso
maschilismo planetario; la Storia s'incaricherà di giudicare regine,
first ladies, prime ministre e cancelliere sedute impettite nel palco
d'onore della finali; via dai giornali tutte quelle orrende tifose
con addosso i colori, e spesso solamente quelli, della squadra; le
mogli dei calciatori verranno liberate dal peso del sessismo con una
elegante ma sobria tuta da lavoro e spedite nei campi, nelle risaie, nelle officine e
nei casi più urgenti direttamente in miniera. Censurata, per il
nostro bene, l'insospettabile canzone di Rita Pavone che da 50 anni
insuffla pericolosi messaggi subliminali da stadio: "Perché
perché una volta non ci porti pure me". Ma poi, perché
limitarsi al solo pallone? Forse che il tennis, la pallavolo, il
basket, il tiro con l'arco, non sono spettacoli altrettanto
"discriminatori e diseducativi che costringono le ragazze ad un
intollerabile ruolo da cheerleader"? (come da circolare
scolastica). Quindi, per favore: cancelliamo le Olimpiadi, la
presidenza della scuola di Greve (in Chianti) lo esige, forte e
chiaro. L'unico spettacolo sportivo ammesso, a cominciare dalle feste
di fine anno, sarà una gara, ma senza vinti né vincitori, puramente
"ludica", di nuoto sincronizzato, con ondini maschi che
s'immergono lasciando fuori solo il piedino. Sana, artistica,
politicamente corretta, educativa, non discriminatoria. Coraggio: un
altro mondo è possibile.
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