Questa pretesa che un giornale di partito non possa morire, non possa sparire, non debba essere sottoposto alle regole del mercato ovvero dei lettori, pretenda una immunità alle dinamiche della vita che si risolve in una sorta di esistenza blindata, di sopravvivenza al di là di ogni concorrenza, merita qualche considerazione. L'Unità, organo della sinistra istituzionale, chiude (temporaneamente, vedrete) i battenti e lo fa con una prima pagina di raro vittimismo: “Hanno ucciso l'Unità!”. Per dire che è stato il partito, o meglio: è stato Renzi, lo spretato, il bastardo, il disorganico, a non volerne protrarre la sussistenza. Quando si dice buttarla in politica, non in informazione. Dentro, un carosello di pagine bianche, ancora più lamentose. Esempio raro, non unico: il Manifesto, tra appelli e sceneggiate da prima pagina, sono decenni che campa (a spese altrui) sull'agonia. Le colpe sono sempre degli altri, cioè, nell'ordine: di Berlusconi (prima perché c'era,...