In una
popolazione di duecento milioni di persone, la più sporca ventina, i
più negati nel gioco del pallone, li ha scovati Scolari: compito non
facile, impresa irripetibile, se fosse andato a caso, per campetti in
cemento, come Oronzo Canà, faceva più bella figura. E adesso, nella
considerazione di duecento milioni di connazionali, che lo chiamano
affettuosamente “Felipao vecchio stronzo”, è secondo solo alla
presidenta (come direbbe la Boldrini) compagna Dilma Roussef, la
quale però non demorde: non se ne va e ha annuziato che il prossimo
ct sulla panchina verdeoro sarà il suo protetto Cesare Battisti.
Così almeno gli avversari ci penseranno non sette ma settanta volte
sette prima di fare un gol. Ma comunque non è che sia stato un gran
mondiale, anzi diciamolo pure una gran rottura di palle. Partite
vere, vibranti, sciolte poche, la solita tattica strozzatutto,
campioni senza personalità, come Leo Lessi, o con personalità
interessante per il freniatra, come Balotelli col fucile. La Germania,
perbacco, ha vinto con merito: la più forte è lei, anche se
l'exploit col Brasile di Felipao non fa testo: vincevamo anche noi
campioni di piazza Gobetti. In ogni modo, la più solida e
organizzata, sotto gli occhi di una Merkel addobbata, per
l'occasione, in total Sbirulino look e tragicamente incapace di applaudire:
a vederla, c'è da chiamare Piero Angela, che ci spieghi. In
Germania, si diceva, hanno investito in scuole di calcio, accademie e
giovanissimi; in Italia in chiacchiere e nei soliti Abete, Carraro e
in una nullità di nome Prandelli, sublime esempio di tricolore
attuale: vuoto, finto, incompetente, curriculum desolante, ma ottimo
nel costruirsi sponde mediatiche. In una parola: un fallito, ma senza
classe. Il primo a darsela a gambe, verso nuovi paradisi, anche
fiscali. Va beh, se lo tenessero i turchi che, in caso, sanno come
trattare i pesci lessi. Noi invece dobbiamo ripartire: lo faremo da
Abete, Carraro, “Balo” e magari Totti, perché no? E che il
calcioscommesse sia con noi, Paese dove il demerito è l'unico
merito. Piglia, per non sbagliare, il versante mediatico, piglia le
telecronache: su Sky Caressa non fa testo, si sa com'è e poi ha
sposato la reginetta del microonde, la Parodi. Ma sul servizio
pubblico, il duo Bizzotto-Dossena è uno scandalo continuo, e, nel
caso dell'ex regista bolognese, recidivo: potremmo dire tante cose, e
ne diremo poche; una, ce la consentirete: sentite un po' che rigoglio
creatività linguistica: "Purtroppo Higuain smentendo
tutte le qualità di cui possiede..."; "Finti di
tirare..."; "Non é in grado, per cattività motoria...";
"La cosa fondamentale nel calcio é diventata il controllo della
palla"; "Gli allenatori debbono spingere sull'emotività
(sic!), le qualità temperamentali dei giocatori"; "Neuer
gestisce il proprio corpo...". Ecco, a parte tutta questa
spazzatura orale, a parte l'opportunismo da cialtrone per cui si
ripete lungo tutta la partita che “le occasioni più limpide le ha
avute tutte l'Argentina”, salvo concludere un attimo dopo il
fischio finale che “Ha meritato la Germania che ha avuto tutte le
occasioni migliori”; a parte tutto questo, ci sarebbe da
interrogarsi sulla inquietante ossessione dei due per le palle
inattive: un tormentone, un loop, un eterno ritorno, roba da chiudere
il televisore e avventurarsi in strada, di notte, alla ricerca della
prima farmacia di turno da svaligiare di una cassa di Viagra. Ma
forse basterà rimuovere il duo Bizzotto-Dossena per aggiustare
quello che serve, recuperando la piena funzionalità del gesto
atletico. È tutto, a voi la corda.
io la farmacia al massimo la svaligio per procurarmi psicofarmaci, in questi tempi assai più utili del viagra, almeno ti fanno dormire e non ti fanno suicidare (forse)
RispondiEliminain mancanza della Francia e dell'Italia, io ho fatto il tifo per l'Argentina e tra la Germania e l'Argentina tiferò sempre Argentina e mai tiferò Germania in vita mia, la Germania unita da quando esiste (1871) è stata solo un problema per il resto del mondo e pure ora lo è
RispondiEliminaDavide, Milano