Un Eroe, senza ironia |
IL REALE E' RAZIONALE
Quindi se io sono
disoccupato e disperato al limite del suicidio non debbo farmi fuori,
posso provocare la morte di 32 persone tra cui una bambina,
mettere a repentaglio un bastimento intero poi
presentarmi in televisione e dire che l'intervista è un dovere
morale. Uno scrupolo di coscienza da 60mila euro. A quel punto, per
un anno ho risolto i miei problemi. Poi Dio provvede, al limite
m'invento un'altra strage o sciagura o nefandezza. Insistono i puri di cuore, un po' sventati: queste cose bisogna dirle, bisogna
denunciarle, non ci si può arrendere all'andazzo, al conformismo,
allo schifo dilagante. Ma perché? Perché se ad alimentarle sono
perfino i giornali indignati di mestiere? Perché se un peggio serve
a giustificare un altro peggio, nella solita chiamata generale per
cui più tutti sono sconci e più sono salvi? Perchè se hanno ragione loro, se
scattano gli applausi, se i galoppini della cosiddetta informazione
sono lì, pronti, a disposizione col loro dovere morale che si sposa mirabilmente
col dovere morale di farabutti e miserabili? Schettino è un
criminale, uno si aspetta venga percepito come il peggiore degli
infami e invece il sistema, un sistema non meccanico ma
fatto di umani per altri umani, lo premia, gli dà, in tempi di
povertà, di suicidi diffusi, l'equivalente di centodieci milioni di
lire per mostrarsi in tutto il suo splendore. Dice il sistema: piano col giudicarlo, fino a sentenza
definitiva è innocente come gli altri. Ma se è lui stesso che si
vanta d'aver condotto una nave carica contro uno scoglio! Se ci sono
le intercettazioni di lui che scappa, dell'altro che gli dice torna
sulla nave cazzo. La verità vera è che ormai i grandi mascalzoni
sono innocenti anche dopo sentenza definitiva, innocenti a
prescindere, di censo, di fama. Uno come Franco Freda, ideologo
nazista, ha ottenuto il posto da opinionista nel giornale Libero per la goduria dei redattori che già si
trovavano sui coglioni il burattinaio pallonaro Luciano Moggi.
Sì, c'è poco da dire,
poco da commentare: per diventare ricchi, famosi, ammirati dalla gente,
applauditi, bisogna uccidere, meglio ancora fottere il
cadavere di una nipote prima di scaricarla in una fogna, come Michele
Misseri reso ricco dall'informazione che confidenzialmente lo chiama
zio Michè. O almeno conviene delinquere, evadere per miliardi o rimestare nella suburra come Lele Mora che
poverino in galera ha perso 30 chili, altrettanti il mafioso Cuffaro,
altrettanti i ladroni per conto dei partiti Lusi e Belsito. Tutta
gente celebrata come martiri ed eroi, vittime di un sistema che
in realtà li difende, li tutela come glorie patrie. Le pupe dei
boss, al crocevia tra affari, spettacolo e malavita, imposte come
madonne troie da adorare, una sta tenendo banco sul figlio che aspetta ma non sa da chi, un'altra perché ha fatto un film porno "contro le banche". Il Fabrizio Corona ricattatore di vip
debosciati, un parassita sociale che in un'altra intervista come usa
oggi, sull'intimo-goliardico, è arrivato a
vantarsi delle sue condanne, del suo modo di vivere, del suo sapere
come si fanno i soldi. Ecco l'unico valore, i soldi, chi li sa fare,
chi li fa non importa come, entra nel giro e l'informazione, che vive
per alimentare questo mito, lo celebra, l'informazione dice: noi vi
facciamo vedere la gente di successo, prendete nota, è così che si
fa, è così che gira il mondo, trovatevi uno sponsor, un agente, possibilmente lo stesso nostro, di noi giornalisti così è tutto più facile, inventatevi un
precedente criminale e poi ci pensiamo noi, vi cooptiamo e
diventerete dei nostri, nel cortocircuito micidiale per cui chi
delinque, chi ammazza diventa moralista, insegna ai mediocri, agli
ingenui, ammesso che ancora ne restino, come si fa a vivere. Adesso c'è un nuovo martire da celebrare, il guitto da telenovelas Edoardo Costa, appena
condannato perchè rubava sulle ossa dei bambini africani. Coraggio,
fatevi sotto, andate a reggere il microfono anche a questo miserabile
e fategli dire, dietro compenso, che lui è una vittima, che è tutto un complotto contro la sua generosità. Coraggio, cucinateci un
altro sconcio eroe, che poi c'è
sempre qualche buona causa per la quale indignarsi di facciata, per
salvarsi l'immagine. Con buona pace degli imbecilli che si ostinano a
denunciare qualcosa che non è nefasto, è perfettamente compatibile,
omogeno, sensato, logico, razionale e quindi reale.
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