C'è sempre uno strazio in ogni fine |
LAMPIONI ROTTI
Crescono buganville
sottoterra
E in cielo si scontrano
maiali
Non si capisce più chi
suona il piano
E tutti guidano senza
mani
Le parole sono solo suoni
Scrivono più che altro i
cretini
Vivere un affare da
fanatici
Una lotteria di cani
infami
Dimmi se ci capisci
qualcosa
Se resta un posto che non
si rovesci
Femmine che ritte in
piedi pisciano
Uomini che asciugano lo
smalto
Angosciati per le
costruzioni
Le istituzioni, i templi
di schiuma
Tra gli umani i più
deboli ridono
Calpestati da chi li
scavalca
Ridono felici
dell'ingiuria
Ricevuta al suono di
campane
Gli altri, chi può si
mette in fila
Per salire su treni
malati
Dalla destinazione
travestita
In desolati pomeriggi di
sole
Cantano allegrissimi
motivi
Sperando qualcuno li
riprenda
Nei frantumi di specchi
per le strade
Ho sempre più la faccia
di mio padre
Il suo sguardo rassegnato
e folle
Di una luce di vita
rinnegata
E i suoi capelli del
color del bianco
E il suo destino, temo,
senza scampo
Brucia il sole, accende
solo angoscia
La pioggia porta scivoli
rossastri
Dal mare tornano risacche
di incubi
E qualcuno ha nascosto
tutti i soldi
E l'estate è una puttana
triste
Nel porto nessuna barca
parte
E nessuna arriva e c'è
rumore
Di lampioni rotti ed
acqua ferma
E di biciclette
arrugginite
C'è sempre uno strazio
in ogni fine
E sempre una fine in ogni
strazio
E mia madre sale sulla
giostra
A ottant'anni e non lo
trova strano
E io mi sento un cuore di
budino
E Dio è ubriaco pure lui
Molto americano come ritmo, molto espressionista come un quadro espressionista. Sembra Dylan, sembra anche un po' Cohen ma anche il De Gregori che saccheggia in quei lidi, quando lo fa... E poi, forse Tom Waits o gli Stones.. .sei tu?!? (Francesco, sempre da Trento, che anche se non si fa vivo da un po', ti legge spesso, e ha il tuo "Lucio - Ah" e il libro su Moro - quello ancora da leggere). Buona estate Massimo. francesco.lavoro@gmail.com
RispondiEliminaSì, sono io e questo effettivamente è un umile omaggio a Tom Waits.
EliminaBuone vacanze a te, Francesco.
Molto americano come ritmo, molto espressionista come un quadro espressionista. Sembra Dylan, sembra anche un po' Cohen ma anche il De Gregori che saccheggia in quei lidi, quando lo fa... E poi, forse Tom Waits o gli Stones.. .sei tu?!? (Francesco, sempre da Trento, che anche se non si fa vivo da un po', ti legge spesso, e ha il tuo "Lucio - Ah" e il libro su Moro - quello ancora da leggere). Buona estate Massimo. francesco.lavoro@gmail.com
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