Dio, che strazio |
GRIGIOGRATE
Abitiamo a un chilometro
ma ci vediamo di rado e solo per caso: di preferenza incrociandoci a
casa di mia madre, oppure, adesso che è estate, in mare. Non “al”
mare, proprio dentro l'acqua io e mio fratello commentiamo quello che
è successo, l'attualità di questo Paese di merda e ieri, col sole a
picco, lui mi diceva, hai visto l'ultima di Monti, sta raddoppiando
le tasse perfino sul trinciato da pipa, quant'è grigio, nato grigio
proprio, uno sfigato che ha aspettato tutta la vita per far pagare a
tutti ogni specchio nel quale è cascato. Ascolta una signora di
passaggio, corpulenta, anziana e “Scusate se intervengo ma il
signore ha proprio ragione, non se ne può più di quello là!” e
fa il tipico gesto delle mani che scrollano un fastidio. Si unisce un
signore milanese, “Io quando lo vedo cambio canale perché el me
sta sui bal”. Un terzo, ragazzo giovane, sorride amaro, questo
finisce che ci tassa pure quest'acqua qui, e, non so come, è un
attimo, si forma un capannello acquatico, sub-subacqueo, tutti
immersi dalla cintola in giù a maledire il professore aspiratutto.
Sarà anche un sondaggio atipico, limitato e surreale, ma qualcosa
vorrà pur dire. I giornali pompano senza misura questo grigiocrate,
ma davvero la gente non lo vuole neanche sentir nominare, non riesce
proprio a sopportarlo, perfino se sta nuotando si interrompe e gli
manda un accidente. Provate a nominare Monti o qualcuno dei suoi
fantastici ministri con un pretesto qualsiasi. Garantito che vi
ritroverete sommersi da stridori da gabbiani incazzati, tipo le
vuvuzelas ai mondiali in Sudafrica. In qualsiasi altro posto al
mondo, se ne sarebbe presto atto. In Italia, il premier più grigio,
più stolto e più odiato di tutti i tempi resta imbullonato alla
poltrona, fino a quali disastri non si sa.
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