Al di là di tutto, bandiere, schieramenti, faziosità, al di là delle militanze e del tifo interessato, io, debbo pur dirlo, da cronista riscontro per l'imminente omelia del capo dello Stato un sentimento diffuso di scetticismo, disinteresse, distacco, disillusione – ecco la parola giusta. Molti mi hanno detto: io non mi sogno nemmeno di ascoltarlo, io non lo sento vicino, tutt'altro. Attenzione, lo ribadisco: il fastidio non promana da chi segue più o meno maniacalmente le cose pubbliche, politiche, le faide di potere, sale su dai normali, dai mediamente distratti e mediamente informati, da quelli che un giornale lo sfogliano ma da equidistanti, che non vivono di queste schermaglie, che hanno ben altro di cui preoccuparsi. Mi par di cogliere un atteggiamento generale di sfiducia, di compatimento verso questo presidente, percepito come un vecchio guardiano di quel che resta dell'ancient regime – senza che quello sorgente, forse già segnato, ispiri gran che di meglio. ...