A Natale
puoi, dice la canzoncina. Ecco, a Natale puoi alzarti, buttar giù un
caffè poi andare a badare ai gatti di tuo fratello, perché lui non
c'è. Poi andare a badare ai gatti di tua madre, perché lei c'è ma
è come non ci fosse. Poi badare a tua madre. Tornare indietro,
distrarti lavorando, se ne hai la fortuna, mangiare. Al pomeriggio
ricominciare. Alla sera ricominciare. Anche dopo Natale, a Capodanno,
al tuo compleanno, a Ferragosto. Ecco cosa posso io e ormai non
conosco altra vita da non so più quanto. Forse non l'ho mai
conosciuta. Ora, io vorrei dire non mi consola quanto mi dice il
solito prete alienato pederasta e ladro e cioè che Dio è contento
così. Se Dio gode di un simile sfacelo, è un tipo da non averci a
che fare. Non mi consola neanche la beatitudine del cazzo che
dovrebbe conseguirne, cioè quando sono carogna per vermi risorgo e
passo l'eternità a cantare le lodi del Signore in una perenne estasi
ebete, da eroinomane: tutte cazzate e in ogni caso il paradiso
islamico è più divertente, almeno chiavi vergini a più non posso.
Ecco io vorrei dire che ne ho proprio pieni i coglioni. Di tutto, di
Dio, di Gesù, del paradiso, della politica, del sociale, dei morti
ammazzati, dei micranti, dei poveri, di mia madre, dei gatti, del
cielo stellato sopra di me e la legge morale in culo a me, del
miracolo della natura, degli uccellini che cantano e il mare che
luccica, della commozione, della consolazione – quale? Quando? -
per aver fatto il proprio dovere, dell'onore di Enea che prende sulle
spalle il vecchio padre (ma poi illude Didone). Di tutto. Vorrei fare
una cosa davvero trasgressiva, occuparmi di me e fregarmene di ogni
resto. Vorrei spendere, spandere, concedermi ogni capriccio, passare
sopra gli altri, vantarmi, premiarmi tanto poi sono certo che alla
fine il famoso Dio buono e giusto mi gratifica anche lui: sai il
figliol prodigo, quelle merdate immorali lì, escogitate nell'epoca
oscura per tener buone le masse superstiziose e brute. Vorrei proprio
pensare a me, solo a me, senza scrupoli, senza rimorsi e chi s'è
visto s'è visto.
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