Chet Baker, patrimonio dell'umanità. È fuori da tutto, tranne che dalla musica: siamo noi a dover entrare in lui. E allora lasciatevi entrare dentro la mosca bianca del jazz. Chet, che è volato via da una finestra d'albergo ad Amsterdam nel 1988, probabilmente sotto effetto, ma con lui non si sa mai: una volta, si ritrovò un cadavere nell'armadio. Che oggi avrebbe quei 90 anni impossibili da raggiungere: andava oltre ogni abbrutimento, oltre ogni meraviglia. Un genio ferito, senza limiti. Lo capisci subito che è condannato ad essere come nessun altro, irresponsabile a se stesso come un bambino, malato d'irrealtà come un bambino. Sentite come parla italiano, da autodidatta, in modo inappuntabile e personalissimo. Sentite la sincerità brutale e noncurante, la spontaneità assoluta con cui si dichiara un senzatetto. La libertà di essere pessimo e sublime, senza neppure accorgersi. Eroinomane steso insanguinato nel più squallido bar del più infame locale, ma non l...