Una delle piccole grandi
conquiste dell'età è di fare relativamente quello che si vuole,
senza dare spiegazioni neanche a se stesso. Io per esempio stasera
sono cotto, fuori fa un freddo becco e in più non sopporto la gente,
nei locali, nei cinema, dappertutto. Per cui alle nove e mezza mi
schianto sul letto, in pigiama, leggo fino a che non crollo, gli
occhiali sul naso, quando me ne accorgo a fatica me li tolgo, spengo
a tentoni l'abat jour e ci vediamo domani. E mi sa che domani, ultima
sera di un anno sfiancante, faccio lo stesso. Senza patemi, senza
rimpianti, anzi con una certa qual intima soddisfazione. Ho già
dato, ho perso abbastanza notti in vita mia, non mi interessa la
libertà di imprigionarmi per veglioni, mi ha sempre intristito il
Capodanno, non mi sono mai divertito davvero, ne sono uscito sempre
con la sensazione della morte dentro e se ci ripenso ho ancora i
brividi. Non cerco nessuno. Ho bisogno di tranquillizzarmi, di
stendere i nervi. Ho bisogno di sentirmi protetto, proprio così.
Proprio io, che tutti mi dicono sei un duro e invece io sono di
vetro. Più Paperino che Paperinik. E allora sia benedetto il letto. Al massimo un vecchio
telefilm. Mia moglie, per fortuna, condivide: non è vitaiola, non lo
è stata mai. Ho una pila di libri ed ebook che aspettano, non c'è
soddisfazione più intima e più grande. Cane, gatti rigorosamente in
ordine sparso sul giaciglio, e sei in pole position.
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