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NON MI ASCOLTI, "LIBRO POTENTE"




"Ciao Max,
esce un tuo nuovo libro e io non posso fare altro che fermare il mondo e mettermi a leggerlo. Il tema è tosto, ma c'è quella copertina che dà una sensazione di pace. Lo apri e poi lo leggi senza pausa fino alla fine, e poi lo ricominci. Perché è duro, senza pudore, ti trascina con sé in un gorgo che ti soffoca e poi alla fine ti risputa fuori, e prendi grosse boccate d'aria che ti fanno stare anche peggio. Però non puoi che pensare: che lettura incredibile. Come non si fa a esserne travolti, a sentire proprie le tue vicende? Le tue emozioni? Sono universali. Solo che tu sai metterle in parole e noi che ti leggiamo abbiamo bisogno di te per mettere in ordine pensieri che altrimenti resterebbero senza forma, senza conclusione.
Nelle tue esperienze ciascuno ritrova un po' di stesso, di sicuro a me capita sempre. Quando racconti di tutti quei momenti in ospedale, quel tempo passato come in un limbo. Non posso che riconoscere come familiare tutta la frustrazione che emerge dalle tue parole. Dottori  che si muovono in branco, che guardano pazienti e parenti come insetti. Ricordo e ricorderò l'arroganza, la maleducazione, l'aggressività. Ce n'era uno che sembrava l'attore di X files, e aveva quell'espressione ottusa da far sorgere il sospetto di un ritardo mentale, un'altra peraltro giovane che non mancava mai di risponderti con sgarbo o di cacciarti dal reparto, ci scommetto una "figlia di". Di quel passato restano solo rabbia, senso di impotenza, e per me soprattutto il desiderio di fare loro male fisicamente, sbattere le loro teste contro il muro, vederli strabuzzare gli occhi. Con la loro aria di insofferenza per avere questi vecchi malandati tra i piedi. Forse che pensavano di poter vivere come in uno di quei telefilm ospedalieri dove i dottori passano il tempo a scopare tra loro senza lavorare mai?
Sai qual è l'unico elemento negativo del tuo libro? Che adesso ho bisogno di leggerne un altro che sappia coinvolgermi come ha fatto il tuo ma so già che non lo troverò.
Grazie".
Vitandrea, Genova



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