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Visualizzazione dei post da maggio, 2020

EZIO BOSSO, SIPARIO

Morto Ezio Bosso, musicista che fino a due anni fa l'Italia popolare non conosceva: oggi lo piangono come un santo. Era passato a Sanremo, aveva sconvolto uscendo per un attimo dallo scafandro della sua infermità, la sla che non perdona, con il frullo d'ali delle dita sul pianoforte, la levità di un sorriso che della malattia si beffava. Chissà poi se era vero: ho conosciuto tanti nelle sue condizioni, grande coraggio, ironia nell'ora condivisa, quando si deve fingere ma poi, la notte... Ezio Bosso, il pianista, il direttore, non era divisivo, non predicava dall'alto dei suoi patimenti, viveva, si direbbe, per la musica e la iniettava nel cuore di chi ascolta. Perchè tutti si dicono disperati adesso? Perchè era riuscito in un miracolo spicciolo, familiarizzare con l'abisso, con l'ingiustizia senza scampo e senza senso, sempre più stringente e nell'orrore di una fine annunciata trovare motivo di gioia, di felicità o almeno di allegria. Non un profeta ma uno c...

ADDIO A LETTERA43

La mia lunga avventura con Lettera43 si ferma qui. Non solo per me: la testata sospende le pubblicazioni da venerdì. Avevo pronto già un altro pezzo, ma ormai... Nove anni e, come sempre, pare un giorno. Pare ieri, e resta solo la nostalgia dei bei momenti. Per questo giornale ho seguito concerti. Ho raccontato i misteri del terrorismo e le bizzarrie della società. Ho ascoltato tanti dischi. Sono stato a Sanremo. Mettila come vuoi è un trauma, perché è una parte di te che si spegne, che ti viene a mancare. E ogni volta, tocca ricominciare. Quanti giornali dietro le spalle, quante rinascite, io. Ogni volta un po' più a fatica, perché l'esperienza, pure quella, pesa. Sta tutta addosso e sta dentro. Centinaia di articoli, il primo fu sul film di Moretti, quello sul papa che abdicava, sembra preistoria, l'ultimo parla di disabili dimenticati nella tempesta del coronavirus e un po' mi dispiace e un po' mi conforta chiudere così: ho ricevuto tante testimonianze, c'è c...

HO UN ANNO DI PIU'

Un anno fa mi trovavo qui, a Nervesa, in provincia di Treviso, per un ritorno, a lungo atteso, con Paolo Benvegnù. Ne uscì una serata che porterò sempre con me, uno di quei momenti di magia che bisogna solo prenderli come vengono e poi... E poi lasciarli lì, incastonarli nel ricordo e spolverarli di tanto in tanto. Fu tutto bello. Fu tutto improvvisato. Fu tutto sorprendente. Quest'anno sarei dovuto tornare, insieme a Daniela Martani, per presentare il nostro libro sugli Antinfluencer, poi è successa l'apocalisse e se ne riparlerà, speriamo. Io quella sera leggevo, declamavo, scherzavo col pubblico, viaggiavo con Paolo e non sapevo che la mia vita si stava preparando a un altro giro sull'ottovolante. Già non stavo bene, ed esplose tutto insieme. Il rifiuto di me mi travolse, era l'ora di un'altra resa dei conti. Barcollai, come un pugile che prende un colpo da ucciderlo. Invece, non so come, mi ritrovai a rimbalzare sulle corde e da quella posizione, come uno ...