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QUESTO MIO PAESE


QUESTO MIO PAESE
Sono così stanco di vedere il mio Paese disfarsi, franare da Genova a Messina, ogni giorno un pezzo perso, ogni giorno un disastro. Sono così stanco di vedere la mia Italia pagare il prezzo delle devastazioni che ha inflitto a se stessa, prezzi fatali, inevitabili ma troppo alti, prezzi immani perché li pagano sempre gli ultimi, i deboli. Spesso irresponsabili, a volte incolpevoli, ma sempre puniti all'estremo. Sono stanco e mi si stringe il cuore a sentire quelle urla, a vedere quei ponti crollati, quelle macchine piantate nella terra, quei treni in bilico su un burrone, quei deserti d'acqua, quelle rovine, quegli occhi vuoti, colmi solo di passato, di cose che non ci sono più, di assenze. E di lacrime. Sono stanco di vivere in un posto bellissimo e devastato, tormentato, che patisce una continua violenza, che ogni giorno si guarda indietro e non trova più un borgo, un villaggio, un arenile, una montagna. Tutto crolla, tutto finisce quaggiù e si porta via la nostra speranza che ha resistito a tutto, alle invasioni, alle dittature, alle guerre fraterne, alla miseria, al benessere, al piombo, alla follia, perfino a noi stessi. Ma che forse questa volta non ce la fa, travolto da un'onda anomala di lacrime.

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