Amerò sempre quelli che non si vergognano di amare. Che sanno dimenticare e ricordare. Che non spariscono e, se lo fanno, prima o dopo tornano. Quelli che non inventano trucchi per andare via, e non si vantano di essere aridi. Amerò quelli che non si difendono e ci sono anche quando mancano. Non quelli che mancano anche quando ci sono. Non i fantasmi. Non chi mi ha usato e poi ha cercato un pretesto. Non chi m'ha ingannato e non cancella il sorriso. Amerò chi si specchia nel gatto randagio e non lo lascia a chiedere invano, anche se gli costa il sonno. Chi si arrende a un'anima patetica, però almeno non si nega un miracolo, non importa quanto piccolo, non importa quanto inutile. Amerò chi vede l'immenso nell'irrilevante, chi prova imbarazzo e sbaglia nel vestirsi, chi sa capire che le sue ferite sono anche le mie e non archivia mai la tenerezza. Chi mi telefona a tradimento regalandomi un affettuoso insulto e la voglia di rivedermi. Chi saprà medicarmi con una bugia. Amerò chi perde, perché è della razza mia. Chi, nel momento dell'angoscia, si ricorderà di me urlandomi o sussurrando: “Aiutami!”. Chi non avrà buttato via notti, risate, lacrime, la fatica di esistere insieme. Chi avrà fatto tesoro di schegge di noia e di felicità bevute a un tavolino. Chi non s'immeschinirà per un malinteso. Chi non cambia e non rinuncia a vivermi accanto, sia da un metro o cinquemila chilometri. Amerò chi mi chiederà di condividere un suo ultimo momento, di qualsiasi cosa si tratti. Chi si strapperà dai denti un sorriso, giusto per non deludermi. Chi senza parole mi dirà che sono importante, che ho un posto nel suo amore. Chi per una sera avrà preferito me a qualsiasi altra cosa al mondo. Chi avrà avuto voglia delle mie impotenze, lacrime blu nel mare dell'indifferenza.
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