E tutto di me perde ragione, tutto si tende fino a spezzarsi e disintegrandomi vorrei solo disperdermi nell'amore, trovare pace in quest'anima che non l'ha mai conosciuta, e sopra la polvere di me viaggiare, viaggiare sorvolando distese di città disperate inebriandomi della brezza di mari infiniti, sfiorando le cime più remote, inoltrandomi per i precipizi vertiginosi senza fuggire più, nella gioia di non esistere più. Vorrei dirti l'immenso che provo, donartelo come si offre una foglia, una conchiglia, un sentimento così fragile da non ammetterlo. Vorrei arrendermi a questa età che non ho mai saputo accettare e mi sta dimenticando. Vorrei annientarmi di pianto, trovare rifugio nel miagolio del gatto, nascondermi in un ricamo d'eternità. E finalmente liberato di tutti i miei rimorsi, ritrovare il mio posto nell'incidibile come una luce che mi aspetta. E qui sapere che è finita e comincia per sempre, sapere d'essere parte di una luce più enorme, fatta di tutti gli incontri dispersi, di ogni amore ucciso, del luccicare d'ogni lacrima, dei sogni in fila come soldati al fronte. Vorrei finalmente capire chi sono, e risolvere ogni paura: di tutto, di niente, di allora, di adesso, di non capire, di non potere. Così vorrei depensarmi, bagliore di cometa finalmente degno, nel sollievo del perdono che dimentica tutto, riscatta l'eterno dolore, lo stravolge nella tenerezza di chi ha imparato a piangere con altri occhi.
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